Il cardinale statunitense Robert Francis Prevost è stato eletto 267° Pontefice della Chiesa cattolica nel tardo pomeriggio di giovedì 8 maggio 2025, scegliendo di assumere il nome di Leone XIV. La fumata bianca è salita dal comignolo della Cappella Sistina alle ore 18:07, segnalando che il Conclave aveva raggiunto la maggioranza qualificata di due terzi necessaria per l’elezione del nuovo Papa. L’annuncio ufficiale è stato dato poco dopo dal cardinale protodiacono Dominique Mamberti con la tradizionale formula latina dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro: “Annuntio vobis gaudium magnum; habemus Papam: Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Robertum Franciscum Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Prevost qui sibi nomen imposuit Leonem Decimum Quartum”.
Il nuovo Pontefice è stato eletto al quarto scrutinio, durante la seconda giornata del Conclave, seguendo un percorso elettorale che trova precisi paralleli storici con l’elezione di Benedetto XVI nel 2005 e di Giovanni Paolo I nel 1978, entrambi scelti ugualmente al quarto scrutinio. Il Conclave, iniziato nel pomeriggio di mercoledì 7 maggio, ha visto la partecipazione di 133 cardinali elettori, rendendo questa assise la più numerosa nella storia della Chiesa, con un quorum necessario per l’elezione fissato a 89 voti. Le votazioni hanno seguito il ritmo previsto dal cerimoniale: una prima sessione con un solo scrutinio nel pomeriggio di mercoledì, seguita da due sessioni con due scrutini ciascuna nella giornata di giovedì, fino al raggiungimento dell’accordo sul nome di Prevost.
La mattinata di giovedì si era aperta con la fumata nera dopo il secondo e il terzo scrutinio, arrivata alle 11:51, più in anticipo rispetto all’orario previsto, suggerendo una certa distanza tra le posizioni dei cardinali. Tuttavia, nel corso della pausa pranzo a Santa Marta e della successiva ripresa delle consultazioni nel primo pomeriggio, si è evidentemente verificata una convergenza significativa sul nome di Prevost, permettendo il raggiungimento del quorum necessario durante il quarto scrutinio. La rapidità dell’elezione, conclusasi in meno di 48 ore, dimostra una sostanziale unità di vedute all’interno del Collegio cardinalizio, in linea con quanto accaduto negli ultimi Conclavi della storia recente.
La scelta di un Papa nordamericano segna un momento storico per la Chiesa cattolica, rappresentando la prima volta che un cittadino degli Stati Uniti viene eletto alla cattedra di Pietro. Prevost, nato il 14 settembre 1955 a Chicago, compirà 70 anni il prossimo settembre. Il suo profilo combina l’esperienza curiale con quella pastorale sul campo: fino all’elezione ricopriva il ruolo di prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l’America Latina, essendo stato nominato a questo incarico da Papa Francesco nel 2023. La sua formazione e il suo ministero si caratterizzano per il forte legame con l’Ordine di Sant’Agostino, nel quale è entrato nel 1977 ed ha emesso i voti solenni nel 1981, diventando nel tempo prima priore provinciale e successivamente, nel 2001 e nel 2007, priore generale dell’Ordine.
Significativa la sua prolungata esperienza missionaria in Perù, dove ha lavorato per oltre un decennio nella formazione dei religiosi agostiniani, come docente e come vicario giudiziario. Nel 2014 Papa Francesco lo aveva nominato amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo, in Perù, e vescovo titolare di Sufar. È stato ordinato vescovo il 12 dicembre dello stesso anno e nel 2015 è diventato vescovo di Chiclayo. Dal 2018 ha ricoperto l’incarico di vicepresidente della Conferenza episcopale peruviana, oltre ad essere stato amministratore apostolico della diocesi di Callao. La sua carriera curiale include la partecipazione alla Congregazione per il Clero dal 2019 e alla Congregazione per i Vescovi dal 2020.
Prevost diventa il secondo pontefice agostiniano nella storia della Chiesa, dopo Papa Eugenio IV (Gabriele Condulmer), eletto nel 1431. La scelta del nome Leone XIV richiama una linea di pontefici storicamente associati a periodi di forte attività diplomatica e di rinnovamento culturale nella Chiesa, a partire dal celebre Leone XIII, autore della Rerum Novarum, prima enciclica sociale della Chiesa moderna. Nel suo primo discorso dalla Loggia delle Benedizioni, il nuovo Papa ha voluto sottolineare immediatamente il tema della pace: “La pace sia con tutti voi! Questa è la pace di Cristo, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, che ci ama tutti e incondizionatamente”.
Seguendo una tradizione consolidata, Leone XIV ha dedicato un pensiero particolare al suo predecessore, Papa Francesco, generando un lungo applauso tra la folla presente in Piazza San Pietro: “Ancora conserviamo nei nostri cuori quella voce debole, ma sempre coraggiosa, di Papa Francesco, che benediva Roma e dava la sua benedizione al mondo intero, quella mattina del giorno di Pasqua”. La sua prima preghiera come Pontefice è stata dedicata alla pace nel mondo, ricordando anche la coincidenza con la festa della Madonna di Pompei, e concludendo con la recita dell’Ave Maria insieme ai fedeli presenti.
L’elezione al quarto scrutinio inserisce Leone XIV in una precisa linea storica di elezioni papali. Nel conclave del 2005, Joseph Ratzinger fu eletto Papa Benedetto XVI al quarto scrutinio, il pomeriggio del 19 aprile, dopo che al terzo scrutinio aveva ottenuto 72 voti, avvicinandosi al quorum necessario. Secondo le ricostruzioni storiche, la sua elezione si decise quando molti sostenitori del cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio (il futuro Papa Francesco) decisero di convergere sul cardinale tedesco per evitare una spaccatura nel Conclave. Simile fu il percorso di Albino Luciani, eletto Papa Giovanni Paolo I il 26 agosto 1978, anch’egli al quarto scrutinio, quando passò dai 70 voti del terzo scrutinio ai circa 100 voti del quarto, su un totale di 111 cardinali elettori.
La cerimonia di insediamento del nuovo Pontefice verrà programmata nei prossimi giorni, mentre già si delineano i primi compiti che Leone XIV dovrà affrontare: dalla gestione delle complesse questioni internazionali, con particolare attenzione ai conflitti in corso, al proseguimento delle riforme interne alla Chiesa avviate dal suo predecessore. La scelta di un Papa proveniente dal continente americano ma con forti legami con l’America Latina potrebbe indicare una volontà di continuità con alcune delle priorità del pontificato di Francesco, mantenendo però al contempo un profilo proprio, caratterizzato dalla sua esperienza pastorale e curiale. La particolare attenzione alla pace, evidenziata fin dal suo primo discorso, suggerisce inoltre la centralità che questo tema potrebbe assumere nel nascente pontificato.
La notizia dell’elezione è stata accolta con grande entusiasmo negli Stati Uniti, come evidenziato dalle prime reazioni della stampa americana. Il New York Times e la CNN hanno immediatamente titolato sulla storicità dell’evento: “Il primo Papa americano nella storia”. Particolarmente significative anche le reazioni delle comunità cattoliche del Perù, dove Prevost ha trascorso una parte consistente del suo ministero sacerdotale ed episcopale, creando un forte legame con la popolazione locale e con la Chiesa latinoamericana in generale. La migliaia di fedeli presenti in Piazza San Pietro hanno accolto l’annuncio con un boato di gioia, mentre le campane della Basilica suonavano a festa per salutare l’inizio del nuovo pontificato di Leone XIV.