Un tragico evento ha sconvolto il processo che vedeva alla sbarra Ciro Grillo e tre suoi amici per la presunta violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese. Il giovedì 2 settembre, nella stazione San Paolo della linea B della metropolitana romana, si è consumata una drammatica tragedia: il figlio ventenne del giudice Marco Contu si è tolto la vita gettandosi sotto un convoglio in arrivo.
La vittima, identificata dalle autorità competenti nelle ore successive all’incidente, era il figlio di Marco Contu, magistrato di prestigio e presidente del collegio giudicante del Tribunale di Tempio Pausania che oggi avrebbe dovuto emettere la sentenza di primo grado nel caso che vede imputato il figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle insieme a Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta. L’evento tragico si è verificato nel primo pomeriggio, intorno alle 15:30, quando il ragazzo di ventidue anni ha raggiunto la banchina della stazione sotterranea e si è lanciato sui binari davanti al treno in transito.
Gli interventi di soccorso, coordinati dai vigili del fuoco del Comando provinciale di Roma con il supporto del carro sollevamenti e delle squadre specializzate, si sono rivelati inutili: il giovane è deceduto immediatamente a seguito dell’impatto. Sul posto sono intervenuti anche gli operatori del 118 e gli agenti della Polizia di Stato, che hanno avviato le indagini di rito per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto, avvalendosi delle testimonianze dei passeggeri presenti e dei filmati delle telecamere di videosorveglianza installate nella stazione.
Marco Contu rappresenta una figura di spicco della magistratura italiana, conosciuto nell’ambiente giudiziario per il suo rigore professionale e l’impegno costante nel garantire l’applicazione della legge. Nato in Sardegna, il magistrato ha intrapreso la carriera nella magistratura dopo la laurea in giurisprudenza, distinguendosi negli anni sia come pubblico ministero che come giudice. La sua figura è stata associata a delicate indagini e processi di rilievo nazionale, mantenendo sempre un profilo riservato e concentrandosi esclusivamente sull’attività professionale, evitando apparizioni mediatiche e diventando punto di riferimento per le nuove generazioni di magistrati.
La notizia del tragico lutto ha raggiunto l’aula del Tribunale di Tempio Pausania nelle prime ore della mattinata del 3 settembre, mentre si attendeva l’apertura dell’udienza conclusiva del processo. La giudice a latere Marcella Pinna ha comunicato ufficialmente la sospensione dell’udienza e il rinvio della sentenza, generando sconcerto tra i presenti. L’udienza, che avrebbe dovuto vedere le ultime controrepliche della difesa dei quattro imputati seguite dalla camera di consiglio con il verdetto finale, è stata rinviata al 22 settembre alle ore 10:30.
La decisione di rinviare il processo ha suscitato un dibattito tra gli operatori del diritto presenti in aula. Inizialmente, la presidente del tribunale facente funzione Caterina Interlandi aveva ventilato la possibilità di procedere comunque con l’udienza, considerando che il presidente Contu si era dichiarato disponibile a presiedere il collegio nonostante il lutto. Tuttavia, gli avvocati della difesa si sono categoricamente rifiutati di procedere con le arringhe davanti a un magistrato colpito da una simile tragedia.
L’avvocato Alessandro Vaccaro, che difende Vittorio Lauria, ha espresso con fermezza la propria posizione: “È inaccettabile poter pensare che una persona, non solo un magistrato, che ha perso un figlio possa serenamente venire in udienza domani ad ascoltare qualunque cosa rispetto alla morte del figlio è sicuramente una sciocchezza. Io non mi sarei sentito in grado di discutere un processo parlando di cose futili rispetto al lutto che lo ha colpito”. Anche l’avvocata Giulia Bongiorno, che rappresenta una delle presunte vittime, ha concordato con la decisione di rinvio, sottolineando come “abbiamo apprezzato il senso del dovere del presidente ma proprio per questo abbiamo detto no grazie”.
Il procuratore capo Gregorio Capasso, che aveva chiesto la condanna a nove anni di reclusione per tutti gli imputati, ha espresso la solidarietà dell’ufficio di Procura al magistrato colpito dal lutto: “A nome mio e di tutta la Procura ci stringiamo attorno al presidente Marco Contu”. La richiesta di condanna formulata dalla Procura si basava sulla presunta inattendibilità delle dichiarazioni degli imputati, che secondo l’accusa avrebbero “adattato la loro versione a seconda delle indagini”, mentre la presunta vittima “ha sempre ripetuto le stesse cose” senza mai modificare le proprie dichiarazioni.
Il processo riguarda i fatti contestati risalenti alla notte tra il 16 e 17 luglio del 2019, quando Ciro Grillo e i suoi tre amici genovesi avrebbero commesso una violenza sessuale di gruppo ai danni di due ragazze nella villa della famiglia Grillo a Porto Cervo, in Costa Smeralda. Le presunte vittime, una studentessa italo-norvegese e una sua amica, avevano conosciuto i quattro imputati nella discoteca Billionaire e avevano successivamente deciso di spostarsi nella residenza estiva della famiglia del comico genovese.
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La linea B della metropolitana è rimasta interrotta per diverse ore nel tratto interessato dall’incidente, con l’attivazione di bus sostitutivi per garantire il collegamento tra le stazioni. Il servizio è stato ripristinato nel corso del pomeriggio, dopo che i vigili del fuoco hanno completato le operazioni di recupero della salma e di messa in sicurezza dell’area. Le autorità competenti hanno disposto il trasferimento del corpo presso l’obitorio per i successivi accertamenti medico-legali, mentre la famiglia ha ricevuto il permesso per organizzare i funerali.
L’episodio ha inevitabilmente influenzato l’andamento di uno dei processi più seguiti dalla cronaca giudiziaria italiana degli ultimi anni, caratterizzato da un ampio clamore mediatico e da una particolare attenzione dell’opinione pubblica. La sentenza di primo grado, attesa da oltre sei anni dalle parti coinvolte e dalle presunte vittime, dovrà ora attendere il 22 settembre per essere pronunciata. Il collegio giudicante, che nella nuova udienza manterrà la stessa composizione, si ritirerà in camera di consiglio per deliberare dopo aver ascoltato le ultime arringhe difensive.
La tragedia ha colpito profondamente l’ambiente giudiziario sardo e nazionale, evidenziando come anche i magistrati, figure istituzionali chiamate quotidianamente a decidere del destino di altre persone, possano essere vulnerabili di fronte ai drammi personali e familiari. La morte del giovane figlio del giudice Contu rappresenta un evento che va oltre la cronaca giudiziaria, toccando la sfera più intima e dolorosa dell’esperienza umana, quella del lutto genitoriale che nessuna professionalità o autorevolezza può mitigare.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!