Delitto di Garlasco, svolta nelle indagini: trovato un martello nel canale di Tromello

Nel canale di Tromello, durante nuove ricerche legate al delitto di Garlasco, è stato trovato un martello compatibile con l’oggetto mancante dalla casa di Chiara Poggi, uccisa nel 2007. L’attrezzo, insieme ad altri reperti, sarà ora analizzato per stabilire l’eventuale collegamento con le ferite della vittima e con il delitto.

Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, registra una nuova svolta investigativa a distanza di diciotto anni dai fatti. Nel corso di una serie di perquisizioni e ricerche disposte dalla Procura di Pavia, i vigili del fuoco e la protezione civile hanno dragato un canale nel territorio di Tromello, località vicina a Garlasco, recuperando alcuni oggetti metallici tra cui un martello, attrezzo che la famiglia Poggi ha sempre dichiarato mancare dalla villetta teatro del delitto.

Il ritrovamento è avvenuto nei pressi di una casa disabitata appartenuta alla famiglia Cappa, cugine della vittima, in un tratto di circa trecento metri di canale che non veniva dragato da prima del 2007. L’operazione, condotta su impulso di una nuova testimonianza raccolta dagli inquirenti, mirava in origine alla ricerca di un attizzatoio da camino, ipotizzato come possibile arma del delitto sulla base di alcune dichiarazioni. Tuttavia, la madre di Chiara Poggi ha ribadito che tutti gli attrezzi del camino risultano presenti in casa, mentre l’unico oggetto effettivamente mancante è proprio un martello, dettaglio confermato anche dagli atti processuali e dalle perizie medico-legali svolte negli anni.

Secondo le ricostruzioni, il martello è stato recuperato insieme ad altri attrezzi da lavoro e a un bracciolo di una sedia in ferro, individuati grazie all’utilizzo di metal detector durante le operazioni di dragaggio. L’oggetto è stato posto sotto sequestro e, come precisato dagli inquirenti, sarà ora sottoposto a una serie di analisi tecnico-scientifiche per verificarne l’eventuale compatibilità con le ferite riportate dalla vittima, in particolare con la lesione a forma quadrata nella parte posteriore del cranio e i tagli vicino alle sopracciglia, elementi che secondo la maggior parte dei consulenti chiamati nei processi sarebbero riconducibili proprio a un martello, probabilmente di tipo “a coda di rondine”.

L’importanza del ritrovamento risiede nel fatto che, sin dalle prime fasi dell’inchiesta, il martello è stato indicato come l’unico oggetto scomparso dalla casa dei Poggi e, secondo i periti, compatibile con le ferite riscontrate sul corpo di Chiara. Tuttavia, la prudenza tra gli investigatori rimane massima: si tratta di un attrezzo di uso comune e solo le analisi potranno stabilire se si tratti davvero dell’arma impiegata la mattina del delitto. Le indagini dovranno accertare anche da quanto tempo il martello si trovasse nel canale, considerato che il tratto in questione non era stato mai dragato dopo l’estate del 2007 e che il corso d’acqua, nel frattempo, ha subito piene e alluvioni che potrebbero aver alterato la posizione originaria degli oggetti rinvenuti.

Il nuovo impulso investigativo è nato da una testimonianza raccolta nei mesi scorsi, secondo la quale una ragazza sarebbe stata vista gettare un oggetto metallico nel canale proprio la mattina dell’omicidio. Questa versione, che richiama una precedente dichiarazione poi ritrattata da un tecnico del gas, ha portato gli inquirenti a concentrare le ricerche in prossimità della casa della nonna delle gemelle Cappa, cugine della vittima, che tuttavia non risultano indagate. La Procura di Pavia ha scelto di mantenere il massimo riserbo, sottolineando come la rilevanza degli oggetti recuperati potrà essere valutata solo all’esito delle analisi di laboratorio.

Parallelamente, le indagini si stanno concentrando anche su altri elementi emersi negli ultimi mesi, tra cui alcune tracce di materiale genetico rinvenute sotto le unghie della vittima e giudicate “perfettamente sovrapponibili” al DNA di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara e recentemente iscritto nel registro degli indagati. La Procura ha disposto un incidente probatorio per analizzare nuovamente questi reperti e confrontarli con il profilo genetico dell’indagato, che in un primo momento si era rifiutato di fornire un campione biologico. Sono stati inoltre acquisiti e depositati agli atti centinaia di messaggi scambiati tra alcuni dei protagonisti della vicenda nei mesi precedenti al delitto, con particolare attenzione alla cerchia di amici e conoscenti che frequentavano la villetta di via Pascoli.

La famiglia Poggi, tramite il proprio legale, ha espresso cautela e attesa nei confronti degli sviluppi, ribadendo la necessità di accertamenti rigorosi e sottolineando come il martello sia stato da sempre l’unico oggetto mancante dall’abitazione. Gli inquirenti, dal canto loro, invitano alla prudenza e sottolineano che la sola presenza di un martello nel canale non basta a stabilire un collegamento diretto con il delitto, specie dopo un arco temporale così ampio. Solo le analisi balistiche, biologiche e la comparazione con le lesioni potranno chiarire se l’attrezzo sia effettivamente l’arma del delitto e se possa riaprire scenari investigativi rimasti finora inesplorati.

Il delitto di Garlasco, che ha visto la condanna definitiva dell’allora fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, rimane uno dei casi più controversi della cronaca giudiziaria italiana. La recente riapertura delle indagini, la comparsa di nuovi testimoni e il ritrovamento di reperti potenzialmente compatibili con l’arma del delitto restituiscono centralità a una vicenda che, a distanza di quasi due decenni, continua a sollevare interrogativi e a richiedere risposte fondate su elementi oggettivi e verificabili.