Il primo vero freddo dell’inverno non porta soltanto temperature rigide e giornate corte, ma anche una seria minaccia alla qualità dell’aria nelle principali pianure italiane. In questi giorni, il nostro Paese è alle prese con una combinazione particolarmente insidiosa: l’assenza di vento, la stabilità atmosferica garantita da un robusto anticiclone e l’umidità tipica del periodo stanno dando vita a un mix micidiale fatto di nebbie fitte e livelli di smog alle stelle, soprattutto a causa delle polveri sottili (PM10 e PM2.5), che stanno superando i limiti di legge in diverse aree.
Le condizioni meteorologiche attuali, caratterizzate da alta pressione ben strutturata sul bacino del Mediterraneo e da un’atmosfera stagnante, impediscono la dispersione degli inquinanti. Questo sta causando un progressivo accumulo di smog nei bassi strati dell’atmosfera, con conseguenze dirette sulla salute pubblica e sull’ambiente. Il fenomeno è particolarmente marcato nelle pianure del Nord e in alcune aree interne del Centro Italia, dove la nebbia – in alcuni casi persistente per gran parte della giornata – contribuisce a trattenere le sostanze nocive a livello del suolo.
Già da domenica 7 dicembre e per l’intera prossima settimana, le zone maggiormente colpite saranno la Pianura Padana e le valli interne dell’Appennino centrale. In Piemonte, le province di Torino, Alessandria, Asti e Novara sono tra le più esposte, con nebbie dense che al mattino e dopo il tramonto riducono drasticamente la visibilità e aggravano la concentrazione degli inquinanti. In Lombardia, Milano, Pavia, Lodi, Brescia, Cremona e Mantova risultano fortemente penalizzate, mentre in Veneto le città di Verona, Padova, Vicenza e Rovigo vedranno un ulteriore peggioramento della qualità dell’aria. Non va meglio in Emilia-Romagna, dove Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia e Parma sono alle prese con un peggioramento costante delle condizioni atmosferiche e ambientali.
Il fenomeno non si limita però al Nord. Anche alcune aree del Centro Italia stanno risentendo di questa situazione. In Toscana, Firenze, Prato e Pistoia registrano un aumento significativo delle polveri sottili. Nel Lazio, Roma continua a essere avvolta da una cappa stagnante che trattiene gli inquinanti nelle prime ore del giorno e dopo il tramonto. Anche Napoli e la provincia di Caserta, in Campania, sono interessate da un peggioramento della qualità dell’aria, complice la presenza di inversioni termiche e l’assenza di ventilazione.
Le previsioni non lasciano spazio all’ottimismo: almeno fino al prossimo fine settimana l’anticiclone continuerà a dominare la scena, mantenendo il tempo stabile ma anche impedendo ogni ricambio d’aria. Le ore più critiche resteranno la notte e le prime ore del mattino, quando le temperature più basse e l’umidità elevata contribuiranno a far “collassare” la nebbia al suolo, rendendola un vero e proprio muro grigio carico di inquinanti.
Le autorità locali stanno già valutando misure emergenziali: limitazioni al traffico veicolare, riduzione dell’utilizzo degli impianti di riscaldamento e controlli sugli impianti industriali più impattanti. Ma senza un cambiamento sostanziale delle condizioni atmosferiche, questi provvedimenti potranno solo mitigare temporaneamente un problema strutturale che ogni anno, puntuale come l’inverno, torna a soffocare le nostre città. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
