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Sardegna, Raro avvistamento di delfini con cuccioli nel Golfo dell’Asinara -FOTO-

I ricercatori di Sea Me Sardinia documentano un eccezionale avvistamento di circa 70 delfini comuni con cuccioli nel Canyon di Castelsardo, evidenziando l’importanza dell’area per la conservazione di questa specie minacciata nel Mediterraneo.
Credit © Sea Me Sardinia

Un avvistamento straordinario ha caratterizzato le acque del Golfo dell’Asinara, dove i ricercatori dell’associazione Sea Me Sardinia hanno documentato la presenza di circa settanta esemplari di delfino comune (Delphinus delphis) accompagnati da numerosi cuccioli durante una spedizione di monitoraggio nell’area del Canyon di Castelsardo

L’evento, verificatosi nelle acque del tratto marino noto come “Canyon di Castelsardo”, assume particolare rilevanza scientifica considerando che il delfino comune, nonostante la denominazione, rappresenta una delle specie di cetacei più minacciate nel Mediterraneo occidentale. La sottopopolazione mediterranea di questa specie è stata classificata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura come “in pericolo di estinzione” sin dal 2003, con una popolazione stimata inferiore ai 2.500 individui maturi e un declino continuo documentato del venti per cento in due generazioni

Il gruppo avvistato dai biologi marini di Sea Me Sardinia presentava caratteristiche eccezionali, non soltanto per la consistenza numerica ma soprattutto per la presenza documentata di numerosi cuccioli, elemento che suggerisce un utilizzo riproduttivo dell’habitat da parte della specie nell’area del Santuario Pelagos. Durante l’osservazione, i ricercatori hanno potuto raccogliere materiale scientifico prezioso, comprendente documentazione fotografica, video-riprese, registrazioni acustiche e dati comportamentali, che contribuiranno all’ampliamento delle conoscenze sulla distribuzione e l’utilizzo dell’habitat da parte di questa specie vulnerabile

Credit © Sea Me Sardinia

Il Canyon di Castelsardo si conferma pertanto come un’area di particolare interesse per la biodiversità marina, inserendosi nel più ampio contesto del Santuario Pelagos, l’area marina protetta internazionale istituita nel 2002 attraverso l’accordo trilaterale tra Italia, Francia e Principato di Monaco che si estende su oltre 87.000 chilometri quadrati nel Mediterraneo nord-occidentale. Questa zona rappresenta un habitat fondamentale per otto specie di cetacei regolarmente presenti nel bacino mediterraneo, beneficiando della presenza di canyon sottomarini che favoriscono fenomeni di upwelling, ossia la risalita di acque profonde ricche di nutrienti che sostengono la catena alimentare marina

La spedizione ha inoltre documentato quattro avvistamenti di stenella striata (Stenella coeruleoalba), specie più comune nelle acque pelagiche mediterranee, con esemplari femmine accompagnate dai rispettivi piccoli, confermando l’importanza dell’area come zona di riproduzione per i cetacei. La presenza simultanea di altre specie di rilevanza conservazionistica, tra cui tartarughe marine della specie Caretta caretta e mobule mediterranee (Mobula mobular), ha fornito ulteriori evidenze dell’elevata biodiversità che caratterizza questo tratto di mare sardo

Il progetto “I Cetacei del Canyon di Castelsardo”, nell’ambito del quale si è verificato l’avvistamento, è promosso dai Comuni di Castelsardo e Sorso con il supporto tecnico-scientifico dell’associazione Sea Me Sardinia, che da oltre un decennio si dedica allo studio e alla conservazione dei mammiferi marini nelle acque sarde. L’iniziativa, finanziata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, mira a incrementare la conoscenza scientifica sulla presenza dei cetacei nell’area e a sensibilizzare cittadini e istituzioni sulla necessità di proteggere queste specie vulnerabili

