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Dieci gradi in meno grazie al verde urbano, ecco perché piantare alberi ai lati delle strade

Gli alberi urbani rappresentano una soluzione scientificamente provata contro il caldo estremo: possono ridurre le temperature cittadine fino a 10°C.

L’emergenza climatica che attraversa le nostre città durante la stagione estiva richiede soluzioni immediate e scientificamente provate. La piantumazione di alberi lungo le strade e negli spazi urbani rappresenta una strategia tanto efficace quanto radicata nella tradizione urbanistica, capace di ridurre significativamente le temperature cittadine e migliorare la qualità della vita dei residenti.

La stagione estiva 2025 si è aperta con temperature molto al di sopra delle medie stagionali che in alcuni casi hanno superato i +6°C rispetto alle temperature di riferimento. Il fenomeno delle “isole di calore urbane” aggrava ulteriormente questa situazione critica. Nelle città densamente edificate, le temperature possono superare di diversi gradi quelle delle zone rurali circostanti, principalmente a causa dell’abbondanza di superfici artificiali come asfalto e cemento che assorbono e trattengono il calore. Questo effetto, registrato anche nella Treccani come neologismo del 2023, rappresenta una minaccia crescente per la salute pubblica, considerando che il caldo eccessivo contribuisce a migliaia di decessi annui in Europa.

La ricerca scientifica conferma inequivocabilmente l’efficacia della vegetazione urbana nel contrastare le temperature elevate. Uno studio condotto dall’Università del Wisconsin ha dimostrato che nelle zone con copertura arborea superiore al 40%, la variabilità della temperatura dell’aria diurna può ridursi fino a 6°C rispetto alle aree prive di vegetazione. Il professor Andrea Roloff, docente di botanica forestale, ha evidenziato come la differenza di temperatura percepita tra parchi e aree pavimentate possa raggiungere oltre 10°C, grazie all’aumento dell’umidità sotto gli alberi che amplifica l’effetto rinfrescante.

Gli alberi operano attraverso diversi meccanismi naturali di raffreddamento: forniscono ombreggiatura diretta, riducendo la radiazione solare che raggiunge il suolo e gli edifici, e attivano processi di evapotraspirazione che contribuiscono al raffreddamento dell’aria circostante. Un singolo albero di grandi dimensioni può evaporare fino a 400 litri d’acqua in una giornata soleggiata e calda, consumando calore nel processo di evaporazione e creando un effetto di climatizzazione naturale.

Le immagini termiche a infrarossi rivelano che le superfici asfaltate possono essere fino a 40°C più calde sotto la luce solare diretta rispetto alle superfici ricoperte di vegetazione. All’ombra di un albero, la temperatura percepita si riduce alla metà rispetto a quella registrabile sotto il sole cocente, mentre la differenza tra pavimentazioni e aree alberate può raggiungere fino a 15°C.

La consapevolezza dei benefici della vegetazione urbana affonda le sue radici nell’antichità, quando le civiltà mediterranee già riconoscevano l’importanza degli alberi nelle città. Gli antichi Romani distinguevano tra arbores silvestres, presenti naturalmente nei boschi, e arbores urbanae, coltivati all’interno delle città come piante da frutto e da ombra, quali platano, tiglio, cipresso, sicomoro e palma. Plinio nella sua Naturalis Historia documentava come le strade delle antiche metropoli si adornassero di aiuole e piante d’alto fusto destinate ad accrescere il decoro dell’ambiente e costituire uno schermo contro l’ardore del sole nella stagione calda.

Durante il periodo rinascimentale, l’uso degli alberi in ambiente urbano si diffuse principalmente nei grandi giardini della nobiltà, mentre nel periodo arcadico del XVII e XVIII secolo si affermò un approccio più naturalistico alle piantagioni urbane, con alberi lasciati nelle loro forme native e disposti secondo imitazione del loro sito spontaneo in natura. A Roma, i primi viali accompagnati da filari verdi nacquero alla fine del Cinquecento, quando Sisto V fece piantare alberi lungo le ampie vie che collegavano le basiliche.

L’Italia moderna ha una tradizione consolidata nella celebrazione del verde urbano: il primo comune in Italia ed Europa a celebrare la festa degli alberi fu Castiglione dei Pepoli nel 1899, seguito da Bologna e successivamente da Roma, dove nel 1899 circa 50.000 persone parteciparono alla cerimonia di piantumazione di 500 piantine tra pini, querce e lauri.

