Dopo la consueta tregua feriale, il primo settembre 2025 segna la ripresa a pieno regime dell’attività dell’Agenzia delle Entrate, con l’invio di comunicazioni fiscali che erano rimaste sospese durante tutto il mese di agosto. L’articolo 10 del decreto legislativo numero 1 del 2024 aveva infatti previsto la sospensione dell’invio di cartelle di pagamento, avvisi bonari, atti di liquidazione del TFR e lettere di compliance per tutto agosto, salvo i casi di particolare urgenza.
La ripartenza delle attività di controllo coinvolge milioni di contribuenti italiani, che nelle prossime settimane riceveranno nelle proprie cassette postali o consultando il cassetto fiscale online una serie di comunicazioni relative ai controlli automatizzati e formali sulle dichiarazioni presentate. Si tratta di una vera e propria “tempesta perfetta” di adempimenti che caratterizza tradizionalmente il periodo post-estivo, quando l’amministrazione finanziaria accelera per recuperare i tempi persi durante la pausa.
Tra le comunicazioni che i contribuenti potrebbero ricevere figurano principalmente gli avvisi bonari, ovvero quelle comunicazioni informali inviate dall’Agenzia delle Entrate dopo i controlli automatici o formali delle dichiarazioni fiscali. Questi documenti rappresentano un’opportunità per i contribuenti di regolarizzare spontaneamente la propria posizione fiscale prima che venga emesso un vero e proprio accertamento, beneficiando di sanzioni significativamente ridotte.
Una delle principali novità introdotte dal 2025 riguarda proprio i termini di risposta agli avvisi bonari, che sono stati estesi da 30 a 60 giorni per le comunicazioni elaborate a partire dal primo gennaio di quest’anno. Questa modifica, introdotta dall’articolo 3 del decreto legislativo 108 del 2024, rappresenta un importante cambiamento nel rapporto tra Fisco e contribuenti, offrendo maggiore flessibilità nella gestione degli adempimenti fiscali.
L’estensione dei termini si applica sia ai controlli automatizzati previsti dall’articolo 36-bis del DPR 600 del 1973 per le imposte sui redditi e dall’articolo 54-bis del DPR 633 del 1972 per l’IVA, sia ai controlli formali disciplinati dall’articolo 36-ter del DPR 600 del 1973. Per gli avvisi trasmessi telematicamente agli intermediari abilitati, come commercialisti o consulenti del lavoro, il termine è ulteriormente ampliato a 90 giorni dalla data di comunicazione telematica.
Particolarmente significativo è l’impatto di questa modifica sulla riduzione delle sanzioni. I contribuenti che pagano entro i nuovi termini possono beneficiare di sanzioni ridotte a un terzo di quelle ordinarie per i controlli automatici e a due terzi per i controlli formali. Questa misura incentiva l’adempimento spontaneo e rappresenta un approccio più collaborativo dell’amministrazione finanziaria nei confronti dei contribuenti.
Accanto agli avvisi bonari, ripartono anche le lettere di compliance, uno strumento sempre più utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per prevenire l’evasione fiscale attraverso un approccio preventivo. Queste comunicazioni vengono inviate ai contribuenti per segnalare possibili anomalie o incongruenze nelle dichiarazioni fiscali, invitandoli a verificare e correggere spontaneamente eventuali errori prima che venga avviato un controllo più approfondito.
Secondo le previsioni dell’Agenzia delle Entrate, per il 2025 è programmato l’invio di almeno tre milioni di lettere di compliance, in linea con la strategia di intensificazione dei controlli preventivi. Queste comunicazioni si concentreranno su cinque aree principali: verifica trimestrale delle operazioni attive in presenza di fatture elettroniche o corrispettivi telematici trasmessi, segnalazione di discrepanze nelle dichiarazioni dei redditi, individuazione di incongruenze nei dati forniti, confronto tra pagamenti elettronici ricevuti e corrispettivi certificati, e altre irregolarità identificate attraverso l’analisi incrociata dei dati disponibili.
