Una grave interruzione dei servizi di Amazon Web Services (Aws) ha paralizzato nella mattinata del 20 ottobre 2025 centinaia di applicazioni e siti web in tutto il mondo, dall’Italia agli Stati Uniti, dall’Europa all’Asia, causando disagi a milioni di utenti e mettendo in evidenza la fragilità dell’infrastruttura digitale globale quando uno dei pilastri del cloud computing incontra difficoltà tecniche.
I primi segnali del malfunzionamento sono emersi intorno alle 8:00 del mattino ora italiana, corrispondenti alla mezzanotte sulla costa occidentale degli Stati Uniti, quando il portale di monitoraggio Downdetector ha registrato una improvvisa impennata di segnalazioni simultanee per decine di servizi apparentemente scollegati tra loro. La piattaforma ha rilevato oltre 2.000 segnalazioni di problemi relativi ad Aws solo negli Stati Uniti, mentre centinaia di report sono arrivati anche dall’Italia e da altri Paesi europei.
La causa dell’interruzione, come confermato dalla stessa Amazon attraverso la propria dashboard di stato dei servizi, risiede in un problema critico che ha colpito la regione Us-East-1, situata nella Virginia Settentrionale, uno dei data center più importanti e trafficati dell’intera infrastruttura Aws. Questa regione rappresenta un nodo nevralgico per numerosi servizi globali, motivo per il quale un guasto localizzato geograficamente ha potuto generare effetti a cascata su scala planetaria.
Nel primo comunicato ufficiale rilasciato alle 00:11 ora del Pacifico (07:11 Utc), Amazon ha riconosciuto di stare investigando tassi di errore elevati e latenze per molteplici servizi nella regione Us-East-1. Circa un’ora e un quarto dopo, alle 01:26 ora del Pacifico, l’azienda ha fornito maggiori dettagli, indicando che si stavano verificando tassi di errore significativi per le richieste effettuate all’endpoint di Amazon DynamoDB, il servizio di database NoSql gestito da Aws, con conseguenti ripercussioni su altri servizi della piattaforma cloud.
Intorno alle 02:01 ora del Pacifico (09:01 Utc), i tecnici di Amazon hanno identificato una potenziale causa principale del problema, attribuendolo a difficoltà nella risoluzione Dns dell’endpoint delle Api di DynamoDB nella regione Us-East-1. Il Domain Name System (Dns) è un componente fondamentale dell’architettura internet che traduce i nomi di dominio leggibili dall’uomo in indirizzi Ip comprensibili dalle macchine, e un malfunzionamento di questo sistema può impedire alle applicazioni di connettersi correttamente ai server necessari per il loro funzionamento.
Amazon ha inoltre precisato che il problema non si limitava a DynamoDB, ma interessava anche altri servizi Aws nella regione Us-East-1, oltre a servizi globali o funzionalità che dipendono dagli endpoint di tale regione, come gli aggiornamenti dello Iam (Identity and Access Management) e le tabelle globali di DynamoDB. L’azienda ha comunicato di stare lavorando su percorsi paralleli multipli per accelerare il recupero dei servizi, raccomandando ai clienti di continuare a ritentare le richieste fallite.
L’elenco delle piattaforme e delle applicazioni colpite dall’interruzione è estremamente vasto e diversificato, spaziando dai social media ai videogiochi, dalle piattaforme di produttività ai servizi finanziari, dagli strumenti di design ai dispositivi per la casa intelligente. Tra i servizi più popolari che hanno subito disservizi figurano Snapchat, il cui utilizzo è stato compromesso per milioni di utenti che hanno segnalato impossibilità di accedere, caricare messaggi o utilizzare funzionalità base dell’applicazione.
Nel settore dei videogiochi, le interruzioni hanno interessato titoli di enorme popolarità come Fortnite, Roblox, Clash Royale, Clash of Clans, Brawl Stars e Pubg Battlegrounds, impedendo ai giocatori di accedere ai server o partecipare alle partite. Epic Games, proprietaria di Fortnite, ha riconosciuto pubblicamente che l’interruzione che colpiva diversi servizi internet stava anche impattando gli accessi a Fortnite, precisando che l’origine del problema risiedeva in Aws piuttosto che nella propria infrastruttura.
Tra le piattaforme di produttività e design, Canva, ampiamente utilizzata per la creazione di contenuti grafici, ha sperimentato blocchi intermittenti e pagine che non si caricavano, così come segnalato da numerosi utenti. Anche Perplexity, la piattaforma di intelligenza artificiale per la ricerca, è rimasta offline, con il suo amministratore delegato Aravind Srinivas che ha confermato pubblicamente su X (ex Twitter) che la causa principale era un problema di Aws e che l’azienda stava lavorando per risolverlo.
I servizi finanziari non sono stati risparmiati dall’interruzione. Coinbase, il più grande exchange di criptovalute negli Stati Uniti, ha comunicato ai propri utenti di essere consapevole che molti non riuscivano ad accedere alla piattaforma a causa dell’interruzione di Aws, rassicurando però che tutti i fondi erano al sicuro. Anche Robinhood, l’applicazione di trading, e Venmo, il servizio di pagamenti peer-to-peer di PayPal, hanno attribuito le proprie difficoltà tecniche all’interruzione di Aws.
Anche i servizi proprietari di Amazon hanno subito conseguenze dall’interruzione. Il sito principale di acquisti Amazon.com, Prime Video e Alexa hanno tutti manifestato problemi di accessibilità. Numerosi utenti su Reddit hanno segnalato che i dispositivi Alexa erano completamente non funzionanti, incapaci di rispondere a domande o eseguire comandi, con messaggi di errore che indicavano l’impossibilità di raggiungere internet. Anche Ring, il servizio di videocitofoni intelligenti di Amazon, è stato tra i dispositivi colpiti dall’interruzione.
