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Clima, si interrompe la serie record: luglio 2025 il meno caldo degli ultimi 3 anni

Luglio 2025 interrompe la serie record attestandosi al terzo posto tra i mesi più caldi, con temperature in calo da due anni consecutivi rispetto al picco del 2023.

La serie di temperature record che ha caratterizzato gli ultimi due anni si è interrotta, almeno temporaneamente, con luglio 2025 che si posiziona al terzo posto tra i mesi più caldi mai registrati a livello globale. I dati del Copernicus Climate Change Service, il servizio europeo di monitoraggio climatico, documentano una temperatura media dell’aria superficiale di 16,68°C, superiore di 1,25°C rispetto ai livelli preindustriali del periodo 1850-1900, ma inferiore di 0,27°C rispetto al record assoluto stabilito nel luglio 2023 e di 0,23°C rispetto al luglio 2024.

Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service dell’Unione Europea, ha dichiarato che “due anni dopo il luglio più caldo mai registrato, la recente serie di record di temperatura globale è terminata, per ora”, sottolineando tuttavia che “questo non significa che il cambiamento climatico si sia fermato”. Il climatologo italiano, fisico di formazione e da oltre vent’anni impegnato nello studio delle interazioni tra informazioni climatiche e società, ha precisato che “continuiamo a osservare gli effetti di un mondo che si riscalda”.

I numeri raccontano una storia di graduale discesa termica dopo il picco eccezionale del 2023. Luglio di quell’anno aveva fatto registrare un’anomalia di +1,52°C rispetto all’epoca preindustriale, seguìto dal luglio 2024 con +1,48°C e ora dal luglio 2025 con +1,25°C. Questa progressione rappresenta una tendenza alla diminuzione delle temperature che si protrae ormai da due anni consecutivi, pur mantenendo valori che collocano questi mesi tra i più caldi della serie storica iniziata nel 1850.

La temperatura di 16,68°C registrata nel luglio 2025 risulta superiore di 0,45°C rispetto alla media del periodo climatologico di riferimento 1991-2020, confermando il carattere ancora eccezionalmente elevato di questo valore. Il dato rappresenta inoltre il quarto mese degli ultimi 25 con una temperatura globale inferiore alla soglia critica di 1,5°C rispetto al livello preindustriale, soglia che costituisce l’obiettivo dell’Accordo di Parigi per il contenimento del riscaldamento globale.

Analizzando il periodo di dodici mesi compreso tra agosto 2024 e luglio 2025, i dati Copernicus evidenziano una temperatura media globale superiore di 1,53°C rispetto ai livelli preindustriali, valore che continua a superare la soglia di guardia indicata dagli accordi internazionali sul clima. Questo dato conferma che, nonostante la discesa registrata negli ultimi due lugli, il sistema climatico globale rimane in una fase di riscaldamento significativo rispetto alle condizioni precedenti la rivoluzione industriale.

La diminuzione delle temperature osservata potrebbe essere correlata all’indebolimento del fenomeno El Niño, che aveva raggiunto la sua massima intensità nel corso del 2023 contribuendo in modo determinante ai record termici di quel periodo. Gli eventi El Niño, caratterizzati dal riscaldamento anomalo delle acque superficiali nell’Oceano Pacifico equatoriale, possono incrementare le temperature globali di circa due decimi di grado su base annuale quando raggiungono la loro fase più intensa.

Nonostante il relativo raffreddamento, il mese di luglio 2025 è stato caratterizzato da numerosi eventi meteorologici estremi che testimoniano la persistenza degli effetti del cambiamento climatico. Le temperature superficiali del mare hanno raggiunto i 20,77°C, posizionandosi come il terzo valore più alto mai registrato per il mese di luglio, appena 0,12°C sotto il record del 2023. Particolare preoccupazione desta il comportamento del Mare di Norvegia e di diverse aree del Nord Atlantico, che hanno segnato temperature record assolute.

