L’ondata di maltempo che sta interessando l’Italia in questi giorni raggiunge oggi, martedì 25 novembre 2025, uno dei suoi momenti più significativi dal punto di vista nivometeorologico, con nevicate che coinvolgono in maniera diversa Alpi, Prealpi e tratti dell’Appennino, mentre sulle pianure e sulle coste prevalgono piogge diffuse, venti intensi e un generale contesto di clima invernale anticipato.
Il quadro sinottico è dominato da una profonda circolazione depressionaria centrata sull’Italia centrale, alimentata da aria fredda nord-atlantica che scorre sopra un Mediterraneo ancora relativamente mite, generando un marcato contrasto termico e favorendo la formazione di un sistema perturbato organizzato. Questo assetto atmosferico determina precipitazioni abbondanti soprattutto sulle regioni tirreniche del Centro-Sud e sul Triveneto, mentre sul settore alpino si osservano nevicate a quote variabili, in genere comprese tra gli 800 e i 1500 metri a seconda dei versanti e delle fasi della giornata.
Sulle Alpi centro-orientali la neve rappresenta il fenomeno più rilevante: i fiocchi sono attesi in particolare tra Alto Adige, Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia, con quota neve che nelle prime ore del mattino può collocarsi intorno ai 700-900 metri per poi risalire nel corso della giornata verso i 1400-1500 metri, salvo nuovi cali serali legati all’ingresso di aria più fredda in quota.
In Trentino-Alto Adige sono previste nevicate deboli o localmente moderate sui comprensori montani, con accumuli più consistenti oltre i 1000-1200 metri. Le aree maggiormente interessate risultano le vallate interne e i versanti esposti ai flussi umidi sud-occidentali, con possibili nuovi centimetri di neve fresca su località sciistiche già imbiancate nei giorni precedenti. In alcune valli più basse le precipitazioni possono assumere carattere misto pioggia-neve, soprattutto nelle ore centrali, per poi tornare nevose laddove la colonna d’aria tornerà a raffreddarsi in serata.
In Veneto, il settore alpino e prealpino centro-orientale tra le province di Belluno e, in parte, Vicenza vede precipitazioni che sulle cime si presentano nevose dagli 800-1200 metri, con intensità variabile ma in grado di determinare accumuli significativi oltre i 1300-1500 metri, specie sui rilievi esposti ai flussi meridionali umidi provenienti dall’Adriatico. Nella prima parte della giornata le nubi restano compatte e i fenomeni diffusi, mentre nel pomeriggio è previsto un graduale miglioramento con schiarite in propagazione da ovest.
In Friuli Venezia Giulia le stesse correnti perturbate determinano precipitazioni intense soprattutto sulle aree montane delle province di Udine e Pordenone, dove gli accumuli pluviometrici in 24 ore possono superare i 100 millimetri. In quota la componente fredda dell’afflusso nord-atlantico consente nevicate sui settori alpini con quota neve iniziale attorno ai 900-1000 metri, in successivo rialzo ma con possibili nuovi cali nelle ore serali. Le condizioni di forte maltempo e i possibili accumuli di neve fresca sui passi alpini richiedono particolare attenzione alla viabilità transalpina.
Nel Nordovest la situazione appare più sfumata: tra Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria di Ponente la giornata di oggi, in termini di fenomeni, risulta in parte meno perturbata rispetto alle regioni di Nordest. I cieli si presentano in prevalenza poco o irregolarmente nuvolosi in pianura, mentre i rilievi alpini occidentali conservano un manto nevoso già significativo accumulato nelle scorse 24-48 ore. Non si escludono ulteriori deboli nevicate residue sui settori di confine e nelle alte valli, ma in un contesto di progressivo miglioramento e di aumento della pressione atmosferica.
