La GBU-57 Massive Ordnance Penetrator rappresenta l’apice dell’ingegneria militare statunitense nel campo degli armamenti convenzionali anti-bunker, configurandosi come l’arma non nucleare più potente attualmente disponibile per la distruzione di strutture sotterranee fortificate
Il programma di sviluppo della GBU-57 MOP affonda le sue radici nell’analisi delle operazioni militari condotte durante l’invasione dell’Iraq nel 2003, quando l’esame dei siti colpiti dalle bombe anti-bunker allora in servizio rivelò che le armi penetranti disponibili non riuscivano sempre a distruggere completamente strutture particolarmente profonde e fortificate. Questo limite operativo spinse il Dipartimento della Difesa statunitense a rilanciare lo sviluppo di una bomba anti-bunker di grande potenza, dando vita al progetto “Massive Ordnance Penetrator”.
La progettazione e il collaudo dell’arma furono affidati alla Boeing, mentre lo sviluppo tecnico venne condotto presso il Dipartimento di Munizioni dell’Air Force Research Laboratory, situato nella base aerea di Eglin in Florida. Il primo contratto con Boeing per la produzione dei MOP venne stipulato nel 2004, con un valore iniziale di 26,2 milioni di euro, e l’arma fu sviluppata in tre fasi successive. Le prime bombe destinate ai test furono consegnate all’Aeronautica nel 2011, con i collaudi effettuati presso il White Sands Missile Range nel New Mexico.
Caratteristiche tecniche e strutturali
La GBU-57 MOP si distingue per dimensioni e peso straordinari nel panorama degli armamenti convenzionali: con una massa complessiva di 13.608 chilogrammi e una lunghezza di 6,2 metri, questa bomba guidata di precisione supera di gran lunga le precedenti armi anti-bunker dell’Aeronautica statunitense come la GBU-28 da 2.300 chilogrammi e la GBU-37. Il diametro dell’ordigno misura 80 centimetri, conferendo alla bomba una sezione trasversale considerevole che contribuisce alla sua capacità penetrante.
La testata esplosiva della GBU-57 contiene tra 2.400 e 2.600 chilogrammi di materiale esplosivo ad alto potenziale, con una composizione che include circa 2.080 chilogrammi di AFX-757 e 341 chilogrammi di PBXN-114. L’AFX-757 è un esplosivo polimerico che combina RDX al 25%, perclorato di ammonio al 30% e alluminio al 33%, legati da una matrice di HTPB e dioctil adipato, caratterizzato da un’elevata energia di detonazione equivalente a 1,39 volte quella della Composizione B. Il PBXN-114, invece, rappresenta un esplosivo relativamente nuovo che garantisce stabilità termica e potenza detonante ottimizzate per applicazioni militari avanzate.
Il corpo della bomba è realizzato in acciaio ad altissima resistenza, progettato per mantenere l’integrità strutturale durante l’impatto con materiali duri come roccia e cemento armato. La configurazione del naso presenta una forma ogivale, simile a un arco gotico, che non solo minimizza la resistenza aerodinamica durante la caduta, ma distribuisce gradualmente il carico di compressione attraverso l’intera struttura dell’ordigno al momento dell’impatto, evitando la concentrazione di stress in punti critici che potrebbero causare la frattura prematura del rivestimento.
Meccanismo di funzionamento e capacità operative
Il principio operativo della GBU-57 MOP si basa sulla combinazione sinergica di energia cinetica e potenza esplosiva, sfruttando la fisica della penetrazione per raggiungere obiettivi situati a profondità considerevoli. L’ordigno viene sganciato da altitudini comprese tra 10.000 e 15.000 metri, raggiungendo velocità superiori a Mach 1 durante la fase di caduta, con stime che indicano velocità di impatto prossime ai 2.400 chilometri orari. Questa velocità genera un’energia cinetica di 800-900 megajoule, equivalente all’energia sviluppata da un Boeing 747-400 da 285 tonnellate che atterra a 170 miglia orarie, ma concentrata in un’area estremamente ridotta.

Il sistema di guida della GBU-57 utilizza una combinazione di navigazione satellitare GPS e sensori inerziali per garantire precisione chirurgica nell’impatto con il bersaglio designato. La bomba è dotata di un sistema di controllo a superfici mobili che permette correzioni di traiettoria durante la caduta, assicurando che l’ordigno raggiunga il punto di impatto prestabilito anche in condizioni meteorologiche avverse. A differenza di molti altri sistemi d’arma che detonano immediatamente all’impatto, la GBU-57 impiega una spoletta intelligente programmabile che analizza le condizioni di penetrazione e attiva l’esplosivo solo dopo aver raggiunto la profondità prestabilita.
La capacità penetrante dell’arma rappresenta il suo principale vantaggio operativo: secondo le specifiche dell’Aeronautica statunitense, la GBU-57 può penetrare fino a 60 metri di materiale non specificato prima di esplodere. Analisi indipendenti condotte da esperti della Jane’s Defense Weekly indicano che l’ordigno può attraversare circa 60 metri di terra o 18 metri di cemento armato con resistenza alla compressione di 5.000 psi, riducendosi a 2,4 metri per cemento armato con resistenza di 10.000 psi. Queste prestazioni consentono alla bomba di raggiungere e distruggere installazioni sotterranee che erano precedentemente considerate invulnerabili agli attacchi convenzionali.
