Attimi di paura nella mattinata di sabato 5 luglio, quando un violento downburst ha investito Treviglio e parte della Bassa Bergamasca con raffiche che hanno superato i 100 chilometri orari, trasformando le strade in un groviglio di rami spezzati, coperture scoperchiate e cartelloni divelti. Il fenomeno, innescato da un sistema temporalesco in rapido sviluppo, ha dato origine a una colonna d’aria fredda che, precipitando al suolo, si è propagata orizzontalmente con un’energia tale da spazzare via tutto sul suo percorso.
A differenza di una tromba d’aria, che presenta un vortice visibile, il downburst si manifesta con un fronte di vento rettilineo altrettanto distruttivo ma spesso più subdolo, perché colpisce all’improvviso e senza i tipici segnali premonitori. Fortunatamente, non si registrano feriti gravi, ma i danni alle strutture e alle alberature sono ingenti, con numerose squadre di soccorso e tecnici comunali impegnati fin dalle prime ore per ripristinare la viabilità e mettere in sicurezza le aree più colpite.
L’episodio, sempre più frequente anche in Italia a causa dei cambiamenti climatici, rilancia l’urgenza di un piano di prevenzione più efficace per fronteggiare eventi meteorologici estremi che sembrano destinati a diventare la nuova normalità.
#Maltempo #Lombardia Impressionante Downburst a Treviglio (BG)
— Newsroom Italia (@NewsRoomItalia) July 5, 2025
video: Marco pic.twitter.com/lm7euN6CCG