La decisione di spostare Paperissima Sprint da Canale 5 a Italia 1, relegandolo nello storico slot occupato da I Simpson, rappresenta l’ennesima mossa strategica che testimonia la crescente difficoltà di Mediaset nel mantenere la propria leadership negli ascolti televisivi. Il trasferimento del programma di Antonio Ricci, annunciato da Pier Silvio Berlusconi come “il primo passo di un graduale ma profondo lavoro di evoluzione di Canale 5”, in realtà maschera a stento una crisi che attraversa l’intero palinsesto della rete ammiraglia del gruppo di Cologno Monzese.
La strategia adottata dall’amministratore delegato di Mediaset rivela una preoccupante tendenza a reagire piuttosto che a guidare il mercato televisivo. Dal 14 luglio, Paperissima Sprint andrà in onda su Italia 1 alle 13:50, sostituendo I Simpson che registravano una media di appena 531.000 spettatori e il 4,2% di share, dati che evidenziano come anche una delle franchise più longeve della televisione italiana stia attraversando un periodo di evidente declino. Il programma delle papere, che ha raggiunto il suo picco di popolarità negli anni Novanta, viene ora utilizzato come toppa per coprire i buchi di un palinsesto che fatica a trovare contenuti in grado di catturare l’attenzione del pubblico contemporaneo.
Il ricorso a format del passato come La Ruota della Fortuna, che debutterà il 14 luglio con la conduzione di Gerry Scotti, e Sarabanda, in arrivo il 21 luglio con Enrico Papi, dimostra l’incapacità di Mediaset di creare nuovi contenuti originali capaci di competere con l’offerta della concorrenza. Berlusconi giustifica queste scelte sostenendo che “per evolvere bisogna sperimentare”, ma la realtà è che l’azienda sta semplicemente riesumando programmi di successo del passato sperando di ricreare la magia di decenni precedenti in un contesto televisivo completamente mutato.
La crisi di Mediaset è confermata dai dati degli ascolti degli ultimi mesi, che mostrano un progressivo deterioramento delle performance della rete. L’Isola dei Famosi, uno dei reality storici del gruppo, ha chiuso la sua ultima edizione con appena 1,7 milioni di spettatori e il 13,3% di share, registrando il peggior risultato nella storia del programma. Anche il Grande Fratello ha toccato i minimi storici con una finale che ha attirato soltanto 2,69 milioni di spettatori, segnando un calo rispetto ai 3,03 milioni della stagione precedente.
Particolarmente significativo è il destino riservato a Striscia la Notizia, che verrà spostato da settembre a novembre, perdendo così il confronto diretto con Affari Tuoi di Stefano De Martino. Il programma di Rai 1 ha registrato una media di 5,5 milioni di spettatori contro i 2,8 milioni del tg satirico di Antonio Ricci, evidenziando un gap che Mediaset non riesce più a colmare. La decisione di rinviare Striscia rappresenta un’ammissione di sconfitta nella fascia dell’access prime time, tradizionalmente dominio incontrastato delle reti Mediaset.
La gestione di Pier Silvio Berlusconi, pur mantenendo risultati economici positivi per il gruppo MFE-MediaForEurope, mostra evidenti lacune nella capacità di intercettare i gusti del pubblico contemporaneo. Il ricorso sistematico a format vintage e la continua riorganizzazione del palinsesto testimoniano l’assenza di una visione strategica chiara per il futuro dell’azienda. Mentre Berlusconi si vanta di aver battuto la Rai negli ascolti 2024 con un misero 0,1% di vantaggio (36,8% contro 36,7%), la realtà è che Mediaset sta perdendo progressivamente terreno nella battaglia per l’attenzione degli spettatori.
La situazione di Italia 1 è emblematica delle difficoltà strutturali che attraversano il gruppo. La rete giovane di Mediaset, che dovrebbe rappresentare il futuro dell’azienda, è costretta ad accogliere i programmi declassati da Canale 5, trasformandosi in una sorta di “ospedale” per contenuti malati. I Simpson, che per decenni hanno rappresentato un punto di riferimento per il pubblico pomeridiano, registrano ora ascolti drammaticamente bassi, con punte negative sotto il 4% di share che evidenziano come anche i contenuti più consolidati stiano perdendo appeal.
L’operazione Paperissima Sprint su Italia 1 rappresenta l’ennesimo tentativo di Pier Silvio Berlusconi di mascherare le difficoltà creative della sua azienda attraverso manovre di palinsesto che spostano i problemi senza risolverli. La decisione di relegare il programma di Antonio Ricci in una fascia marginale, dopo averlo privato della collocazione prestigiosa dell’access prime time, dimostra come Mediaset stia progressivamente rinunciando a competere nelle fasce di maggiore ascolto, ripiegando su soluzioni tampone che non affrontano le cause profonde della crisi.
Il confronto con il successo di Temptation Island, che ha registrato 3,45 milioni di spettatori e il 27,8% di share, evidenzia come Mediaset riesca ancora a ottenere risultati eccellenti quando punta su contenuti in grado di generare engagement autentico. Tuttavia, la dipendenza da pochi format di successo, principalmente legati alla galassia di Maria De Filippi, dimostra la fragilità di un sistema che non riesce a diversificare la propria offerta in modo efficace.
La strategia di Pier Silvio Berlusconi di riempire i buchi del palinsesto con repliche di programmi del passato e di spostare continuamente i contenuti da una rete all’altra rivela una gestione miope che privilegia soluzioni immediate a scapito di investimenti strutturali nella creazione di nuovi contenuti. Mentre la televisione italiana si evolve verso nuove forme di intrattenimento e la concorrenza delle piattaforme streaming si fa sempre più agguerrita, Mediaset sembra ancorata a un modello televisivo che appartiene al secolo scorso, incapace di adattarsi alle nuove esigenze del pubblico contemporaneo.