La frattura tra Donald Trump ed Elon Musk ha raggiunto il punto di non ritorno il 5 giugno 2025, trasformandosi in uno scontro aperto caratterizzato da accuse reciproche, minacce economiche e rivelazioni esplosive. Quello che per mesi era stato celebrato come il sodalizio tra il presidente degli Stati Uniti e l’uomo più ricco del mondo si è dissolto in una guerra mediatica senza precedenti, culminata con l’accusa di Musk secondo cui Trump figurerebbe nei documenti dell’inchiesta su Jeffrey Epstein, mentre il presidente ha minacciato di cancellare tutti i contratti governativi con le aziende del magnate sudafricano.
La miccia che ha innescato la deflagrazione del rapporto tra Trump e Musk è stata la cosiddetta “One Big Beautiful Bill Act”, la controversa proposta di legge fiscale del partito repubblicano che prevede estese riduzioni delle tasse accompagnate da massicci tagli alla spesa pubblica. La legislazione, che secondo le stime del Congressional Budget Office aggiungerebbe diversi trilioni di dollari al debito nazionale, ha suscitato l’aspra opposizione di Musk, che l’ha definita pubblicamente un “disgustoso abominio”. Il patron di Tesla ha criticato duramente il disegno di legge sostenendo che fosse pieno di spese superflue e che fosse stato approvato “nel cuore della notte così velocemente che quasi nessuno al Congresso è riuscito a leggerla”. Questa presa di posizione pubblica ha rappresentato il primo segnale evidente di una crepa nel rapporto tra i due miliardari, che fino a pochi giorni prima si erano scambiati ringraziamenti pubblici durante la cerimonia di commiato di Musk dal Department of Government Efficiency.
La portata della legge di bilancio include non solo l’estensione delle principali disposizioni del Tax Cuts and Jobs Act del 2017, che beneficiano prevalentemente i contribuenti ad alto reddito, ma anche significative riduzioni della spesa per programmi sociali come il Supplemental Nutrition Assistance Program e Medicaid. Secondo le analisi preliminari, la legislazione porterebbe alla perdita della copertura Medicaid per 8,6 milioni di americani entro il 2034, di cui 5,2 milioni a causa di nuovi requisiti lavorativi. La reazione delle agenzie di rating è stata immediata e severa, con Moody’s che ha declassato il debito statunitense dalla tripla A, definendo la proposta fiscalmente irresponsabile e un ulteriore segno di disfunzione politica crescente negli Stati Uniti.
Durante l’incontro nello Studio Ovale con il cancelliere tedesco Friedrich Merz, Trump ha manifestato pubblicamente la sua delusione nei confronti di Musk, dichiarando di essere “molto deluso” e aggiungendo che “non so se avremo più una grande relazione”. Il presidente ha poi rivelato di aver personalmente chiesto a Musk di lasciare l’amministrazione, sostenendo che l’imprenditore “si stava esaurendo” e accusandolo di aver “dato di matto” dopo la rimozione degli incentivi per le auto elettriche. Trump ha inoltre chiarito che la decisione di eliminare il mandato EV, che aveva favorito Tesla per anni, era stata presa consapevolmente mesi prima, sapendo che avrebbe provocato la reazione di Musk. La ricostruzione fornita dal presidente include anche il rifiuto della nomina di Jared Isaacman, candidato proposto da Musk per guidare la NASA, a causa delle donazioni politiche di quest’ultimo a candidati democratici.
La risposta di Musk non si è fatta attendere e ha assunto toni particolarmente aspri. Utilizzando la sua piattaforma X, l’imprenditore ha accusato Trump di ingratitudine, rivendicando il ruolo decisivo svolto nella vittoria elettorale del presidente: “Senza di me Trump avrebbe perso le elezioni, i Democratici controllerebbero la Camera e i Repubblicani sarebbero 51 a 49 al Senato”. Musk ha inoltre smentito categoricamente le affermazioni di Trump riguardo alla sua conoscenza anticipata del contenuto della legge di spesa, definendo “falsa” la ricostruzione presidenziale e ribadendo che il disegno di legge non gli era “mai stato mostrato nemmeno una volta”. Il patron di Tesla ha anche contestato l’attribuzione del suo dissenso alla questione degli incentivi per le auto elettriche, sostenendo che la sua opposizione riguardava l’intera architettura fiscale della proposta legislativa.
>“ Epstein Files”, i File di Epstein, cosa sono
L’escalation dello scontro ha raggiunto livelli senza precedenti quando Trump ha minacciato di cancellare tutti i sussidi federali e i contratti governativi con le aziende controllate da Musk. “Il modo più semplice per risparmiare denaro nel nostro bilancio, miliardi e miliardi di dollari, è quello di porre fine ai sussidi e ai contratti governativi di Elon”, ha dichiarato il presidente su Truth Social, aggiungendo di essere sempre stato sorpreso che l’amministrazione Biden non avesse mai adottato una simile misura. Questa minaccia assume particolare rilevanza considerando la dipendenza di SpaceX dai contratti NASA e del Dipartimento della Difesa, che rappresentano una quota significativa dei ricavi dell’azienda aerospaziale. In risposta, Musk ha annunciato che SpaceX inizierà “immediatamente a dismettere la sua navicella spaziale Dragon” come conseguenza diretta delle dichiarazioni presidenziali sui contratti governativi.
