Tommaso Zorzi si racconta: “La droga fu una debolezza, non mi vergogno”

Tommaso Zorzi racconta senza filtri il suo passato segnato dall’uso occasionale di droghe, definendolo una debolezza e sottolineando l’importanza di affrontare le proprie fragilità senza vergogna.
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In una recente intervista, Tommaso Zorzi ha scelto di affrontare pubblicamente un capitolo delicato della propria vita, parlando senza reticenze dell’uso di sostanze stupefacenti nel suo passato. L’ex vincitore del Grande Fratello Vip e noto volto televisivo ha spiegato che il periodo in cui ha fatto uso di droga rappresenta per lui una fase “rock and roll”, un momento caratterizzato da eccessi che non rinnega, ma che oggi riesce a guardare con la giusta distanza e consapevolezza.

Sì, io racconto di un passato mio, che ho avuto. Quella è una cosa vera che mi porto dentro. È stato un periodo rock and roll della mia vita che c’è stato senza dubbio. Devi sapere che io non lo rinnego, non rinnego nulla e riesco a parlare di tutto, riesco anche a scherzare su cose che hanno fatto soffrire me e soprattutto la mia famiglia. Ho deciso di raccontare anche quella parte, anche per riconoscere che ho metabolizzato quella cosa, non credo ci sia nulla di cui vergognarsi, ognuno di noi ha le sue fragilità e le sue debolezze. Io ho avuto questa e la si gestisce e si va avanti“, ha dichiarato Zorzi, sottolineando come la scelta di condividere pubblicamente questa esperienza sia frutto di un percorso di elaborazione personale e di maturità emotiva.

L’autore e conduttore ha precisato che il suo rapporto con la droga non si è mai trasformato in una vera e propria dipendenza, ma si è limitato a un uso occasionale, circoscritto ai fine settimana: “Non ero un tossicodipendente, ne facevo uso il sabato sera, che è comunque sbagliato“. Questa distinzione, tuttavia, non sminuisce il peso che tale esperienza ha avuto nella sua vita e in quella delle persone a lui vicine. Zorzi ha infatti riconosciuto che la sofferenza causata da quel periodo ha coinvolto non solo lui, ma anche la sua famiglia, la quale ha vissuto momenti di preoccupazione e dolore.

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Nel corso dell’intervista, Zorzi ha tracciato un parallelo tra la propria esperienza e quella della Marchesa Luisa Casati Stampa, figura centrale del suo ultimo libro “Divina!”, sottolineando come entrambi abbiano vissuto momenti di eccesso e fragilità. “Se devo trovare delle analogie tra me e la Marchesa questa è una di quelle. Anche lei aveva le sue dipendenze. Però finisce lì”, ha spiegato, rimarcando la volontà di non lasciarsi definire esclusivamente dagli errori del passato, ma di considerarli parte di un percorso più ampio di crescita personale.

L’apertura di Zorzi sull’argomento si inserisce in un contesto più ampio di riflessione pubblica sulle fragilità individuali e sulla necessità di superare lo stigma legato alle dipendenze. “Non mi vergogno, ognuno ha avuto la sua debolezza e questa è stata la mia, ma si riesce a gestire”, ha ribadito, sottolineando come la capacità di affrontare e superare i momenti difficili sia parte integrante del percorso umano di ciascuno. Zorzi ha inoltre evidenziato l’importanza dell’autoironia come strumento di difesa e di elaborazione del dolore, affermando che “l’ironia è una corazza per mascherare il senso di vuoto”, una strategia che gli ha permesso di affrontare con leggerezza anche gli aspetti più dolorosi della propria esistenza.

Il racconto di Zorzi si distingue per la sua onestà e per la volontà di non nascondere le proprie vulnerabilità, offrendo un esempio di come sia possibile parlare apertamente di temi spesso considerati tabù senza cadere nella retorica della condanna o dell’autoassoluzione. L’ex opinionista ha infatti sottolineato che non esiste nulla di cui vergognarsi nell’ammettere le proprie debolezze, poiché “ognuno di noi ha le sue fragilità e le sue debolezze”. La sua testimonianza si inserisce in un filone sempre più diffuso di personaggi pubblici che scelgono di condividere esperienze personali difficili con il pubblico, contribuendo a una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione sociale sul tema delle dipendenze e della salute mentale.

Zorzi ha inoltre voluto precisare che, nonostante il passato segnato dall’uso di sostanze, oggi custodisce con grande attenzione il proprio lato privato e si impegna a mantenere un equilibrio tra la vita pubblica e quella personale. “Custodisco con grande gelosia il mio lato personale perché mi tiene sano di mente. Non è sempre stato così, ma con il tempo ho capito dove è la mia ‘riga’ e la traccio netta tra lavoro e vita privata”, ha affermato, evidenziando la maturità raggiunta nel gestire la propria immagine pubblica e le relazioni personali.

Il percorso di Tommaso Zorzi, segnato da momenti di fragilità e da una costante ricerca di equilibrio, rappresenta un esempio significativo di come sia possibile affrontare pubblicamente temi complessi come quello delle dipendenze senza cedere alla spettacolarizzazione o al vittimismo. La sua scelta di raccontarsi senza filtri, riconoscendo gli errori ma anche la capacità di superarli, offre uno spunto di riflessione sulla necessità di un approccio più umano e comprensivo verso chi si trova ad affrontare situazioni simili. In un contesto mediatico spesso incline al giudizio sommario, la testimonianza di Zorzi si distingue per rigore, lucidità e una rara capacità di autoanalisi.