Il Reddito di Libertà rappresenta una misura di sostegno economico rivolta alle donne vittime di violenza, con l’obiettivo di favorire percorsi di autonomia abitativa, personale e di emancipazione, nonché di sostenere il percorso scolastico e formativo dei figli minori. Introdotto per rispondere all’esigenza di accompagnare le donne in uscita da situazioni di violenza domestica o di genere, questo contributo si inserisce tra gli strumenti di welfare sociale attivi a livello nazionale e può essere integrato da risorse regionali dove previsto.
Il Reddito di Libertà, per l’anno 2025, prevede un contributo massimo di 500 euro mensili, erogato in un’unica soluzione per un periodo massimo di dodici mesi. Questa somma, esente da IRPEF, risulta cumulabile con altri strumenti di sostegno economico, come l’Assegno di Inclusione o l’indennità di disoccupazione Naspi, senza che ciò comporti la decadenza dal beneficio. La misura è stata oggetto di diverse modifiche nel corso degli anni, con l’ultimo adeguamento che ha portato l’importo massimo dai precedenti 400 euro agli attuali 500 euro mensili, in risposta alle richieste di maggiore sostegno economico e all’incremento dei costi della vita.
Il contributo si rivolge esclusivamente alle donne vittime di violenza, sole o con figli minori a carico, che siano già seguite da centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni o dai servizi sociali locali. Tra i requisiti fondamentali vi sono la residenza sul territorio italiano, la cittadinanza italiana o comunitaria, oppure, per le cittadine di Stati extracomunitari, il possesso di un regolare permesso di soggiorno. È inoltre necessario che la richiedente abbia avviato un percorso di fuoriuscita dalla violenza presso un centro antiviolenza riconosciuto e si trovi in una condizione di povertà, vulnerabilità o urgenza, certificata dal servizio sociale professionale di riferimento.
La domanda per il Reddito di Libertà deve essere presentata presso il Comune di residenza della richiedente, utilizzando l’apposito modulo SR208 scaricabile dal sito dell’INPS. La procedura prevede che la domanda possa essere inoltrata direttamente dalla donna interessata oppure tramite un rappresentante legale o un delegato. All’interno del modulo devono essere inseriti i dati anagrafici della richiedente, per le cittadine extra UE i dati relativi al titolo di soggiorno, il riferimento al centro antiviolenza che segue la donna e la modalità di pagamento scelta, che può essere un conto corrente o postale, un libretto di risparmio dotato di IBAN o una carta prepagata dotata di IBAN, purché intestati o cointestati alla beneficiaria. In caso di accredito su IBAN Area SEPA extra Italia, è necessario allegare anche il modulo di identificazione finanziaria MV70.
Un aspetto centrale della procedura è rappresentato dalle attestazioni che devono essere allegate alla domanda: il rappresentante legale del centro antiviolenza deve certificare il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso dalla donna, mentre il servizio sociale professionale di riferimento deve attestare lo stato di bisogno, ordinario o straordinario, che giustifica la richiesta del contributo. Alla modulistica va inoltre allegata una copia di un documento di riconoscimento in corso di validità. La domanda, una volta compilata e corredata di tutta la documentazione richiesta, viene trasmessa dal Comune all’INPS, che ne prende in carico la registrazione e attribuisce un codice univoco, dal quale risultano la data, l’ora di invio e la posizione in graduatoria regionale.
L’accoglimento delle domande dipende dalla disponibilità delle risorse regionali e segue rigorosamente l’ordine cronologico di invio all’INPS. L’esito della richiesta viene comunicato sia al Comune sia alla diretta interessata tramite i recapiti forniti in fase di presentazione della domanda. In caso di accoglimento, il contributo viene erogato con le modalità indicate nella domanda. È importante sottolineare che, per l’anno in corso, le domande possono essere presentate dal 5 marzo al 31 dicembre 2025; per gli anni successivi, la finestra temporale si estende dal 1° gennaio al 31 dicembre di ogni anno. Le domande non accolte per mancanza di fondi decadono automaticamente al termine dell’anno di riferimento, ma le interessate hanno la possibilità di ripresentare la richiesta negli anni successivi.
La misura, istituita per assicurare l’indipendenza economica e sostenere l’emancipazione delle donne vittime di violenza, mira anche a contenere i gravi effetti economici che spesso accompagnano la fuoriuscita da contesti familiari o relazionali violenti. Il Reddito di Libertà si inserisce in un quadro più ampio di politiche di protezione e inclusione sociale, ponendo particolare attenzione alle situazioni di urgenza e bisogno che caratterizzano le donne in condizioni di vulnerabilità. Le Regioni possono inoltre integrare la misura con risorse proprie, ampliando la platea delle beneficiarie o incrementando l’importo del contributo nei limiti delle disponibilità finanziarie locali.
Per facilitare la presentazione delle istanze, l’INPS ha predisposto una piattaforma digitale che consente ai Comuni di trasmettere le domande in modo rapido e tracciabile. In alcuni territori è possibile che sia attiva anche una procedura online diretta per le cittadine, ma è sempre consigliabile rivolgersi agli sportelli comunali per verificare le modalità operative adottate localmente. La verifica dei requisiti e la corretta compilazione della domanda rappresentano passaggi fondamentali per l’accesso alla misura, così come il rispetto delle scadenze stabilite a livello nazionale e locale.
Il Reddito di Libertà si conferma dunque uno strumento essenziale nel panorama delle politiche di contrasto alla violenza di genere, offrendo un supporto concreto e immediato alle donne che scelgono di intraprendere un percorso di autonomia e di ricostruzione della propria vita, spesso in condizioni di estrema difficoltà e isolamento. La misura, pur soggetta alla disponibilità delle risorse stanziate annualmente, rappresenta un segnale di attenzione istituzionale verso una delle emergenze sociali più gravi e persistenti del nostro tempo.