Piattaforma di lancio e integrazione operativa
La GBU-57 MOP può essere impiegata esclusivamente dal bombardiere strategico stealth B-2 Spirit, l’unico velivolo dell’inventario statunitense progettato per trasportare e lanciare questo ordigno di dimensioni e peso eccezionali. Degli originali 21 B-2 Spirit prodotti, attualmente 19 esemplari rimangono operativi, rendendo questa piattaforma una risorsa strategica di valore inestimabile per la sicurezza nazionale americana. Ogni B-2 può trasportare simultaneamente due GBU-57 nei suoi vani di carico interni, mantenendo la propria firma radar ridottissima e preservando le capacità stealth essenziali per penetrare sistemi di difesa aerea avanzati.
Le caratteristiche operative del B-2 Spirit si rivelano ideali per l’impiego della GBU-57 MOP: il bombardiere dispone di un’autonomia operativa superiore agli 11.000 chilometri, permettendo di raggiungere obiettivi in qualsiasi parte del mondo partendo da basi situate negli Stati Uniti continentali o da installazioni avanzate come Diego Garcia nell’Oceano Indiano. La capacità di rifornimento in volo estende ulteriormente il raggio d’azione del velivolo, consentendo operazioni a distanze intercontinentali senza la necessità di basi di appoggio intermedie. Il futuro bombardiere B-21 Raider è previsto che erediterà la capacità di trasportare la GBU-57, mentre sono stati condotti test con il B-52 Stratofortress, benché non siano state implementate modifiche operative per adattare questo velivolo al trasporto dell’ordigno.
Evoluzioni tecnologiche e versioni aggiornate
Lo sviluppo della GBU-57 MOP ha attraversato diverse fasi evolutive, con continui miglioramenti delle capacità operative e delle caratteristiche tecniche. La versione iniziale GBU-57A/B, entrata in produzione seriale alla fine del primo decennio degli anni 2000, fu presto seguita da modifiche successive che hanno portato alla creazione della variante GBU-57E/B, caratterizzata da prestazioni significativamente migliorate rispetto alle versioni precedenti. I test della quarta modifica del MOP sono iniziati nel 2015, dimostrando vantaggi sostanziali che hanno portato alla raccomandazione per l’adozione operativa.
Il contratto di produzione per la versione più recente GBU-57E/B è stato assegnato a Boeing nel febbraio 2018, con consegne programmate fino al luglio 2020. Parallelamente, il Pentagono ha avviato un programma di modernizzazione delle armi esistenti, con un contratto del valore di 90 milioni di dollari assegnato nell’ottobre 2019 alle aziende Superior Forge & Steel Corp. e Ellwood National Forge per la produzione di nuovi scafi per testate penetranti del tipo BLU-127C/B, con completamento previsto entro ottobre 2027. Queste modifiche strutturali hanno come obiettivo l’incremento delle capacità penetranti e dell’efficacia distruttiva dell’arma contro bersagli sempre più fortificati e profondi.
Impiego operativo e implicazioni strategiche
La GBU-57 MOP ha fatto il suo debutto operativo il 22 giugno 2025 durante gli attacchi americani contro i siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz e Isfahan, rappresentando il primo utilizzo in combattimento di questa arma strategica. Le operazioni sono state condotte nelle prime ore del mattino, con fonti che riportano il lancio di 5-6 ordigni su Fordow e 2 su Natanz, benché i numeri esatti rimangano oggetto di dibattito tra diverse fonti intelligence. Questo impiego operativo ha dimostrato concretamente le capacità dell’arma contro installazioni nucleari iraniane situate in profondità, alcune delle quali erano state scavate fino a 80 metri sotto terra nella roccia delle montagne di Zagros.
La capacità della GBU-57 di raggiungere e distruggere installazioni sotterranee precedentemente considerate invulnerabili ha ridefinito gli equilibri strategici nel campo della proliferazione nucleare. L’arma rappresenta attualmente l’unica opzione non nucleare disponibile per neutralizzare impianti di arricchimento dell’uranio sepolti in profondità, configurandosi come un deterrente strategico fondamentale nella politica di non proliferazione americana. La precisione dell’ordigno, garantita dal sistema di guida GPS avanzato, permette attacchi chirurgici che minimizzano i danni collaterali pur massimizzando l’efficacia contro l’obiettivo principale.
La produzione limitata della GBU-57 MOP, con almeno 20 esemplari costruiti entro novembre 2015 secondo fonti ufficiali, riflette sia la complessità tecnica dell’arma sia il suo valore strategico elevato. Ogni ordigno rappresenta un investimento tecnologico significativo, giustificato dalla sua capacità unica di neutralizzare minacce strategiche che altrimenti richiederebbero l’impiego di armi nucleari tattiche. La natura altamente specializzata di questa arma e la sua integrazione esclusiva con il bombardiere B-2 Spirit la rendono uno strumento di deterrenza strategica di primo livello, riservato a scenari operativi di massima priorità nazionale.