L’impatto finanziario dello scontro si è manifestato immediatamente sui mercati, con le azioni Tesla che hanno subito perdite devastanti durante la seduta di trading del 5 giugno. Il titolo del colosso delle auto elettriche ha bruciato circa 100-150 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato nel giro di poche ore, registrando un calo dell’8% dopo le prime dichiarazioni di Trump e continuando a scendere durante l’intensificarsi dello scontro verbale. La volatilità del titolo riflette l’incertezza degli investitori riguardo alle future prospettive commerciali dell’azienda, particolarmente vulnerabile ai cambiamenti nelle politiche governative sui veicoli elettrici e sui contratti federali. Gli analisti finanziari hanno evidenziato come la dipendenza di Tesla dagli incentivi governativi e la crescente esposizione di SpaceX ai contratti federali rendano le aziende di Musk particolarmente sensibili ai rapporti politici con l’amministrazione.
L’accusa bomba sui file di Epstein
Il culmine dello scontro è stato raggiunto quando Musk ha lanciato un’accusa esplosiva che ha scosso l’intero panorama politico americano. “È ora di sganciare la bomba più grande: Donald Trump è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici”, ha scritto l’imprenditore su X, concludendo il messaggio con un sarcastico “Buona giornata, DJT”. L’accusa si riferisce ai documenti dell’indagine federale su Jeffrey Epstein, il finanziere condannato per traffico sessuale e morto suicida nel 2019 mentre era in custodia federale in attesa del processo. Musk ha seguito la sua affermazione con un post di avvertimento: “Segnate questo post per il futuro. La verità verrà a galla”, suggerendo di possedere informazioni che non ha ancora reso pubbliche.
L’affermazione di Musk, formulata senza fornire prove concrete a sostegno, tocca uno dei temi più sensibili e controversi della politica americana contemporanea. I file di Epstein rappresentano una questione che ha attraversato multiple amministrazioni, con il Dipartimento di Giustizia che ha rilasciato solo parzialmente i documenti dell’inchiesta, mantenendo riservate ampie sezioni per proteggere l’identità delle vittime. La recente pubblicazione della “prima fase” dei documenti da parte dell’amministrazione Trump aveva incluso circa 200 pagine relative all’indagine sullo sfruttamento sessuale di oltre 250 ragazze minorenni, ma non aveva rivelato nuovi nomi di presunti complici. L’accusa di Musk solleva interrogativi sulla completezza di queste rivelazioni e suggerisce l’esistenza di informazioni ancora più sensibili che potrebbero essere state deliberatamente occultate.
Verso un nuovo partito: la proposta politica di Musk
Parallelamente alle accuse personali, Musk ha lanciato un sondaggio sui social media che potrebbe avere implicazioni rivoluzionarie per il panorama politico americano. “È ora di creare un nuovo partito politico in America che rappresenti effettivamente l’80% della popolazione di mezzo?”, ha chiesto ai suoi follower su X, ricevendo una risposta travolgente con l’84% di consensi da oltre 260mila partecipanti nelle prime ore. Questa iniziativa rappresenta un potenziale tentativo di capitalizzare politicamente sulla rottura con Trump, posizionando Musk come leader di un movimento che si presenta come alternativa sia ai repubblicani che ai democratici tradizionali. La proposta arriva in un momento in cui l’imprenditore ha anche espresso sostegno per una possibile procedura di impeachment contro Trump, rispondendo “Yes” a un commento di un utente che suggeriva la sostituzione del presidente con il vicepresidente JD Vance.
La strategia politica di Musk sembra puntare a intercettare il malcontento di quella che definisce “la popolazione di mezzo”, probabilmente riferendosi agli elettori moderati che si sentono non rappresentati dalle posizioni sempre più polarizzate dei due partiti principali. Questa mossa potrebbe sfruttare l’enorme influenza mediatica di Musk, che attraverso X controlla una delle principali piattaforme di comunicazione politica globale, e la sua immagine di imprenditore innovativo non legato agli establishment tradizionali. Tuttavia, la fattibilità di un simile progetto rimane incerta, considerando le complesse dinamiche del sistema elettorale americano e la necessità di costruire un’organizzazione politica nazionale partendo da zero.
Conclusioni
La rottura tra Trump e Musk segna la fine di uno dei sodalizi più significativi della politica americana contemporanea, con ripercussioni che si estendono ben oltre la dimensione personale per toccare i mercati finanziari, le politiche industriali e potenzialmente l’intero assetto politico nazionale. Lo scontro ha rivelato le tensioni strutturali tra due concezioni diverse del capitalismo americano: quella tradizionale di Trump, basata su protezionismo e sostegno selettivo alle industrie nazionali, e quella tecnologica di Musk, orientata verso l’innovazione globale e la disruption dei settori consolidati. Le accuse sui file di Epstein, lanciate senza prove concrete, introducono un elemento di incertezza che potrebbe avere conseguenze politiche durature, mentre la proposta di un nuovo partito rappresenta una sfida potenzialmente destabilizzante per il sistema bipartitico americano. L’evolversi di questa frattura sarà determinante non solo per le fortune personali e politiche dei due protagonisti, ma anche per l’equilibrio di potere nell’ecosistema politico-economico statunitense.