Parte in ottobre, in una fascia di seconda serata finora poco frequentata dall’emittente, il nuovo programma Prove d’Inchiesta affidato a Pinuccio, all’anagrafe Alessio Giannone, volto satirico salito alla ribalta con Striscia la Notizia. La presentazione dei palinsesti 2025/2026 ha chiarito che la trasmissione sarà articolata in otto puntate, ciascuna interamente dedicata alla ricognizione di uno specifico micro-territorio italiano, con avvio previsto nel mese di ottobre, in data ancora da definire.
La collocazione in palinsesto è tutt altro che casuale: La7, rete che costruisce la propria identità sull approfondimento giornalistico, sperimenta un formato giornaliero ridotto ma ad alta densità contenutistica, posizionandolo immediatamente dopo i talk di prima serata, quando il pubblico di riferimento si mostra più ricettivo verso un’informazione d’inchiesta che non rinuncia alla cifra ironica del suo conduttore.
Si tratta del primo programma interamente curato e condotto da Pinuccio, che in conferenza stampa ha definito l’appuntamento «un viaggio satirico nei comuni sotto i mille abitanti, dove spesso i nodi dell’amministrazione locale, dell’uso di fondi pubblici e dell’assenza di servizi essenziali restano fuori dal dibattito nazionale». Il format prevede sopralluoghi, interviste ai cittadini e ricostruzioni documentali tese a evidenziare storture nella gestione delle risorse, ma anche a valorizzare le buone pratiche scoperte lungo il percorso.
L’ingresso di Giannone nella squadra di Urbano Cairo si inserisce in un più ampio mosaico di novità che vede, nella stessa stagione, l’esordio di Lezioni di Mafie con il procuratore Nicola Gratteri e di La Giusta Distanza con Roberto Saviano, oltre a serate evento guidate da Ezio Mauro e Fabrizio Gifuni. L’obiettivo dichiarato della rete è rafforzare una proposta editoriale fortemente ancorata all’inchiesta, differenziando tuttavia linguaggi e stili narrativi.
Per il conduttore pugliese la transizione da Mediaset a La7 rappresenta una svolta professionale maturata alla luce di un futuro incerto nell’alveo di Striscia la Notizia: «Con Antonio Ricci continuo a parlare tutti i giorni, ma da Mediaset non ho ricevuto indicazioni per la prossima stagione, perciò colgo quest’opportunità a cui tenevo molto», ha dichiarato a Fanpage.it.
La struttura delle puntate, sebbene non ancora dettagliata nei comunicati stampa, dovrebbe seguire uno schema modulare: apertura con introduzione in studio, servizio-long form girato sul campo, confronto con un esperto o con i protagonisti dell’inchiesta e chiosa satirica conclusiva. L’intenzione, espressa dal direttore di rete Andrea Salerno, è testare un racconto che unisca la cifra umoristica dell’inviato al rigore documentale di un’indagine giornalistica, per misurare la risposta di un pubblico abituato agli approfondimenti tradizionali.
Il set itinerante comprenderà borghi dell’entroterra e frazioni al di sotto della soglia demografica dei mille residenti, scelta che evidenzia l’intento di restituire visibilità a comunità spesso assenti dalle agende mediatiche nazionali. L’approccio si fonda sull’esame di bandi europei, fondi PNRR e progetti di riqualificazione, verificandone l’effettiva ricaduta sui territori. Le stesse amministrazioni locali saranno chiamate a replicare in contraddittorio, in ossequio allo stile di vigilanza civica che Pinuccio coltiva dal 2013 sui social.
In termini di produzione, Prove d’Inchiesta sarà realizzato da una task-force interna di La7 con la collaborazione di un pool di videomaker indipendenti già attivi in progetti di citizen journalism; la linea editoriale privilegerà materiale girato con camere leggere, senza voce fuoricampo sovrapposta, puntando su natural sound e testimonianze dirette. Ogni reportage verrà poi montato in una durata di circa venti minuti, intervallato da inserti di fact-checking su fonti pubbliche.
Il numero ridotto di appuntamenti – otto puntate – è frutto di una strategia prudenziale: il management della rete, forte di una stagione chiusa con il 6,3% di share medio in prime time, preferisce calibrare gli investimenti e valutare a consuntivo eventuali rinnovi, come ha ricordato lo stesso Cairo illustrando i dati di crescita a doppia cifra registrati negli ultimi due anni.
Quanto alla collocazione settimanale, non è ancora stata ufficializzata la serata di programmazione: si valuta la possibilità di un traino diverso a seconda dei casi, spaziando dal giovedì post-Piazzapulita al venerdì dopo Propaganda Live, fasce già deputate al pubblico dell’approfondimento e ritenute congeniali all’esperimento.
La produzione non esclude futuri spin-off digitali destinati al sito la7.it e alle piattaforme social della rete, che negli ultimi dodici mesi hanno superato gli 8,5 milioni di follower complessivi, ponendo La7 all’avanguardia nella distribuzione non lineare di contenuti d’attualità.
Le ricadute sulla carriera del conduttore, già improntata alla satira di taglio civico, potrebbero essere significative: l’esperienza in un format tutto suo, svincolato dai tempi dell’access prime time, consentirà a Giannone di sperimentare ritmi narrativi più distesi e di cimentarsi in un genere, il docu-reportage, che richiede maggiore profondità di indagine rispetto alle rubriche lampo finora frequentate.
In sintesi, Prove d’Inchiesta rappresenta per La7 un banco di prova per testare il gradimento di un’inchiesta dal taglio popolare ma attenta ai codici del giornalismo investigativo. L’appuntamento di ottobre fisserà l’avvio di un percorso produttivo che, nelle intenzioni, dovrebbe portare in prima serata, già dalla stagione successiva, un racconto capace di coniugare servizio pubblico, taglio satirico e coinvolgimento del telespettatore. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!