L’Italia si trova attualmente nel cuore di una delle ondate di calore più intense e durature degli ultimi anni, caratterizzata da un’escalation termica che si protrarrà almeno fino ai primi giorni di luglio. La situazione meteorologica attuale presenta elementi di particolare preoccupazione rispetto alle previsioni elaborate ancora pochi giorni fa, quando alcuni modelli lasciavano intravedere la possibilità di un cambiamento delle condizioni atmosferiche tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio.
I più recenti aggiornamenti dei centri di calcolo meteorologici hanno completamente ridimensionato queste aspettative, cancellando ogni traccia di possibile peggioramento del tempo e confermando invece la persistenza dell’alta pressione africana. Questa evoluzione delle previsioni fa sì che l’ondata di caldo attualmente in corso possa estendersi senza particolari interruzioni almeno fino alla prima settimana di luglio, con la persistenza prolungata di queste condizioni che comporta il rischio di un ulteriore aumento delle temperature.
L’attuale configurazione meteorologica è dominata dall’anticiclone subtropicale di origine africana che si è imposto con prepotenza su buona parte dell’Europa centro-meridionale. Le temperature si impenneranno sensibilmente nei prossimi giorni, con valori massimi che supereranno facilmente i 35°C in molte città italiane. Le aree più colpite saranno la Pianura Padana, le valli interne del Centro Italia e le regioni meridionali, dove i termometri rischiano di fronteggiare punte ben oltre i 40°C.
Negli ultimi giorni, l’anticiclone africano ha già colpito il Sud, dove sono stati registrati 40°C in Sicilia e 39°C tra Puglia e Sardegna. La situazione è destinata a peggiorare ulteriormente: nelle zone più interne e continentali della Sardegna, della Sicilia, della Basilicata, della Puglia e della Calabria, i termometri potrebbero addirittura sfiorare o superare i 45°C, specialmente se le previsioni del modello europeo ECMWF dovessero rivelarsi accurate.

L’intensità di questa ondata di calore è evidenziata anche dai valori raggiunti a quota 1500 metri, dove l’aria raggiungerà temperature intorno ai 20 gradi centigradi, un dato tecnico che sottolinea l’eccezionalità della situazione meteorologica. La Sardegna si è già distinta come la regione più calda d’Europa nel mese di giugno, con temperature che hanno toccato i 41 gradi nella località di Ottana, in provincia di Nuoro.
Il fenomeno delle notti tropicali rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione per la salute pubblica. Sono attese temperature minime che non scenderanno sotto i 20°C, con picchi di 25°C in Val Padana. In molte città italiane si registrano già notti tropicali, con minime sopra i 20°C: sono stati rilevati 25,3°C a Reggio Calabria, 24,3°C a Capo Mele, 24,2°C a Messina e 23,9°C in grandi centri urbani come Milano, Genova e Trieste.

Le grandi aree urbane saranno particolarmente colpite dal gran caldo, con temperature che oscilleranno tra i 33 e i 40°C. Milano e Torino registreranno massime fino a 37 gradi, mentre Bologna sarà tra le città più bollenti con valori compresi tra 35 e 38°C. Firenze potrebbe arrivare a 39°C, Roma si manterrà tra i 32 e i 36°C, mentre nel Sud città come Foggia e Catania raggiungeranno rispettivamente i 40 e i 37 gradi.
Secondo i dati meteorologici, le temperature raggiungeranno 38°C in Firenze e Bologna, 37°C in Roma, 35°C in Milano, mentre in Sardegna potrebbero raggiungere 41-42°C. Nelle zone interne dell’isola sarda, il rischio incendi è particolarmente elevato, con temperature superiori ai 40-41 gradi.

L’origine sahariana del caldo
La causa di questa impennata dei valori termici va ricercata nell’arroventato Deserto del Sahara, dove le temperature toccheranno punte di 46-48°C nelle zone interne di Marocco, Algeria e Tunisia. Il clima di questa zona, situata nella fascia di latitudine tra il Tropico del Cancro e i 37° di latitudine Nord, prende il nome di “clima subtropicale”, motivo per cui si parla di ondata di caldo dalle caratteristiche subtropicali.
L’eccezionale riscaldamento del Sahara, che si estende per oltre 9 milioni di chilometri quadrati nell’Africa settentrionale, sta registrando temperature estreme ben superiori alla media stagionale. Questa anomalia termica influenza profondamente il clima del Mediterraneo e dell’Europa centro-meridionale, trasportando masse d’aria molto calde e secche attraverso la corrente a getto africana.
Impatti ambientali e rischi per l’agricoltura
L’ondata di calore ha ripercussioni evidenti anche sul fronte delle risorse idriche, particolarmente in Sardegna dove alcune zone come la Nurra sono ferme a un preoccupante 18% di capacità, mentre l’Alto Cixerri non supera il 19%. Questo quadro allarmante alimenta il timore crescente di un avanzamento della desertificazione, in particolare nelle zone agricole del nord-ovest sardo.
La Sardegna è tra le regioni d’Europa a maggior rischio desertificazione, con motivazioni legate a un aumento dei processi di degrado del suolo e della vegetazione a seguito di variazioni climatiche. Il cambiamento climatico sta provocando un aumento delle temperature, una diminuzione delle precipitazioni e un aumento dell’intensità degli eventi estremi, contribuendo al degrado del suolo attraverso pratiche agricole intensive e urbanizzazione.
Secondo le proiezioni stagionali, luglio sarà il mese più caldo dell’estate 2025, con temperature sopra la media e scarsissime precipitazioni. Il Centro Meteo Europeo indica un quadro meteorologico improntato a condizioni decisamente estreme, con l’alta pressione subtropicale d’origine africana destinata a imporsi sull’Italia per tutto il mese.
L’estate 2025 si sta già rivelando come una delle più calde della storia europea, confermando il trend climatico degli ultimi anni. Secondo le proiezioni, ci aspettano circa 60 giorni consecutivi di caldo persistente, umidità elevata e piogge rare, con una “bolla climatica africana” che si estenderà sull’Italia trasformando gran parte del territorio in una camera calda e afosa.
Nonostante il caldo torrido, non si esclude la possibilità di fenomeni violenti, quali temporali, nubifragi e grandinate. Tali eventi, seppur di breve durata, potrebbero alleviare temporaneamente le lunghe giornate assolate ma portando precipitazioni intense e forti colpi di vento capaci di causare danni significativi. La combinazione tra temperature costantemente superiori alla media e tassi di umidità sempre elevati rappresenta la caratteristica distintiva di questa estate 2025, confermando come il cambiamento climatico stia trasformando radicalmente il clima mediterraneo.