Le indagini sul delitto di Chiara Poggi subiscono una svolta decisiva con l’emergere di testimonianze contrastanti che potrebbero demolire definitivamente l’alibi della famiglia Sempio. Daniela Ferrari, madre di Andrea Sempio indagato per omicidio in concorso, aveva sempre sostenuto di essersi recata a Gambolò per fare commissioni la mattina del 13 agosto 2007, ma la versione fornita dall’ex vigile del fuoco Antonio racconta una storia completamente diversa che colloca la donna a Vigevano proprio nelle ore cruciali dell’omicidio.
Secondo quanto emerso dalle ultime ricostruzioni investigative, Antonio, pompiere in pensione che prestava servizio a Vigevano nel 2007, è stato sentito per ben due volte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e la sua testimonianza contrasterebbe in modo significativo con il racconto fornito dalla Ferrari. L’uomo, che conosceva Daniela Ferrari da oltre venticinque anni per aver tenuto un corso sulla sicurezza presso la casa di riposo dove la donna lavorava, avrebbe riferito agli inquirenti una versione dei fatti che mette in seria discussione la credibilità delle dichiarazioni rese dalla madre dell’indagato.
Il punto di rottura nella ricostruzione degli eventi si concentra sull’analisi dei tabulati telefonici che rivelano un’intensa attività di messaggistica tra Daniela Ferrari e l’ex vigile del fuoco nelle ore immediatamente precedenti e successive all’omicidio di Chiara Poggi. Gli investigatori hanno infatti accertato che la sera del 12 agosto il cellulare della Ferrari registrava numerosi scambi di messaggi tra le 21 e le 22, mentre la mattina seguente, alle 8.47, venivano inviati due ulteriori sms all’ex pompiere. L’elemento più significativo emerge però alle 9.09, quando la Ferrari, teoricamente diretta a Gambolò per fare spesa, invia un messaggio che aggancia la cella di Vigevano in zona Aguzzafame, contraddicendo palesemente la sua versione ufficiale.
La discrepanza tra le dichiarazioni e i dati oggettivi emerge con particolare evidenza dall’analisi delle celle telefoniche agganciate dal dispositivo di Daniela Ferrari durante quella cruciale mattinata. Mentre la donna aveva dichiarato di essere uscita alle 8.15 per recarsi in un paese vicino a fare commissioni, i tabulati mostrano che fino alle 8.47 il suo cellulare risultava ancora agganciato alla cella di Garlasco, corrispondente alla sua abitazione. Successivamente, alle 9.01, quando secondo le sue dichiarazioni si trovava a Gambolò per fare spesa, il telefono agganciava effettivamente quella zona, ma alle 9.09 il messaggio inviato risultava diretto verso Vigevano, dove si trovava il destinatario.
L’ipotesi investigativa che prende sempre più corpo è quella secondo cui Daniela Ferrari si sarebbe effettivamente recata a Vigevano quella mattina, probabilmente per incontrare l’ex vigile del fuoco Antonio, e che proprio da questo incontro sia scaturito il famoso scontrino del parcheggio di piazza Ducale che per diciotto anni ha costituito l’alibi principale di Andrea Sempio. Il tagliando, datato 13 agosto 2007 alle ore 10.18 con validità di un’ora, era stato presentato dalla famiglia come prova della presenza del giovane a Vigevano durante l’orario dell’omicidio, ma le nuove evidenze suggeriscono che a parcheggiare l’auto e a ottenere quello scontrino possa essere stata la madre e non il figlio.
Quando lo scorso 28 aprile Daniela Ferrari è stata convocata per la terza volta dai carabinieri presso la caserma del Nucleo investigativo di via della Moscova a Milano, la donna ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere in quanto prossimo congiunto dell’indagato. L’interrogatorio, durato poco più di otto minuti, si è interrotto bruscamente quando i militari hanno iniziato a porre domande specifiche sui suoi movimenti della mattina del 13 agosto 2007 e, soprattutto, quando è emerso il nome dell’ex vigile del fuoco Antonio. In quel momento la Ferrari ha accusato un malore che ha costretto gli inquirenti a interrompere la verbalizzazione e a congedarla anzitempo.
La reazione della madre di Sempio al nome dell’ex pompiere ha sorpreso gli investigatori, considerando che la donna aveva inizialmente ammesso di conoscere Antonio, pur precisando che i loro contatti erano sporadici e si limitavano a qualche messaggio di auguri durante le festività. Tuttavia, l’intensità dell’attacco di panico manifestato dalla Ferrari quando i carabinieri hanno approfondito questo rapporto ha fatto scattare ulteriori approfondimenti investigativi che hanno portato alla luce l’esistenza di comunicazioni molto più frequenti di quanto inizialmente dichiarato.
Particolarmente significativo risulta il fatto che né Andrea Sempio né il padre Giuseppe abbiano mai sentito nominare Antonio in ambito familiare, nonostante la conoscenza tra la Ferrari e l’ex vigile del fuoco risalisse a oltre venticinque anni fa. Questo elemento ha spinto gli inquirenti a indagare più approfonditamente sui rapporti tra i due e sul possibile ruolo che l’ex pompiere potrebbe aver avuto nella costruzione dell’alibi di Andrea Sempio. La difesa dell’indagato, rappresentata dall’avvocata Angela Taccia, ha precisato che il suo assistito “ripete di non aver mai sentito il nome di questa terza persona né di averlo mai visto”.
Le contraddizioni emerse dall’analisi dei tabulati telefonici si inseriscono in un quadro investigativo più ampio che vede vacillare l’intero sistema di alibi costruito dalla famiglia Sempio nel corso degli anni. Mentre il cellulare di Andrea risultava sempre agganciato alla cella di Garlasco tra le 9.58 e le 12.18, contraddicendo la sua versione di essere andato a Vigevano per acquistare un libro in libreria, i movimenti della madre mostrano incongruenze temporali e geografiche che mettono in discussione la veridicità delle sue dichiarazioni.
L’ex vigile del fuoco Antonio, che ha scelto di mantenere il riserbo sulla vicenda lamentando pubblicamente che il suo nome sia stato rivelato “violando il segreto istruttorio”, rappresenta ora una figura chiave nell’inchiesta che potrebbe definitivamente chiarire i movimenti di Daniela Ferrari in quella cruciale mattinata. La sua testimonianza, resa in due distinti interrogatori, potrebbe non solo smentire la versione della Ferrari ma anche fornire elementi decisivi per ricostruire la vera dinamica degli eventi che hanno preceduto l’omicidio di Chiara Poggi. Gli sviluppi di questa inchiesta potrebbero quindi riscrivere completamente la narrazione del delitto di Garlasco, aprendo scenari investigativi che per diciotto anni erano rimasti inesplorati.