Una notte di sonno tranquillo e ristoratore sembra essere diventato un lusso per molti italiani, soprattutto per chi vive in Lombardia. Secondo un recente studio condotto dal servizio di psicologia online Unobravo, ben 7 italiani su 10 (72,3%) sono insoddisfatti della qualità o della durata del proprio sonno. Ma esiste una città che più di tutte sembra impedire ai suoi abitanti di riposare adeguatamente: Brescia, in Lombardia, è risultata essere la peggiore città italiana per la qualità del sonno.
Perché a Brescia si dorme così male?
La ricerca condotta da Unobravo non lascia spazio a dubbi: Brescia si colloca al primo posto nella classifica delle città italiane con la peggiore qualità del sonno. I fattori che determinano questa poco invidiabile posizione sono molteplici e strettamente collegati alle caratteristiche ambientali del territorio.
Al primo posto tra i problemi riscontrati troviamo la scarsa qualità dell’aria, con un punteggio bassissimo di appena 21 su 100. La città lombarda soffre di un inquinamento atmosferico tra i più elevati d’Italia, che influisce negativamente sulla respirazione durante il sonno e, conseguentemente, sulla qualità del riposo notturno. A questo si aggiunge la presenza molto limitata di spazi verdi, che coprono solo il 34% del territorio urbano, una percentuale che risulta tra le più basse tra le grandi città italiane.
Altro fattore determinante è l’inquinamento acustico e luminoso, che a Brescia raggiunge un punteggio di 47 su 100, evidenziando un ambiente urbano particolarmente rumoroso e illuminato anche durante le ore notturne. Una caratteristica che disturba significativamente il ritmo circadiano, alterando la produzione di melatonina e compromettendo la capacità di addormentarsi e mantenere un sonno profondo.
Curiosamente, anche la tecnologia gioca un ruolo in questa situazione: Brescia vanta la connessione internet più veloce tra tutte le città analizzate, con una media di 157 Mbps. Questa caratteristica, apparentemente positiva, potrebbe in realtà incentivare i cittadini a trascorrere più tempo davanti agli schermi prima di coricarsi, con effetti negativi sulla qualità del sonno a causa della luce blu emessa dai dispositivi elettronici.
Milano non è da meno: la seconda peggiore città per dormire
Subito dopo Brescia, nella classifica delle città italiane dove si dorme peggio, troviamo Milano. Il capoluogo lombardo presenta problematiche simili ma con alcune differenze significative. Milano detiene il primato negativo per quanto riguarda l’inquinamento acustico e luminoso, con un punteggio allarmante di 58 su 100, il più alto tra tutte le città analizzate.
Anche la qualità dell’aria risulta estremamente scarsa, con un punteggio di appena 23 su 100, solo leggermente migliore rispetto a Brescia. Gli spazi verdi ricoprono il 38% della superficie cittadina, una percentuale maggiore rispetto a Brescia ma comunque insufficiente a garantire un ambiente urbano salubre e adatto al riposo notturno. La frenetica vita milanese, con il suo ritmo incessante e lo stress quotidiano, contribuisce ulteriormente a creare condizioni sfavorevoli per un sonno riposante.
Il problema sembra quindi estendersi a tutta l’area lombarda, con altre città come Monza che, pur godendo di una qualità dell’aria leggermente migliore e di una minore presenza di locali notturni, fatica comunque a garantire ai suoi abitanti un riposo di qualità. La Lombardia si conferma così come la regione italiana con le condizioni meno favorevoli per un sonno ristoratore.
All’opposto: Perugia è la città italiana dove si dorme meglio
A fare da contraltare alla situazione lombarda troviamo Perugia, che si classifica come la migliore città italiana per dormire bene. Il capoluogo umbro vanta il punteggio più elevato per la qualità dell’aria, 78 su 100, e un livello di inquinamento acustico e luminoso molto contenuto, con un punteggio di appena 38,3 su 100. A questi fattori si aggiunge una presenza significativa di spazi verdi, che coprono il 64% della superficie cittadina, creando un ambiente naturale e salubre ideale per il riposo.
