Il sorpasso era impensabile fino a dicembre 2023, quando l’impero digitale di Chiara Ferragni rappresentava una macchina da milioni di euro che dominava il mercato dell’influencer marketing. Oggi, a distanza di appena diciotto mesi dal devastante Pandoro Gate che ha travolto l’imprenditrice digitale, i numeri certificano un ribaltamento clamoroso degli equilibri economici tra l’ex coppia più mediatica d’Italia.
I bilanci 2024 depositati nelle ultime settimane delineano un quadro inequivocabile: la società Doom Entertainment di Federico Lucia ha chiuso l’esercizio con ricavi pari a 10,18 milioni di euro e un utile netto superiore a 1,1 milioni, mentre le società riconducibili alla Ferragni – Fenice Srl e Tbs Crew Srl – hanno registrato perdite complessive per 5,7 milioni di euro e fatturati congiunti che non raggiungono i 4 milioni.
La Dream of Ordinary Madness Entertainment, questo il nome completo dell’agenzia di talent management guidata dalla madre del rapper Annamaria Berrinzaghi, rappresenta oggi un modello di resilienza imprenditoriale nel settore della comunicazione digitale. Nonostante la società abbia subito anch’essa i contraccolpi dello scandalo che ha coinvolto indirettamente Fedez, perdendo 1,4 milioni di euro di ricavi rispetto al 2023 e vedendo ridursi i guadagni di circa 180 mila euro, la struttura aziendale ha saputo reagire con una strategia di espansione lungimirante.
L’elemento più significativo di questa crescita risiede nella politica occupazionale adottata da Doom: mentre le società della Ferragni riducevano il personale – Tbs Crew ha tagliato due dipendenti passando da 16 a 14 unità – l’agenzia del rapper ha assunto 14 nuovi collaboratori, passando da 17 a 31 dipendenti. Questa scelta testimonia una fiducia nel futuro del settore e una capacità di intercettare opportunità di mercato anche in momenti di difficoltà generale.
Particolarmente rilevante risulta la strategia di investimento portata avanti dalla società: Doom ha destinato 2,2 milioni di euro all’acquisto di titoli finanziari, consolidando così il patrimonio aziendale e diversificando le fonti di reddito oltre al core business del talent management. Questo approccio contrasta marcatamente con la situazione delle società della Ferragni, costrette a misure di contenimento dei costi e ridimensionamento strutturale.
Il roster di Doom rappresenta attualmente uno degli asset più preziosi dell’agenzia: 28 talenti tra influencer, sportivi e artisti che generano complessivamente oltre 300 milioni di follower e mantengono relazioni commerciali con più di 80 brand internazionali. Tra i nomi di punta figurano Andrea Damante, il tatuatore Gabriele Anakin, la content creator Gaia Visco Gilardi e l’avvocata Cathy La Torre, mentre in passato l’agenzia ha gestito anche il campione olimpico Marcell Jacobs, fino alla rottura dei rapporti sfociata in una querela per diffamazione.
La gestione familiare si conferma un elemento distintivo del successo di Doom: Annamaria Berrinzaghi, che ricopre il ruolo di amministratore unico, ha visto crescere il proprio compenso da 148 mila a quasi 158 mila euro, mentre mantiene una gestione prudente degli utili, accantonando il 100% dei profitti a riserva legale. Questa strategia finanziaria conservativa ha permesso alla società di attraversare le turbolenze degli ultimi anni mantenendo una solidità patrimoniale invidiabile.
Il confronto con le performance dell’ex moglie evidenzia la portata del tracollo economico subito dall’impero Ferragni. Tbs Crew, la società storica che gestisce il marchio “The Blonde Salad”, ha registrato un crollo del fatturato del 94%, passando dai 17,66 milioni di euro del 2023 a soli 1,3 milioni nel 2024. Questo tracollo ha trasformato un utile di 4,4 milioni di euro in una perdita netta di 2,28 milioni, costringendo l’imprenditrice digitale a dimezzare il proprio stipendio da amministratrice unica, portandolo da 320 mila a 160 mila euro.
Ancora più drammatica la situazione di Fenice Srl, società titolare dei marchi Chiara Ferragni, che ha chiuso il 2024 con una perdita di 3,4 milioni di euro. La crisi ha comportato la liquidazione della controllata Fenice Retail, che gestiva i negozi fisici del brand e aveva accumulato perdite per 1,21 milioni di euro nel biennio 2023-2024, portando alla chiusura definitiva dei punti vendita di Milano e Roma.
Le conseguenze del Pandoro Gate si sono rivelate devastanti per la credibilità commerciale della Ferragni: la relazione sulla gestione di Tbs Crew evidenzia come “il risultato negativo sia riconducibile principalmente alle ripercussioni mediatiche legate alla vicenda del cosiddetto Pandoro Gate, che ha determinato una significativa contrazione del fatturato e la sospensione di numerosi rapporti commerciali con i clienti”. Marchi storici come Safilo hanno interrotto le collaborazioni, mentre altri partner hanno sospeso i contratti in attesa dell’evolversi della situazione giudiziaria.
La reazione di Chiara Ferragni alla crisi ha previsto un massiccio intervento finanziario personale: l’imprenditrice ha versato 6,4 milioni di euro per un aumento di capitale in Fenice, acquisendo il controllo quasi totale della società con una quota del 99,8%. Questo investimento, oltre a ripianare le perdite accumulate, rappresenta un segnale di fiducia nel potenziale di rilancio del brand, nonostante le difficoltà contingenti legate al procedimento penale per truffa aggravata ancora in corso.
La nomina di Claudio Calabi come nuovo amministratore unico di Fenice segna un tentativo di rilancio attraverso una governance professionale, mentre l’uscita dei soci storici Paolo Barletta e Pasquale Morgese testimonia le tensioni interne generate dalla crisi. Le previsioni per il 2025 rimangono incerte, con la stessa Ferragni che ammette come “la ripresa dell’attività commerciale dipenderà anche dall’esito delle vicende giudiziarie”.
Il successo di Doom si inserisce in un contesto di mercato dell’influencer marketing che, nonostante le turbolenze, continua a offrire opportunità significative per operatori strutturati e diversificati. L’agenzia di Fedez ha saputo capitalizzare questa dinamica attraverso progetti di comunicazione integrata per grandi marchi, dalla collaborazione con Stellantis alle campagne per Coca-Cola, fino al celebre “Doom District” realizzato durante il Festival di Sanremo 2024, che ha generato 10 milioni di impression e 250 mila interazioni sui social.
La trasformazione di Doom da semplice etichetta discografica – nata nel 2013 come Newtopia insieme a J-Ax – a realtà integrata di comunicazione e talent management rappresenta un caso di studio nell’evoluzione del business dell’intrattenimento digitale. La società ha saputo adattarsi ai cambiamenti del mercato, diversificando il proprio portfolio di servizi e mantenendo una struttura finanziaria solida anche durante i momenti più difficili degli ultimi anni.
Questo sorpasso economico tra Fedez e Chiara Ferragni simboleggia un passaggio epocale nel panorama dell’imprenditoria digitale italiana, dimostrando come eventi reputazionali negativi possano avere conseguenze durature sui modelli di business costruiti attorno alla credibilità personale. Mentre l’ex moglie affronta una complessa fase di ristrutturazione e rilancio, il rapper consolida la propria posizione attraverso una strategia imprenditoriale che guarda oltre la propria immagine pubblica, puntando sulla creazione di valore per un ecosistema più ampio di talenti e brand partner.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!