L’efficacia di questo approccio è dimostrata dai risultati ottenuti negli anni precedenti. Nel 2015 furono inviate circa 300.000 lettere di compliance con un recupero di circa 300 milioni di euro, mentre nel 2023 si è superata la quota di tre milioni di comunicazioni con un recupero di 4,2 miliardi di euro. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la compliance fiscale volontaria, consentendo ai contribuenti non in regola di regolarizzare la propria posizione beneficiando di sanzioni ridotte.
Un’importante scadenza da segnalare è quella del 15 settembre 2025, termine entro il quale i contribuenti dovranno inviare documenti e informazioni richieste dall’Agenzia delle Entrate nell’ambito dei controlli formali sulle dichiarazioni dei redditi del 2023 avviati tra giugno e luglio. Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha chiarito che, considerando la sospensione estiva dei termini prevista dal primo agosto al 4 settembre, la documentazione potrà essere inviata senza conseguenze entro il 15 settembre.
Parallellamente alla ripresa dei controlli, dal 5 settembre ripartono anche i termini per il pagamento degli avvisi bonari che erano stati sospesi durante la pausa estiva. Questa sospensione, prevista annualmente dal primo agosto al 4 settembre, aveva interrotto il calcolo dei 30 giorni per il pagamento delle comunicazioni di irregolarità, con l’effetto di allungare il tempo a disposizione per adempiere.
La ripresa delle attività fiscali coincide con un periodo particolarmente denso di scadenze per imprese, partite IVA e contribuenti. Il 16 settembre rappresenta la giornata più impegnativa del mese, con ben 133 versamenti fiscali in scadenza secondo il calendario dell’Agenzia delle Entrate. Tra questi figurano i versamenti IVA mensili, le ritenute IRPEF su lavoro dipendente e autonomo, i contributi INPS per i datori di lavoro, oltre a numerosi altri adempimenti periodici.
Per i contribuenti che hanno optato per la rateizzazione delle imposte sui redditi, il 16 settembre scade il termine per il versamento della terza o quarta rata, a seconda della data di avvio dei versamenti. I dipendenti e pensionati dovranno pagare la quarta rata di IRPEF, cedolare secca e ulteriori imposte emerse dal modello 730, mentre le partite IVA saranno chiamate a versare la seconda o terza rata delle imposte sui redditi.
Altra scadenza fondamentale è quella del 30 settembre per la presentazione del modello 730 del 2025. La dichiarazione dei redditi può essere presentata sia nella versione precompilata direttamente all’Agenzia delle Entrate tramite l’applicazione web, sia nella versione ordinaria attraverso CAF, professionisti abilitati o sostituti d’imposta che prestano assistenza fiscale. La stessa data rappresenta anche il termine ultimo per l’adesione al concordato preventivo biennale 2025-2026.
La ripresa a pieno regime riguarda anche la giustizia tributaria, con il ripristino dei termini processuali che erano rimasti sospesi durante agosto. Dal primo settembre tornano a decorrere le scadenze previste nell’ambito del contenzioso tributario, inclusi i 60 giorni per impugnare gli atti emessi dall’amministrazione finanziaria.
Questo intenso calendario di adempimenti e controlli riflette la strategia dell’amministrazione finanziaria di rafforzare la compliance fiscale attraverso un approccio che bilancia controlli più efficaci con maggiori garanzie procedurali per i contribuenti. L’estensione dei termini di risposta e la sospensione feriale rappresentano elementi di equilibrio in un sistema che punta a recuperare l’evasione fiscale mantenendo un rapporto collaborativo con i contribuenti adempienti.
Per i contribuenti che riceveranno comunicazioni dall’Agenzia delle Entrate nelle prossime settimane, sarà fondamentale non sottovalutare l’importanza di una risposta tempestiva e accurata. L’approccio preventivo adottato dal Fisco offre opportunità significative di regolarizzazione a condizioni agevolate, ma richiede una gestione attenta dei termini e delle procedure previste dalla normativa vigente.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!