L’estate meteorologica 2025, che inizierà ufficialmente domenica 1° giugno mentre quella astronomica prenderà il via sabato 21 giugno, si prospetta come una delle stagioni più torride degli ultimi decenni secondo le più recenti proiezioni climatiche elaborate dai principali centri meteorologici internazionali, con particolare riferimento ai modelli del Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio termine (ECMWF) con sede a Bologna. Le simulazioni numeriche indicano un quadro preoccupante caratterizzato da temperature notevolmente superiori alle medie stagionali su gran parte del continente europeo, con anomalie termiche particolarmente significative sul bacino del Mediterraneo centro-occidentale, Italia compresa.
L’elemento che desta maggiore preoccupazione negli esperti è rappresentato dalle temperature superficiali del Mar Mediterraneo, che negli ultimi anni hanno registrato incrementi allarmanti e che potrebbero favorire prolungate ed intense ondate di calore, amplificando ulteriormente i valori termici già elevati. Secondo i dati pubblicati recentemente dalla Copernicus Climate Change Service (C3S), già i mesi di marzo e aprile 2025 hanno fatto registrare valori significativamente superiori alla media, con l’Europa che ha vissuto un marzo particolarmente caldo, risultando il più caldo mai registrato per il continente.
Le proiezioni stagionali di ECMWF SEAS5, aggiornate a maggio 2025, evidenziano un’estate estremamente calda per l’Italia, con temperature persistentemente sopra media da giugno a ottobre. Tuttavia, gli esperti sottolineano che le anomalie mostrate nelle mappe sono spesso conservative, ovvero tendono a sottostimare gli scarti reali rispetto alle medie climatiche di riferimento 1991-2020. In un contesto di riscaldamento climatico già in atto, ciò implica che le temperature effettive potrebbero superare anche di 2-3°C i valori indicati, generando così una stagione estiva potenzialmente da record.
Un’Italia divisa tra caldo estremo e violenti temporali
Le regioni settentrionali dovranno affrontare un’estate caratterizzata dall’alternanza tra fasi di caldo intenso e periodi di marcata instabilità atmosferica. Il contrasto termico tra l’aria molto calda presente nei bassi strati, particolarmente persistente nella Valle Padana, e le correnti più fresche in discesa dall’Europa settentrionale potrebbe innescare fenomeni meteorologici di estrema violenza. Le aree alpine, prealpine e le alte pianure saranno particolarmente esposte a temporali di forte intensità, con elevato rischio di nubifragi localizzati, grandinate di grandi dimensioni e raffiche di vento distruttive.
Lombardia, Veneto e Piemonte risulteranno le regioni maggiormente vulnerabili a questi eventi estremi, con una configurazione barica che favorisce l’instaurarsi di condizioni meteorologiche potenzialmente pericolose, soprattutto nella prima parte dell’estate. Il contrasto tra masse d’aria calda e aria fresca in quota – magari favorito da gocce fredde o infiltrazioni atlantiche – potrebbe rendere il clima instabile e imprevedibile, trasformando anche un temporale isolato in un evento potenzialmente distruttivo.
Al Centro Italia, invece, le proiezioni indicano condizioni di siccità più pronunciate, con pochi fenomeni temporaleschi che potrebbero interessare solo occasionalmente le aree più interne e appenniniche. Le regioni centrali potrebbero facilmente sperimentare temperature molto elevate, con massime che potrebbero frequentemente raggiungere i 38-40°C, specialmente nelle zone interne di Toscana, Umbria e Lazio. La scarsità di precipitazioni, unita alle temperature estremamente elevate, determinerà inoltre un sensibile incremento del rischio di incendi boschivi, particolarmente nelle aree rurali e forestali.
