La tragedia ha investito improvvisamente il tribunale di Tempio Pausania nella mattinata del 3 settembre 2025, quando si sarebbe dovuta pronunciare la sentenza di primo grado nel processo per violenza sessuale di gruppo a carico di Ciro Grillo e dei suoi tre amici genovesi Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Un grave lutto familiare ha colpito il presidente del collegio giudicante, Marco Contu, il cui figlio ventenne è deceduto nella notte precedente l’udienza.
La notizia è stata comunicata in aula mentre si attendeva l’apertura dell’udienza, provocando l’immediato rinvio di tutti i procedimenti programmati. La giudice a latere Marcella Pinna ha annunciato la sospensione dei lavori con parole cariche di comprensione umana: "Purtroppo avete appreso la notizia, ora bisogna cercare di trovare una soluzione".
Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Contu e composto dai giudici a latere Pinna e Alessandro Cossu, aveva in programma le ultime controrepliche della difesa dei quattro imputati, cui sarebbe seguita la camera di consiglio per la deliberazione finale. L’udienza era attesa come momento conclusivo di un procedimento giudiziario durato tre anni, iniziato con la prima udienza tecnica del 16 marzo 2022.
Dopo una breve consultazione tra i membri del collegio, il procuratore capo Gregorio Capasso e i legali delle parti, è stata stabilita la nuova data del processo. La sentenza è stata ufficialmente rinviata al 22 settembre 2025 alle ore 10.30, quando riprenderanno le controrepliche delle difese seguite dalla deliberazione finale.
Il processo vede sul banco degli imputati il figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo insieme ai tre amici genovesi, tutti accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese all’epoca diciannovenne e di una sua coetanea. I fatti contestati risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, quando si sarebbe consumata la presunta violenza nella villetta di famiglia di Porto Cervo, dopo una serata trascorsa nella discoteca Billionaire.
Nelle giornate precedenti al rinvio, il procuratore Capasso aveva concluso le sue repliche confermando la richiesta di condanna a nove anni di reclusione per ciascuno degli imputati, sostenendo che "gli imputati hanno adattato la loro versione a seconda delle indagini, la ragazza invece ha sempre ripetuto le stesse cose". Il magistrato ha definito questa coerenza nelle dichiarazioni della presunta vittima come "la vera chiave di lettura" del processo.
Le parti civili, rappresentate dagli avvocati Giulia Bongiorno e Fiammetta Di Stefano, avevano completato le loro repliche il giorno precedente, con Bongiorno che aveva evidenziato come "la vita della ragazza non solo è stata radiografata ma è stata fatta una tac con tanto di mezzo di contrasto", riferendosi al lungo e minuzioso esame delle dichiarazioni della presunta vittima durante il dibattimento.
La principale accusatrice aveva manifestato l’intenzione di essere presente in aula per ascoltare la lettura della sentenza, una decisione che l’avvocato Bongiorno stava ancora valutando considerando l’impatto emotivo che tale presenza avrebbe potuto comportare. La ragazza, durante il processo, ha affrontato un interrogatorio serrato, rispondendo a oltre 1.675 domande formulate dalle difese degli imputati.
La difesa degli imputati, guidata da un pool di avvocati tra cui Enrico Grillo, Ernesto Monteverde, Gennaro Velle e Antonella Cuccureddu, ha sostenuto durante tutto il procedimento che i rapporti sessuali erano stati consensuali, contestando la credibilità delle accuse e definendo la ricostruzione dell’accusa "incompatibile con la logica".
L’inatteso rinvio ha sospeso temporaneamente la conclusione di un caso che ha tenuto l’opinione pubblica italiana con il fiato sospeso per anni, coinvolgendo il figlio di una delle figure politiche più controverse del panorama nazionale. Il processo ha rappresentato un banco di prova importante per il sistema giudiziario italiano nella gestione di casi di violenza sessuale ad alta visibilità mediatica.
Il tragico evento che ha colpito il giudice Contu ha inevitabilmente rimandato il momento della verità per tutti i protagonisti di questa vicenda giudiziaria. La famiglia della presunta vittima, i legali, gli imputati e i loro familiari dovranno attendere altre tre settimane per conoscere l’esito di un procedimento che si è trascinato per oltre sei anni dai fatti originari.
Il rinvio della sentenza nel processo Grillo rappresenta un ulteriore capitolo di un caso che ha evidenziato le complessità della giustizia italiana quando si trova ad affrontare reati di particolare gravità sociale, coinvolgendo personalità di rilievo pubblico e sollevando questioni cruciali sulla gestione mediatica dei processi per violenza sessuale.
Quando il 22 settembre il tribunale di Tempio Pausania si riunirà nuovamente, si concluderà formalmente il primo grado di giudizio di una vicenda che ha segnato profondamente la cronaca giudiziaria italiana, indipendentemente da quale sarà l’esito finale del processo. La tragedia personale che ha investito il giudice Contu ha temporaneamente interrotto il corso della giustizia, ricordando che dietro le toghe e i procedimenti ci sono sempre persone con le loro sofferenze e drammi personali.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!