Il delfino comune, caratterizzato dalla distintiva colorazione a clessidra sui fianchi con tonalità giallo-ocra nella parte anteriore e grigio-chiara in quella posteriore, raggiunge dimensioni di circa due metri di lunghezza per un peso che può sfiorare i cento chilogrammi. Questa specie, un tempo abbondante in tutto il Mediterraneo, ha subito un drammatico declino nelle ultime decadi, scomparendo quasi completamente da vaste porzioni del suo areale originario a causa di multiple minacce antropiche

Tra i fattori che hanno contribuito alla rarefazione della specie nel bacino mediterraneo si annoverano il degrado dell’habitat marino, la diminuzione delle prede dovuta alla pesca eccessiva, la mortalità accidentale negli attrezzi da pesca, l’inquinamento chimico e acustico, nonché le collisioni con imbarcazioni. L’impigliamento nelle reti derivanti, pur registrando una diminuzione grazie all’entrata in vigore di nuovi regolamenti europei che ne limitano l’utilizzo, continua a rappresentare una minaccia significativa per la sopravvivenza della specie

Credit © Sea Me Sardinia

L’area del Canyon di Castelsardo si inserisce in un contesto geografico di particolare rilevanza per la conservazione marina, trovandosi all’interno del Santuario Pelagos che comprende le acque comprese tra la penisola di Giens nel sud della Francia, il Fosso del Chiarone nella Toscana meridionale e la costa settentrionale della Sardegna. Questa vasta area marina, caratterizzata da profondità che possono superare i mille metri, offre habitat idonei per l’alimentazione, la riproduzione e le attività sociali dei cetacei, rappresentando uno dei siti di maggiore biodiversità marina del Mediterraneo occidentale

I risultati dell’avvistamento assumono particolare significato scientifico se contestualizzati nell’ambito degli studi condotti dall’associazione Sea Me Sardinia nelle acque del Canyon di Caprera, altra area di eccezionale interesse per i cetacei situata al largo della costa nord-orientale della Sardegna. Le ricerche novennali condotte in quest’area hanno confermato la presenza di sette delle otto specie di cetacei regolarmente presenti nel Mediterraneo, evidenziando l’importanza delle acque sarde come hotspot di biodiversità per i mammiferi marini

La presenza documentata di cuccioli di delfino comune nel Golfo dell’Asinara riveste particolare importanza dal punto di vista conservazionistico, suggerendo che l’area non rappresenti soltanto un habitat di transito ma anche una zona di riproduzione per la specie. Questo dato acquisisce ulteriore rilevanza considerando che i delfini comuni raggiungono la maturità sessuale tra i dodici e i quindici anni di età, con una gestazione di dodici mesi che porta alla nascita di un singolo cucciolo, il quale rimane con la madre per un periodo prolungato

L’attività di monitoraggio svolta dall’associazione Sea Me Sardinia si inserisce nel più ampio contesto delle iniziative di citizen science, coinvolgendo biologi marini, naturalisti, educatori ambientali e guide ambientali escursionistiche uniti dalla volontà di contribuire alla conservazione dei cetacei e delle bio-risorse marine del Mediterraneo. Il team, coordinato dal presidente e fondatore Luca Bittau, naturalista e dottore di ricerca all’Università di Sassari, collabora con istituzioni nazionali e internazionali per fornire indicazioni relative alle misure di tutela e promuovere attività di divulgazione per la salvaguardia dell’ambiente marino

L’avvistamento nel Canyon di Castelsardo rappresenta quindi un evento di straordinaria importanza per la comunità scientifica internazionale, offrendo nuove prospettive per la comprensione dell’ecologia e della distribuzione del delfino comune nelle acque del Mediterraneo occidentale. I dati raccolti durante l’osservazione contribuiranno all’arricchimento delle conoscenze sulla specie e alla definizione di strategie di conservazione più efficaci per garantire la sopravvivenza a lungo termine di questi magnifici mammiferi marini nelle acque del Santuario PelagosPer restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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