SpaceX dopo aver rinviato all’ultimo minuto il decimo volo di test del sistema Starship, previsto per la notte tra domenica 24 e lunedì 25 a causa di una perdita di ossigeno liquido nei sistemi di supporto a terra presso la base texana di Starbase, ritenterà il lancio martedì 26 agosto alle ore 01:30 italiane, con una finestra temporale di un’ora che si estenderà fino alle 02:30. Secondo le comunicazioni NOTAM e NOTMAR emesse dalle autorità competenti, SpaceX disporrà di ulteriori opportunità di lancio nei giorni successivi fino all’8 settembre, qualora dovessero emergere complicazioni non critiche.
Il test rappresenta il quarto tentativo di volo per la versione Block 2 di Starship, l’evoluzione tecnologica del sistema che ha introdotto significativi miglioramenti strutturali e prestazionali. La navicella Ship 37, designata per questa missione dopo l’esplosione della Ship 36 durante un test statico avvenuto a giugno, monterà i nuovi motori Raptor con spinta potenziata e serbatoi di propellente incrementati del 25% rispetto alla generazione precedente. Il design presenta ali anteriori ridisegnate per migliorare l’efficienza aerodinamica durante la fase di rientro atmosferico e uno scudo termico aggiornato per resistere alle temperature estreme del rientro.
Gli obiettivi della missione IFT-10 ricalcano sostanzialmente quelli dei precedenti tre tentativi, con SpaceX che intende finalmente completare una serie di test critici rimasti incompiuti nei voli precedenti. Il programma prevede il rilascio di otto simulatori di massa dei satelliti Starlink di terza generazione, dispositivi progettati per replicare dimensioni e peso dei futuri satelliti della costellazione per internet a banda larga dell’azienda. Durante la fase di volo spaziale, la navicella dovrà dimostrare la capacità di riaccensione di un motore Raptor, requisito fondamentale per consentire manovre orbitali e il successivo rientro controllato dall’orbita.
Il Super Heavy Booster 16, che ha completato con successo i test statici il 6 giugno scorso, eseguirà una serie di manovre sperimentali durante la discesa verso il Golfo del Messico invece di tornare alla base di lancio per la cattura con i bracci meccanici della torre Mechazilla. Il piano di volo prevede l’esecuzione di accensioni sperimentali per la fase di atterraggio, con uno dei tre motori centrali che verrà intenzionalmente disabilitato per verificare se un motore dell’anello intermedio possa subentrare e completare la discesa. Successivamente, il booster passerà a operare con soli due motori, eseguirà un volo stazionario sull’acqua e infine si lascerà cadere nel Golfo del Messico.
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— SpaceX (@SpaceX) August 25, 2025
La fase più critica della missione riguarderà il test dello scudo termico della Ship 37 durante il rientro atmosferico, con particolare attenzione alle nuove piastrelle metalliche, alcune delle quali dotate di sistema attivo di raffreddamento. SpaceX intende inoltre sollecitare maggiormente la struttura delle ali inferiori per studiarne il comportamento con un angolo di ingresso in atmosfera più aggressivo rispetto ai test precedenti. Il programma include anche la verifica della resistenza al plasma dei perni per la cattura al volo, elementi cruciali per le future operazioni di recupero del veicolo.
Il rinvio del decimo test si inserisce in un contesto di crescenti difficoltà tecniche per il programma Starship nel corso del 2025. I precedenti tre voli di prova si sono conclusi con esplosioni e malfunzionamenti che hanno evidenziato criticità strutturali e di assemblaggio del sistema. Il settimo e ottavo volo, effettuati rispettivamente a gennaio e marzo, si sono conclusi con violente esplosioni nell’Oceano Atlantico a causa di problemi ai motori Raptor e perdite di propellente durante la fase di ascesa. Il nono test di maggio, benché abbia raggiunto per la prima volta l’orbita, ha subito una perdita di controllo durante il rientro, disintegrandosi sopra l’Oceano Indiano dopo che i portelli del carico utile non si erano aperti correttamente, intrappolando vapori di metano che hanno compromesso il controllo dell’assetto.
L’incidente più grave si è verificato il 18 giugno durante un test di caricamento propellente a terra della Ship 36, originariamente destinata alla missione IFT-10. Un serbatoio a pressione riempito di azoto si è rotto improvvisamente, generando una palla di fuoco che ha devastato il centro di collaudo di SpaceX a Massey, in Texas, e ha costretto l’azienda a rivedere completamente i protocolli di sicurezza e i controlli di qualità. L’indagine ha rivelato preoccupanti carenze nelle procedure di ispezione dei componenti critici, portando SpaceX a implementare verifiche più severe per tutti i recipienti a pressione.
La Federal Aviation Administration ha chiuso l’indagine sui fallimenti precedenti il 15 agosto, consentendo a SpaceX di procedere con i preparativi per il decimo volo. L’agenzia federale ha inoltre approvato l’incremento del numero massimo di lanci annuali dalla base di Boca Chica da cinque a venticinque, riconoscendo il crescente ritmo di sviluppo del programma. Tuttavia, la FAA ha ampliato le zone di pericolo aeronautico e marittimo sia negli Stati Uniti che in altri paesi, a seguito dei problemi di sicurezza emersi durante i precedenti test che hanno causato oltre 240 disagi al traffico aereo civile e il dirottamento di più di 24 voli commerciali.
Le difficoltà del programma Starship hanno spinto SpaceX a riassegnare il 20% del personale tecnico dal collaudato programma Falcon 9 al sistema in sviluppo, una mossa che riflette l’urgenza imposta dalle scadenze del contratto lunare da 4 miliardi di dollari firmato con la NASA per il programma Artemis. L’agenzia spaziale statunitense richiede a SpaceX di dimostrare la capacità di rifornire la Starship in orbita attraverso più di dodici trasferimenti di propellente, una manovra senza precedenti a livello tecnico e logistico, oltre al completamento di due allunaggi senza equipaggio prima che le missioni umane vengano autorizzate.
Il successo del decimo volo assume particolare rilevanza strategica per SpaceX, considerato che una versione modificata di Starship, denominata Human Landing System, è stata selezionata dalla NASA come lander lunare per riportare gli astronauti sulla superficie lunare entro il 2027 nell’ambito delle missioni Artemis. Il sistema rappresenta inoltre un elemento cruciale per l’espansione della costellazione Starlink, con Musk che prevede di utilizzare Starship per deployare satelliti di maggiori dimensioni rispetto a quelli attualmente lanciati con i razzi Falcon 9. La capacità di trasporto incrementata della versione Block 2 dovrebbe consentire il rilascio di fino a 53 satelliti Starlink per missione rispetto ai 40 stimati nella versione precedente, nonostante la riduzione dell’altezza della zona di carico da nove a 5,5 metri.
Il rinvio del test riflette l’approccio iterativo adottato da SpaceX, caratterizzato dalla filosofia “fail fast, learn fast” che privilegia test rapidi e frequenti per accelerare lo sviluppo tecnologico, anche a costo di fallimenti spettacolari. Tuttavia, con solo quattro missioni parzialmente riuscite su nove tentativi fino ad agosto 2025, l’affidabilità del sistema resta oggetto di crescenti preoccupazioni da parte degli osservatori del settore aerospaziale. Il tempo stringe per SpaceX, con la NASA e il Congresso che osservano con impazienza crescente i progressi del programma, mentre altre aziende come Blue Origin e Dynetics continuano a sviluppare alternative meno spettacolari ma potenzialmente più sicure per le future missioni lunari.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!