In Europa, luglio 2025 è stato il quarto più caldo della storia continentale, con una temperatura media di 21,12°C, superiore di 1,30°C rispetto alla media del periodo 1991-2020. Le zone più colpite dalle ondate di calore sono state la Fennoscandia, dove Svezia e Finlandia hanno registrato temperature superiori ai 30°C per quindici giorni consecutivi, stabilendo un nuovo record nazionale per la durata delle ondate di calore. Nell’Europa sud-orientale, la Turchia ha raggiunto per la prima volta nella sua storia una temperatura di 50,5°C nella località di Silopi, nel distretto dell’Anatolia sud-orientale.

Contro questa tendenza al riscaldamento si sono registrate temperature inferiori alla media in alcune regioni dell’Europa centrale, della Russia occidentale e della Spagna, evidenziando la natura complessa e geograficamente differenziata degli impatti climatici. Al di fuori del continente europeo, anomalie termiche positive sono state osservate in Cina, Giappone e lungo la catena dell’Himalaya, mentre condizioni più fresche hanno interessato alcune zone dell’Antartide, del Nord America, del Sud America, dell’India, dell’Australia e di parti dell’Africa.

Gli ecosistemi polari continuano a mostrare segnali preoccupanti. L’estensione del ghiaccio marino artico è risultata inferiore del 10% rispetto alla media, rappresentando il secondo valore più basso mai registrato per il mese di luglio, alla pari con i dati del 2012 e del 2021. Anche l’Antartide ha registrato una riduzione significativa, con un’estensione del ghiaccio marino inferiore dell’8% rispetto alla media stagionale, posizionandosi al terzo posto tra i valori più bassi della serie storica per il mese di luglio.

Per quanto riguarda gli eventi meteorologici estremi, luglio 2025 ha confermato l’amplificazione dei fenomeni atmosferici violenti. Forti precipitazioni hanno causato inondazioni devastanti in Pakistan e nella Cina settentrionale, dove le piogge torrenziali hanno provocato centinaia di vittime. Nel Golfo Persico le temperature hanno superato i 50°C, mentre Canada, Scozia e Grecia hanno dovuto fronteggiare incendi boschivi intensificati dalla persistente siccità. In Spagna, secondo i dati degli istituti pubblici, il caldo di luglio ha causato oltre mille decessi, dato comunque dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2024.

Buontempo ha ribadito l’importanza di non interpretare questa pausa nei record come un rallentamento del cambiamento climatico, spiegando che “se non stabilizzeremo rapidamente le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera, dovremmo aspettarci non solo nuovi record di temperatura, ma anche un peggioramento di questi impatti”. Il direttore del servizio climatico europeo ha sottolineato che la principale fonte di anidride carbonica responsabile dell’aumento delle temperature rimane “la combustione di petrolio, carbone e gas per generare energia”.

I dati del luglio 2025, seppur rappresentino una momentanea interruzione della serie record, si inseriscono in un contesto climatico che vede diciotto degli ultimi diciannove mesi con temperature superiori di 1,5°C rispetto al periodo preindustriale. Gli esperti concordano nel definire questa diminuzione come una fluttuazione naturale all’interno di un trend di riscaldamento costante, paragonabile a una “pausa nel respiro” che non modifica la traiettoria complessiva del sistema climatico globale.

La comunità scientifica internazionale mantiene alta l’attenzione sui prossimi sviluppi, con particolare focus sulla possibile transizione verso condizioni di La Niña, il fenomeno opposto a El Niño caratterizzato dal raffreddamento delle acque del Pacifico equatoriale. Tuttavia, anche l’eventuale manifestarsi di La Niña non modificherebbe sostanzialmente le previsioni per il 2025, che potrebbe comunque chiudersi tra i tre anni più caldi mai registrati, confermando l’urgenza di interventi strutturali per la riduzione delle emissioni di gas serra a livello globale.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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