In Lombardia la perturbazione odierna si manifesta con cielo spesso coperto e qualche precipitazione sparsa soprattutto sui settori prealpini e sulle province più orientali. La neve resta confinata ai rilievi, in particolare tra le province di Sondrio e le alte valli bergamasche e bresciane, con quota neve in genere superiore agli 800-1000 metri, in graduale rialzo nel pomeriggio. Sulla pianura centro-occidentale, tra Milano, Pavia, Lodi e parte di Monza e Brianza, la giornata si presenta più asciutta, seppure con clima freddo e invernale.
In Emilia-Romagna le precipitazioni risultano in esaurimento già dalle prime ore su molte province occidentali, come Parma, Reggio Emilia e Modena, mentre insistono ancora, seppur in attenuazione, tra Bologna, Forlì-Cesena e Rimini. Lungo il crinale appenninico emiliano-romagnolo, tra le province di Modena, Bologna e Forlì-Cesena, sono possibili nevicate in quota, generalmente oltre i 1200-1400 metri, con accumuli modesti ma in grado di incrementare il manto già presente sulle cime.
Scendendo verso il Centro, la neve torna protagonista anche sugli Appennini, seppure a quote mediamente più elevate rispetto all’arco alpino. Sulla dorsale umbro-marchigiana e abruzzese sono attese nevicate dai 1300-1500 metri, in particolare sui settori interni delle province di Perugia, Macerata, L’Aquila e Teramo, dove le precipitazioni risultano più continue e organizzate lungo il versante adriatico e nelle aree di confine con il Lazio. Qui il maltempo conserva carattere spiccato, con piogge nei fondovalle e neve che va a interessare le creste appenniniche e i principali comprensori montani.
Sull’Appennino tosco-emiliano e tosco-romagnolo la fase più intensa del peggioramento è legata alle ore comprese tra la notte e il primo mattino, con quota neve che si colloca attorno ai 1000-1200 metri, localmente più in basso sui versanti esposti ai venti di Libeccio. Con il progressivo miglioramento previsto in giornata sulla Toscana e sull’Emilia, i fenomeni tendono a concentrarsi sui versanti adriatici e sul Centro-Sud, lasciando sui rilievi un manto nevoso irregolare ma in alcuni casi consistente a partire dai 1400 metri.
Nelle regioni meridionali la neve resta confinata alle quote più alte della dorsale appenninica. Tra Molise, Campania interna, Basilicata e Calabria le precipitazioni, prevalentemente piovose nei fondovalle e sulle aree costiere tirreniche, possono assumere carattere nevoso soltanto oltre i 1500-1700 metri, interessando i principali massicci come il Matese, il Sirino, il Pollino e, più a sud, le cime dell’Aspromonte. Si tratta di nevicate che contribuiscono a costruire progressivamente il manto stagionale in alta quota, mentre alle quote inferiori prevalgono piogge a tratti intense e accompagnate da venti forti.
In Sicilia e Sardegna il quadro nivologico è ancora marginale: i fenomeni più rilevanti sono legati alle piogge e alle raffiche di Maestrale e Libeccio, con neve confinata alle cime più elevate, come l’Etna e il Gennargentu, dove alle quote superiori ai 1800-2000 metri non si escludono brevi episodi nevosi o misti.
Le temperature, nel complesso, risultano inferiori alla media stagionale sulle regioni settentrionali e sui rilievi, con valori minimi prossimi o lievemente inferiori allo zero nelle pianure interne del Nord e massime spesso comprese tra 8 e 10 gradi, mentre al Centro-Sud si attestano su valori più miti, con punte fino a 18-20 gradi sulle aree costiere meridionali e sulle isole maggiori, generando un marcato contrasto termico lungo la Penisola.
Il contesto generale per la giornata di oggi, martedì 25 novembre 2025, vede dunque la neve protagonista soprattutto sulle Alpi centro-orientali e sui principali rilievi appenninici, con accumuli via via più significativi al crescere della quota, mentre nelle aree di pianura e lungo le coste prevalgono piogge, rovesci e vento forte. Per gli spostamenti sulle strade di montagna e sui valichi alpini e appenninici si raccomanda il costante aggiornamento delle condizioni meteo e della viabilità, in un quadro che rimane dinamico e in evoluzione anche nelle prossime 24 ore.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
