Il conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco si avvia con previsioni ben definite sui tempi. Secondo il cardinale Gregorio Rosa Chavez, ex vescovo ausiliare di San Salvador, la riunione dei porporati dovrebbe concludersi rapidamente, in non più di tre giorni. Una tempistica che suggerisce un orientamento già chiaro tra i partecipanti e una volontà di decisione compatta e senza indugi.
“Ciascun porporato si porta dentro una propria lista di candidati papabili”, ha dichiarato il cardinale salvadoregno, lasciando intendere che i 133 cardinali elettori non partiranno da zero ma con idee già ben delineate. Questa preparazione anticipata potrebbe accelerare significativamente il processo decisionale, indirizzando la scelta verso figure già ben conosciute all’interno della Chiesa e riducendo la possibilità di stalli prolungati.
Le parole di Rosa Chavez, pronunciate a pochi giorni dall’inizio del conclave fissato per il 7 maggio, riflettono un clima di determinazione tra i principali esponenti della gerarchia ecclesiastica. L’idea di una rapida elezione rappresenta una continuità con i conclavi più recenti, che hanno visto tempi decisamente ridotti rispetto al passato: Benedetto XVI fu eletto in sole 26 ore con quattro scrutini, mentre per Francesco furono necessarie 36 ore e cinque votazioni.
Il cardinale salvadoregno, figura di spicco nella Chiesa latinoamericana e primo porporato nella storia di El Salvador, non esclude tuttavia possibili sorprese. Nel suo intervento ha infatti ricordato come la storia della Chiesa abbia sempre riservato colpi di scena durante le elezioni papali, lasciando aperta la possibilità che un nome inaspettato possa emergere qualora le votazioni mostrassero divisioni particolari o evidenziassero nuove esigenze della comunità cattolica internazionale.
L’inizio del conclave è stato ufficialmente fissato per mercoledì 7 maggio alle 16:30, con la tradizionale messa “pro eligendo” prevista per la mattina alle ore 10 nella basilica di San Pietro. La celebrazione sarà presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio. Per l’elezione del nuovo Pontefice sarà necessario raggiungere il quorum di 89 voti, corrispondenti ai due terzi dei 133 cardinali elettori partecipanti.
La previsione di una rapida conclusione trova conferma anche nelle parole del cardinale Louis Raphaël Sako, patriarca di Baghdad, che ha sottolineato il clima di “armonia” tra i porporati ed ha espresso la speranza di poter eleggere un Papa in continuità con Francesco. “Il conclave durerà 2 o 3 giorni”, ha affermato il prelato iracheno, riecheggiando le dichiarazioni del collega salvadoregno.
Fonti interne vaticane riferiscono che l’obiettivo condiviso dalla maggioranza dei cardinali è chiaro: la fumata bianca dovrebbe arrivare entro il 10 maggio. “Il clima è sereno ma determinato”, ha rivelato un alto prelato, “non si vuole lasciare la Chiesa troppo a lungo senza una guida”. Questa tempistica rappresenterebbe un cambiamento significativo rispetto ai conclavi storici, alcuni dei quali si sono protratti per settimane o addirittura mesi.
Gregorio Rosa Chavez, 82 anni, rappresenta una voce autorevole all’interno del collegio cardinalizio. Nato a Sociedad nel 1942, è stato nominato vescovo ausiliare di San Salvador nel 1982, incarico che ha mantenuto fino al 2022. La sua creazione a cardinale nel 2017 da parte di Papa Francesco fu considerata una scelta significativa, essendo stato un stretto collaboratore dell’arcivescovo Oscar Romero, assassinato nel 1980 e successivamente canonizzato.
Una peculiarità di Rosa Chavez è che venne nominato cardinale mentre era ancora vescovo ausiliare, fatto insolito nella prassi ecclesiastica, dove generalmente tale dignità viene conferita ai vescovi titolari delle diocesi. Questa eccezione sottolinea la stima particolare di cui godeva presso Papa Francesco, che ha voluto riconoscere il suo impegno per la pace e la riconciliazione in El Salvador.
Il conclave che si aprirà il 7 maggio vedrà la partecipazione di 133 cardinali elettori provenienti da 71 paesi diversi. Tra questi, 19 sono italiani, 10 statunitensi, 7 brasiliani, 6 spagnoli e 6 francesi. Un collegio cardinalizio molto diversificato geograficamente, in cui 108 elettori su 133 sono stati creati cardinali da Papa Francesco, un fattore che potrebbe favorire la continuità con la linea pastorale del pontificato precedente.
Dalla storia recente dei conclavi emerge una tendenza alla rapidità nelle decisioni. Il più breve in assoluto fu quello del 1503 che, in sole 10 ore, portò all’elezione di Giulio II. Nel caso dell’imminente conclave, la preparazione evidenziata da Rosa Chavez sembra confermare che anche questa volta i tempi potrebbero essere particolarmente stretti, riflettendo sia un possibile consenso su alcune figure di riferimento, sia la volontà di evitare divisioni eccessive o prolungate all’interno della Chiesa in un momento storico caratterizzato da sfide globali complesse.