L’esperienza di Medellín in Colombia rappresenta uno dei casi di studio più significativi per l’implementazione sistematica del verde urbano. La città colombiana ha realizzato 30 corridoi verdi urbani che hanno determinato una riduzione della temperatura media di oltre 3°C. Il progetto Green Corridors ha coinvolto la piantumazione di 8.800 alberi e palme su 65 ettari, concentrandosi principalmente nelle aree precedentemente prive di spazi verdi. L’iniziativa ha integrato 150 “giardinieri cittadini” provenienti da contesti svantaggiati, lavorando insieme a 15 ingegneri forestali specializzati per creare oltre 70 ettari di spazi verdi e 20 chilometri di percorsi ombreggiati.

Gli investimenti nel verde urbano generano ritorni economici significativi che superano ampiamente i costi di implementazione. Un’analisi economica dettagliata ha calcolato che per un parco urbano di 1,2 ettari, i costi di realizzazione ammontano a 112.797 euro (9,40 euro al metro quadrato) con una manutenzione annuale di 9.870 euro (0,82 euro al metro quadrato). Tuttavia, i benefici economici derivanti dai servizi ecosistemici forniti dal verde urbano superano significativamente questi investimenti.

La regolazione della temperatura genera un valore di 2.070 euro per ettaro annui attraverso i costi di energia evitati per il condizionamento e il riscaldamento, considerando che una pianta abbassa di almeno 5°C la temperatura dell’aria in città. I servizi ricreativi producono un valore capitalizzato di 1.561.234 euro, basato sul costo del viaggio sostenuto dai cittadini per raggiungere un parco urbano e sul numero delle visite annue. L’aumento del valore degli immobili rappresenta il beneficio economico più significativo, con incrementi del 4% nei primi 100 metri di distanza da un parco e del 2,2% nei primi 500 metri, generando un valore capitalizzato di 4.608.000 euro.

Il verde urbano migliora la qualità dell’aria assorbendo anidride carbonica e producendo ossigeno, trattenendo il particolato sottile e altri inquinanti dannosi per l’apparato respiratorio. Un singolo albero può trattenere fino a 3.000 litri di acqua ogni anno, permettendo un deflusso più graduale e l’infiltrazione nel terreno sottostante, diminuendo il dilavamento ed evitando le devastanti alluvioni improvvise.

L’Italia ha stanziato attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza 330 milioni di euro per la messa a dimora di 6,6 milioni di alberi in 14 città metropolitane, equivalenti al 15,5% del territorio nazionale. Tuttavia, il WWF ha richiesto al governo di triplicare i fondi destinati al verde urbano per allinearsi con i 3 miliardi di alberi previsti dalla Strategia forestale europea entro il 2030.

Le sfide principali per l’implementazione su larga scala includono difficoltà nell’approvvigionamento delle piantine nei vivai, scarsa conoscenza del patrimonio arboreo nelle città, assenza di tecnici specializzati e insufficiente attenzione alla manutenzione delle infrastrutture verdi. Tuttavia, gli esempi di successo internazionali dimostrano che queste criticità possono essere superate attraverso pianificazione strategica e coinvolgimento della comunità locale.

La creazione di corridoi verdi rappresenta un modello replicabile in altri contesti urbani, offrendo soluzioni concrete per contrastare le sfide ambientali contemporanee. L’esperienza di Medellín ha ispirato altre città colombiane come Bogotá e Barranquilla ad adottare piani simili, mentre San Paolo ha avviato l’espansione dei propri corridoi verdi, dimostrando l’ampio potenziale di questa strategia.

La trasformazione delle città attraverso il verde urbano non rappresenta semplicemente una risposta all’emergenza climatica, ma costituisce un ritorno alla saggezza urbanistica che le civiltà del passato avevano già intuito e praticato. La scienza contemporanea conferma che piantare alberi ai bordi delle strade e nelle città può effettivamente abbassare la temperatura di diversi gradi, offrendo una soluzione naturale, economicamente vantaggiosa e socialmente benefica per affrontare le sfide del cambiamento climatico urbano.

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