Oltre a questi, un lungo elenco di altri servizi popolari ha registrato interruzioni o rallentamenti, tra cui Duolingo (l’applicazione per l’apprendimento delle lingue), Signal (l’app di messaggistica crittografata), Slack (la piattaforma di collaborazione aziendale), Zoom (il servizio di videoconferenze), Wordle (il popolare gioco di parole), Reddit, Disney+, e persino l’applicazione di McDonald’s.
In Europa, l’interruzione ha colpito anche servizi bancari e governativi. Nel Regno Unito, clienti di Lloyds Bank, Halifax e Bank of Scotland hanno segnalato difficoltà nell’accesso ai servizi bancari online. Anche il sito web dell’Hmrc (Her Majesty’s Revenue and Customs), l’autorità fiscale britannica, è stato interessato dall’interruzione. Fornitori di servizi di telecomunicazione come Vodafone e Bt hanno anch’essi manifestato problemi.
In Italia, oltre a Canva e Perplexity, tra i servizi che hanno registrato segnalazioni di malfunzionamento su Downdetector figurano Intesa Sanpaolo, Tim, l’Agenzia delle Entrate, Vodafone, Fastweb, Iliad, WindTre, Aruba, Adobe Creative Cloud e Poste Italiane. Anche piattaforme di gioco online come Playstation Network e Ubisoft Connect hanno fatto registrare problemi.
La portata geografica dell’interruzione si è estesa anche in Asia, con segnalazioni di problemi registrate a Singapore per servizi come Amazon, Canva, Roblox, Pokemon Go e Clash of Clans. L’ampiezza e la simultaneità dei disservizi hanno evidenziato quanto sia diventata pervasiva la dipendenza dell’ecosistema digitale globale dall’infrastruttura cloud di Amazon Web Services.
Amazon Web Services rappresenta infatti il più grande fornitore di servizi di cloud computing al mondo, controllando circa il 32 per cento del mercato secondo dati di Statista. La piattaforma offre servizi di computing on-demand, archiviazione dati e altre soluzioni digitali a aziende, governi e singoli individui. Quando i suoi server subiscono interruzioni, le conseguenze si propagano attraverso siti web e piattaforme che dipendono dalla sua infrastruttura cloud, entrando in competizione con servizi analoghi offerti da Google e Microsoft.
La dashboard ufficiale di stato dei servizi Aws ha elencato almeno 17 servizi come interessati dall’interruzione, spaziando attraverso componenti cruciali dell’infrastruttura cloud come Identity and Access Management, Elastic Kubernetes, CloudFront, CloudWatch e Vpc Lattice. Altri servizi tecnici coinvolti includevano Aws Lambda, Amazon Ec2 (Elastic Compute Cloud), Amazon S3, Api Gateway, SageMaker, Sqs (Simple Queue Service) e Kinesis Data Streams.
Intorno alle 05:27 ora della costa orientale degli Stati Uniti (09:27 Utc), Amazon ha comunicato che stava osservando segni significativi di recupero e che la maggior parte delle richieste avrebbero dovuto avere nuovamente successo, pur continuando a lavorare attraverso il backlog delle richieste che avevano subito ritardi. Tuttavia, al momento della pubblicazione delle prime notizie, non era stata fornita una tempistica ufficiale per il completo ripristino di tutti i servizi, né una stima precisa della durata complessiva dell’interruzione.
Questo episodio rappresenta la prima grande interruzione internet dal malfunzionamento di CrowdStrike dell’anno precedente, che aveva paralizzato sistemi tecnologici in ospedali, banche e aeroporti a livello globale. L’incidente del 20 ottobre 2025 si inserisce in una lunga serie di interruzioni che hanno colpito Aws nel corso degli anni, dimostrando che nonostante gli investimenti in ridondanza e resilienza, anche le infrastrutture cloud più robuste rimangono vulnerabili a guasti tecnici che possono avere ripercussioni globali.
La regione Us-East-1 ha una lunga storia di interruzioni che hanno trascinato con sé anche i servizi di supporto di Aws, con episodi significativi registrati nel 2020, 2021 e 2023. Dopo due casi particolarmente problematici alla fine del 2021, quando alcuni clienti manifestarono forte disappunto per il fatto che il loro fornitore cloud presentasse un punto singolo di rischio sistemico, Aws aveva implementato una nuova Service Health Dashboard costruita su un’architettura che funziona attivamente attraverso molteplici regioni Aws per garantire l’assenza di ritardi nella comunicazione con i clienti.
L’interruzione del 20 ottobre ha sollevato nuovamente interrogativi scomodi sull’infrastruttura internet moderna e sulla concentrazione di potere digitale. La capacità di problemi in strutture situate in una singola regione geografica di interrompere servizi globali evidenzia una fragilità fondamentale nell’architettura digitale contemporanea. Quando Aws subisce interruzioni, una porzione significativa di internet ne risente, sollevando questioni cruciali relative a resilienza, competizione e al futuro del cloud computing.
Nonostante la gravità dell’interruzione e l’impatto sui propri servizi, il titolo azionario di Amazon è rimasto relativamente stabile, probabilmente sostenuto dall’imminente pubblicazione del rapporto trimestrale sugli utili della società. Amazon ha promesso di fornire aggiornamenti ogni 45 minuti o prima qualora fossero disponibili nuove informazioni, mantenendo la comunicazione attraverso la propria dashboard di stato dei servizi. L’azienda ha inoltre indicato che avrebbe eventualmente pubblicato un’analisi post-mortem per spiegare in dettaglio le cause dell’interruzione e le misure adottate per prevenire episodi simili in futuro. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!