Sud e Isole, caldo torrido e assenza di piogge
Nel Meridione e nelle grandi isole italiane – Sicilia e Sardegna su tutte – l’estate 2025 rischia di essere ancora più estrema. Le proiezioni stagionali mostrano un quadro dominato da alta pressione persistente, cieli sereni e pochissimi episodi di pioggia significativi. Le temperature massime potrebbero frequentemente superare i 40°C, con punte di 44-45°C in Puglia, Sicilia e Calabria ionica, accompagnate da condizioni di afa estrema e un deficit idrico crescente che potrebbe mettere sotto pressione agricoltura, zootecnia e risorse idriche.
Un elemento particolarmente preoccupante per le aree urbane è rappresentato dalla possibilità di sperimentare le cosiddette “notti tropicali”, ovvero periodi durante i quali le temperature notturne non scendono al di sotto dei 30°C, condizione che potrebbe protrarsi per oltre un mese consecutivo nelle aree più esposte all’influenza dell’anticiclone africano. Le principali aree metropolitane italiane come Roma, Napoli e Palermo saranno particolarmente vulnerabili al fenomeno dell’isola di calore urbana, caratterizzato dall’innalzamento delle temperature nelle aree densamente edificate rispetto alle zone rurali circostanti.
Heat Dome, il nuovo pericolo dell’Estate 2025
Nel contesto meteorologico previsto, si fa concreta la possibilità dell’instaurarsi di una Heat Dome, o “cupola di calore”, una struttura atmosferica persistente e semi-stazionaria in cui un campo di alta pressione molto esteso si stabilizza sull’area interessata. L’aria calda, compressa dalla pressione, tende a scaldarsi ulteriormente per compressione adiabatica, restando intrappolata nei bassi strati e impedendo l’ingresso di correnti fresche. Questo fenomeno potrebbe manifestarsi con particolare intensità tra luglio e agosto, portando a ondate di calore persistenti con temperature massime eccezionalmente elevate.
Secondo le mappe previsionali ECMWF SEAS5, a luglio e agosto 2025, molte aree dell’Italia centrale e meridionale potrebbero registrare medie mensili di temperatura superiori alla norma anche di +3°C, un’anomalia eccezionale in chiave climatologica. Valori medi attorno ai 28-30°C al Sud e sulle Isole non sono da escludere, mentre l’isoterma di +20°C a 850 hPa (circa 1500 metri) potrebbe permanere per più giorni consecutivi, condizione favorevole a massime fino a 42-45°C nelle pianure meridionali.
Le preoccupanti previsioni per l’estate italiana si inseriscono in un contesto climatico europeo già segnato da record significativi. Secondo il rapporto European State of the Climate 2024 (ESOTC 2024), rilasciato ad aprile 2025 dalla Copernicus Climate Change Service e dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato per l’Europa, con temperature record nelle regioni centrali, orientali e sudorientali. Il continente europeo si conferma quello con il più rapido tasso di riscaldamento a livello globale, con impatti sempre più evidenti e tangibili.
Il rischio di eventi meteorologici estremi è ulteriormente amplificato dall’innalzamento dello zero termico, che nel corso dell’estate 2025 potrebbe frequentemente superare la quota dei 5000 metri di altitudine, compromettendo ulteriormente la salute dei ghiacciai alpini e favorendo la formazione di temporali particolarmente violenti nelle aree montuose. La combinazione tra caldo estremo in pianura e correnti più fresche in quota potrebbe determinare l’instaurarsi di condizioni particolarmente favorevoli allo sviluppo di fenomeni temporaleschi di forte intensità, con elevato rischio di precipitazioni abbondanti e concentrate, grandinate di grandi dimensioni e raffiche di vento distruttive.
I modelli previsionali suggeriscono che l’estate 2025 segnerà un ulteriore passo verso condizioni meteorologiche sempre più estreme e imprevedibili, con impatti significativi su numerosi settori economici e sociali, dalla gestione delle risorse idriche alla salute pubblica, dal settore agricolo al turismo. La capacità di adattamento e la messa in campo di efficienti strategie di prevenzione rappresenteranno elementi cruciali per affrontare al meglio una stagione che potrebbe rivelarsi tra le più difficili degli ultimi decenni.