Il rapper estone Tommy Cash, in città per promuovere il suo brano “Espresso Macchiato” in gara all’Eurovision Song Contest 2025, ha scatenato una bufera mediatica rifiutandosi categoricamente di intonare “Bella Ciao”. L’episodio è avvenuto durante un evento promozionale nel centro di Milano, dove l’artista aveva allestito un chiosco offrendo caffè gratuito ai passanti nell’ambito della sua personale campagna elettorale per la kermesse musicale europea che si terrà a Basilea il prossimo maggio.
La scintilla della controversia è scoccata quando un giornalista del portale The Journalai ha avvicinato Cash nel suo chiosco milanese chiedendogli: “Tu canti ‘Ciao bella’, puoi cantarci anche Bella ciao?”. La risposta dell’artista è stata immediata e secca: “No, quella non è la mia canzone”. Nonostante l’insistenza del reporter, che ha reiterato la richiesta domandandogli se conoscesse il brano, il cantante estone ha confermato di conoscerlo ma ha ribadito con fermezza il suo rifiuto di interpretarlo.
“Puoi cantare ‘Bella ciao?
— Carlo Gallo (Karl Fash✋️🇮🇹🖤) (@Karl_Fasc) May 1, 2025
No
“Conosci ‘Bella ciao?
Sì certo
Il cantante estone Tommy Cash, a Milano per promuovere la sua canzone in gara al prossimo Eurovision, si è rifiutato di cantare Bella ciao
Chi ha conosciuto veramente il comunismo, non canterà mai quella canzonetta🖕 pic.twitter.com/UEwwRXVXGF
Il video dell’episodio, diffuso rapidamente sui social media, ha innescato reazioni contrastanti trasformando improvvisamente Tommy Cash in un simbolo divisivo nel panorama culturale italiano. Numerosi utenti vicini all’area politica di estrema destra hanno immediatamente celebrato la sua presa di posizione, commentando favorevolmente il rifiuto e facendo del cantante un improvvisato portabandiera di istanze anti-comuniste. “Chi ha conosciuto veramente il comunismo, non canterà mai quella canzonetta”, si legge in uno dei numerosi commenti apparsi su Twitter nelle ore successive all’accaduto.
L’artista trentratreenne, divenuto virale grazie al suo brano in italiano maccheronico misto a inglese, si trovava in città nell’ambito di un tour promozionale europeo finalizzato a raccogliere consensi per la competizione canora. Nei mesi precedenti aveva partecipato a diverse trasmissioni italiane, tra cui Propaganda Live e Stasera C’è Cattelan, ma l’iniziativa milanese rappresentava un approccio più diretto verso il pubblico, con un chiosco allestito in piazza Morbegno dove centinaia di persone hanno atteso il proprio turno per una foto, un autografo e un caffè offerto dall’artista.
La strategia promozionale di Cash si basa sulla consapevolezza del regolamento dell’Eurovision, che impedisce ai telespettatori di votare per il rappresentante del proprio paese. “Espresso Macchiato”, canzone che omaggia l’Italia attraverso una serie di riferimenti culturali, rappresenta un tentativo di conquistare il pubblico italiano, come lo stesso artista ha dichiarato: “Spero arrivino voti dall’Italia, il pezzo parla anche dell’Italia, è come se gareggiassi per due Paesi”.
Anche prima di questo episodio, la canzone di Tommy Cash era stata oggetto di polemiche in Italia. L’associazione dei consumatori Codacons aveva infatti chiesto all’Unione Europea di Radiodiffusione (UER/EBU) di proibire il brano, ritenendo offensivi i riferimenti alla cultura italiana. Nel testo, Cash canta frasi come “Ciao bella, eu sou o Tomaso, viciado em tabaco. Mi like mi coffè very importante” e “Mi money numeroso, I work around the clocko. É por isso que estou a suar como um mafioso”, che secondo l’associazione trasmetterebbero “il messaggio di associare una popolazione al crimine organizzato”.
L’artista estone aveva risposto alle accuse durante un’intervista alla Rai Radio2, affermando: “Adoro l’Italia e ho il massimo rispetto per il paese”. Cash aveva inoltre spiegato di non aver mai immaginato che la canzone potesse suscitare tali reazioni, rivelando che era stata la reazione emotiva della nonna ad averlo convinto a pubblicarla. “So che la mafia è una cosa seria e non avevo nessuna cattiva intenzione, ma ogni parola presa fuori contesto può essere mal interpretata”, aveva dichiarato in un’altra intervista, definendo “Espresso Macchiato” come “la canzone più innocente” della sua discografia.
Il rifiuto di cantare “Bella Ciao” ha aggiunto ulteriore tensione a una situazione già complessa. Il brano, che rappresenta un canto popolare italiano dedicato alla Resistenza contro l’esercito nazista e il regime fascista, possiede un forte valore simbolico nella cultura politica italiana. La sua origine risale a un canto dell’Ottocento intitolato “Fior di tomba”, ma la versione partigiana è diventata emblema della lotta antifascista.
In seguito all’episodio, diverse centinaia di antifascisti hanno intonato proprio “Bella Ciao” durante una manifestazione, separati dalle forze dell’ordine dai sostenitori del cantante estone, creando una contrapposizione che ha travalicato l’ambito musicale per assumere connotazioni politiche. La polarizzazione si è accentuata sui social network, dove i commentatori si sono divisi tra sostenitori entusiasti e detrattori infuriati, trasformando un evento promozionale in un caso politico.
Mentre la polemica infuria, Tommy Cash si prepara comunque alla competizione di Basilea, dove si esibirà accompagnato da cinque nonnine dell’associazione Il filo di Arianna di Ostuni, una scelta scenica che potrebbe rappresentare un ulteriore tentativo di conquistare il pubblico italiano. Resta da vedere se questa controversia influenzerà il voto degli spettatori italiani all’Eurovision, soprattutto considerando che, come ironicamente osservato da alcuni commentatori, “sarà molto difficile che l’Italia dia punti alla canzone dell’Estonia”.
L’incidente mette in luce come, a ottant’anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, simboli e canzoni legati alla Resistenza mantengano ancora una forte carica politica nella società italiana, capace di trasformare un semplice rifiuto in un caso mediatico di portata nazionale. Una dimostrazione di come la musica, anche quella apparentemente più leggera e commerciale, possa diventare improvvisamente terreno di scontro ideologico e culturale.