L’Unione europea imporrà una tassa su miliardi di pacchi di piccole dimensioni che entrano nell’UE, principalmente provenienti dalla Cina, infliggendo un nuovo colpo ai rivenditori online come Temu e Shein. La proposta di Bruxelles, illustrata dal commissario europeo per il Commercio Maros Sefcovic davanti alla commissione Mercato interno del Parlamento europeo, prevede l’introduzione di una tassa forfettaria di 2 euro su ogni spedizione di basso valore proveniente da paesi extra-UE, con particolare attenzione alla Cina. La misura arriva in seguito alle pressioni degli Stati membri, le cui autorità doganali sono sopraffatte dai 4,6 miliardi di articoli importati ogni anno direttamente nelle case dei consumatori europei.
Una tassa per regolamentare il mercato
“Stiamo parlando di 2 euro per pacco, pagati dalla piattaforma”, ha spiegato il commissario Sefcovic durante il suo intervento a Bruxelles. L’idea è quella di colpire specificamente i pacchi di piccolo valore, quelli che valgono meno di 150 euro, la soglia al di sotto della quale le spedizioni provenienti da paesi terzi all’Unione europea sfuggono attualmente ai dazi doganali. Secondo i dati dell’esecutivo comunitario, circa 4,6 miliardi di articoli di valore inferiore a 150 euro sono entrati nel mercato europeo lo scorso anno, ovvero 145 ogni secondo, e di questi ben il 91 per cento proviene dalla Cina.
La tassa di 2 euro sarà utilizzata per finanziare i controlli doganali, come precisato dallo stesso Sefcovic: “Per questo motivo non descriverei queste tasse di gestione come una tassa, ma semplicemente come un modo per compensare i costi”, ha spiegato, elogiando il carico di lavoro “enorme” dei funzionari doganali. Parte del ricavato servirebbe quindi a coprire i costi per supportare l’attività doganale, ingolfata dall’impressionante flusso di piccoli pacchi, ma un’altra parte confluirebbe nel bilancio generale dell’Unione europea, generando potenzialmente entrate annuali per miliardi di euro.
Il boom dei pacchi dalla Cina
Il carico di lavoro delle dogane europee è destinato ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni, considerando le previsioni di un fortissimo incremento di pacchi di basso valore inviati dall’Asia attraverso piattaforme come Shein e Temu. Nel 2024, l’Unione Europea ha registrato l’ingresso di 4,6 miliardi di pacchi di basso valore, con una media di 12 milioni di pacchi al giorno. Secondo quanto riportato da alcuni funzionari europei, il numero di questi piccoli pacchi è addirittura raddoppiato in un solo anno, tra il 2023 e il 2024, passando da 1,9 miliardi a 4,17 miliardi.
Questa rapida crescita è stata alimentata dal successo di piattaforme di e-commerce come Temu e Shein, che offrono prodotti a prezzi estremamente competitivi grazie anche all’attuale esenzione doganale per gli articoli di valore inferiore a 150 euro. La bozza della proposta europea, secondo quanto riportato dal Financial Times, prevede anche una tariffa ridotta di 50 centesimi per i prodotti destinati ai magazzini europei, differenziando quindi tra vendite dirette al consumatore finale e forniture ai grossisti.
Preoccupazioni per sicurezza e concorrenza sleale
La misura proposta dalla Commissione europea non risponde solo all’esigenza di alleggerire il carico di lavoro delle dogane, ma affronta anche preoccupazioni più ampie legate alla sicurezza dei prodotti e alla concorrenza sleale. La Francia, in particolare, ha fatto pressioni per l’introduzione di questa tassa di gestione. Il ministro dell’Economia francese, Eric Lombard, durante un recente intervento all’Ecofin, ha sottolineato come i piccoli pacchi che “stanno davvero invadendo l’Europa” sollevino problematiche legate ai diritti umani, alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza dei cittadini europei.
“Non sappiamo come vengono fabbricati quei prodotti”, ha dichiarato Lombard, evidenziando anche l’impatto ambientale del fenomeno, con “centinaia di aerei che viaggiano dall’Asia all’Europa ogni notte”. Il ministro francese ha inoltre sollevato dubbi sulla sicurezza di molti di questi prodotti, “rischiosi per la vita o l’incolumità” dei cittadini europei, esortando la Commissione ad accelerare il processo di revisione delle norme.
La preoccupazione per la sicurezza dei prodotti importati è condivisa anche dalla Commissione europea. Sefcovic ha infatti sottolineato la necessità di affrontare l’impatto ambientale e normativo del boom dell’e-commerce, denunciando l’aumento di imballaggi superflui, il rischio di merci non sicure e la concorrenza sleale nei confronti dei rivenditori europei. Secondo alcuni studi citati nei documenti comunitari, il 96% dei prodotti importati attraverso questi canali non rispetterebbe pienamente le normative europee, sollevando gravi preoccupazioni per la salute e la sicurezza dei consumatori.
Verso una riforma più ampia dell’Unione doganale
La tassa sui piccoli pacchi si inserisce in un contesto di riforma più ampia dell’Unione doganale, avviata dalla Commissione europea nel marzo 2023. Si tratta della riforma più ambiziosa e completa dal 1968, finalizzata a rispondere alle pressioni cui sono soggette le dogane dell’UE e a razionalizzare gli obblighi dichiarativi per le imprese. Tra le misure proposte figura l’introduzione dell’EU Customs Data Hub, una nuova piattaforma digitale unica che permetterà di registrare i dati relativi ai prodotti una sola volta per più spedizioni, fornendo alle dogane una migliore visione della catena di approvvigionamento.
La proposta prevede anche l’istituzione, a partire dal 2026, di una nuova Autorità doganale dell’UE, che contribuirà a migliorare la cooperazione tra autorità doganali, di vigilanza del mercato e di contrasto a livello nazionale e unionale, implementando la gestione uniforme del rischio. Il Parlamento europeo ha proposto che tale Autorità diventi pienamente operativa dal 1° gennaio 2028.
Parallelamente, la Commissione Europea sta già indagando su vari marketplace online nell’ambito della regolamentazione dei grandi marketplace, con procedimenti avviati contro AliExpress, Amazon, Temu e Shein. L’obiettivo dichiarato è quello di ristabilire condizioni di mercato eque, tutelare i consumatori e rafforzare la sovranità commerciale dell’Unione europea nel contesto di un commercio globale sempre più dominato dalle piattaforme online.