Anche la connessione internet a Perugia, più lenta rispetto alla media nazionale con circa 98 Mbps, potrebbe paradossalmente rappresentare un vantaggio, scoraggiando l’utilizzo prolungato di dispositivi elettronici nelle ore serali. Questa combinazione di fattori ambientali e tecnologici rende Perugia la città italiana dove è più facile godere di un sonno profondo e riparatore.
Al secondo posto nella classifica delle città dove si dorme meglio troviamo Reggio Calabria, che beneficia della presenza di ampi spazi verdi (57% del territorio) e di una discreta qualità dell’aria, con un punteggio di 60 su 100. La città calabrese presenta anche un numero inferiore di caffetterie rispetto ad altre città italiane, suggerendo un possibile minor consumo di caffeina da parte dei suoi abitanti, fattore che potrebbe influire positivamente sulla qualità del sonno.
Sul terzo gradino del podio si trovano, a pari merito, Foggia e Messina. Foggia vanta un punteggio per la qualità dell’aria di 71 su 100, un livello moderato di inquinamento acustico e luminoso (42 su 100) e un numero relativamente basso di bar (14 per 100mila abitanti), indicatore di un possibile minor consumo di caffeina. Messina, invece, presenta un punteggio di qualità dell’aria di 61 su 100 e ben il 53% di spazi verdi, creando un ambiente favorevole al riposo notturno.
L’impatto dei problemi di sonno sulla salute
Ma quali sono le conseguenze di una cattiva qualità del sonno? Secondo Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e clinical director di Unobravo, “Il sonno è un bisogno fondamentale per il benessere fisico, mentale ed emotivo. Riposare correttamente, cioè circa 7-8 ore al giorno, regola il metabolismo e aiuta il cervello ad eliminare le tossine dai tessuti neurali, elaborare informazioni e migliorare l’apprendimento, riducendo anche stress e ansia”.
I dati emersi dallo studio di Unobravo sono preoccupanti: il 62,4% degli italiani dichiara di subire ripercussioni nella vita quotidiana a causa dei problemi legati al sonno, con gravi riduzioni dell’efficienza diurna. Le difficoltà non riguardano solo la fase di addormentamento: quasi un terzo delle persone (32,5%) ha difficoltà a mantenere un sonno costante, mentre la metà (55%) si sveglia troppo presto, impedendo di completare i cicli di sonno necessari per recuperare le energie.
Particolarmente allarmante è il dato relativo allo stress e all’ansia, che caratterizzano le notti di oltre due terzi degli italiani (68,3%). Un circolo vizioso in cui lo stress impedisce di dormire bene e la mancanza di sonno aumenta ulteriormente i livelli di stress, con conseguenze negative sulla salute fisica e mentale.
Cosa fare per migliorare la qualità del sonno
Nonostante le condizioni ambientali sfavorevoli, esistono strategie che possono aiutare a migliorare la qualità del sonno anche nelle città più problematiche come Brescia e Milano. Gli esperti consigliano di creare una routine serale rilassante, limitare l’esposizione alla luce blu dei dispositivi elettronici almeno un’ora prima di coricarsi e mantenere la camera da letto fresca, buia e silenziosa.
Anche l’attività fisica regolare può contribuire a migliorare la qualità del sonno, purché non venga praticata nelle ore serali. È consigliabile inoltre evitare pasti pesanti, alcol e caffeina nelle ore precedenti al riposo. Per chi vive in città particolarmente rumorose e inquinate, l’utilizzo di tappi per le orecchie, mascherine per gli occhi e purificatori d’aria può rappresentare una soluzione efficace per contrastare gli effetti negativi dell’ambiente urbano.
In ultima analisi, lo studio di Unobravo evidenzia come la qualità dell’ambiente urbano influisca significativamente sul benessere dei cittadini, con particolare riferimento alla qualità del sonno. Le città lombarde, e in particolare Brescia, sono chiamate a intraprendere azioni concrete per migliorare la qualità dell’aria, ridurre l’inquinamento acustico e luminoso e aumentare la presenza di spazi verdi, al fine di garantire ai loro abitanti la possibilità di godere di un sonno ristoratore, elemento fondamentale per la salute e la qualità della vita.