Il venerdì 7 novembre 2025 coincide con una mobilitazione di portata nazionale che investe trasversalmente il comparto della mobilità italiana, interessando simultaneamente il settore ferroviario, i servizi di trasporto pubblico locale e la gestione delle principali direttrici autostradali del Paese. La proclamazione dello sciopero, sottoscritta dai sindacati del settore ferroviario, del trasporto pubblico locale e dalle sigle sindacali attive nel comparto autostradale, determina una giornata di notevoli criticità per pendolari e utenti della rete viaria italiana, con epicentri di particolare gravità nelle aree metropolitane di Milano, Monza, Palermo e Latina.
La struttura dell’agitazione rivela una complessità articolata su molteplici livelli territoriali e settoriali. A Milano, epicentro della mobilitazione nel nord Italia, il sindacato Al Cobas ha proclamato uno sciopero della durata di ventiquattro ore che coinvolge l’intero servizio di trasporto pubblico gestito dal gruppo Atm. La società di trasporto milanese ha comunicato ufficialmente che il servizio potrebbe non essere garantito in due specifiche fasce orarie: dalle 8:45 alle 15:00 e successivamente dalle 18:00 fino al termine del servizio. Le fasce orarie di garanzia rimangono dunque circoscritte all’inizio della giornata, da quando inizia il servizio fino alle 8:45, e durante la fascia centrale del pomeriggio dalle 15:00 alle 18:00. Al di fuori di questi intervalli temporali, si prevedono interruzioni significative o frequenze fortemente ridotte su tutte le linee della metropolitana, sui tram e sulla rete degli autobus urbani, con impatti particolarmente rilevanti sui collegamenti verso la periferia e sulle direttrici principali della viabilità cittadina.
Nell’area della Brianza e nella città di Monza, il gruppo Atm ha esteso la proclamazione dello sciopero a un’intera giornata di interruzione del servizio, interessando tanto i mezzi di superficie quanto la rete metropolitana che connette Monza alle aree limitrofe. A Latina, il trasporto pubblico locale gestito dalla società Csc Mobilità si ferma seguendo uno schema temporale differenziato: il servizio rimane sospeso dall’inizio della giornata fino alle 6:30, successivamente dalle 9:30 alle 13:30 e infine dalle 16:30 fino al termine dell’erogazione del servizio. A Palermo, il sindacato Cub Trasporti ha organizzato un’astensione dal lavoro che interessa la società Amat con interruzioni dalle 8:30 alle 17:30 e dalle 20:30 fino a mezzanotte.
Sul fronte del trasporto ferroviario nazionale, la situazione si presenta con sfumature differenziate. Le principali aziende ferroviarie Trenitalia, Italo e le diverse società regionali hanno comunicato la possibilità di soppressioni o modifiche agli orari sia per i treni regionali sia per le corse a lunga percorrenza. Rete Ferroviaria Italiana ha predisposto un piano specifico di garanzia per i collegamenti essenziali nelle fasce orarie di maggiore affluenza, principalmente durante le prime ore della mattina e nel tardo pomeriggio, al fine di preservare la mobilità dei pendolari su rotte critiche. Nel Lazio, emerge una situazione particolare: il personale di Coopservice impiegato in appalto presso Trenitalia, che opera nei servizi di pulizia e nelle attività accessorie, ha proclamato uno sciopero di ventiquattro ore. Sebbene non siano attesi ritardi direttamente sui servizi ferroviari principali, si prevedono possibili riduzioni nei servizi offerti all’interno dei convogli e nel presidio del decoro all’interno delle stazioni.
Anche la rete autostradale della Lombardia registra criticità significative. Il personale afferente al II Tronco Milano di Autostrade per l’Italia ha proclamato uno sciopero di quattro ore per ciascun turno di lavoro, eventualità che potrebbe generare conseguenze rilevanti a livello dei caselli e della gestione complessiva della rete. L’area di competenza del II Tronco serve la gran parte della regione lombarda con i relativi assi viari limitrofi, comprendendo Milano, Bergamo, Como, Brescia, Varese, Lodi e i principali collegamenti verso Piacenza e Parma.
Le radici della protesta affondano in rivendicazioni strutturali che caratterizzano da tempo il dibattito nel comparto dei trasporti pubblici italiani. I sindacati denunciano un aumento progressivo dei carichi di lavoro, una carenza sistematica di personale e l’assenza di un adeguamento salariale proporzionato all’incremento del costo della vita. Tra le richieste centrali figurano interventi più incisivi in materia di sicurezza sul luogo di lavoro, turni lavorativi più equilibrati soprattutto per il personale viaggiante e operativo, e il rinnovo dei contratti collettivi. Specificamente per Milano, il sindacato Al Cobas contesta la liberalizzazione, la privatizzazione e la finanziarizzazione dei servizi gestiti da Atm, avanzando istanze di reinternalizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale ceduti in appalto e subappalto. Le rivendicazioni includono inoltre la trasformazione immediata di tutti i contratti part-time in full-time per i conducenti che ne facciano richiesta e un aumento salariale di centocinquanta euro netti in egual misura per tutti i lavoratori fino al parametro 193, slegato dalla produttività e concepito come risarcimento dei mancati rinnovi contrattuali e degli irrisori aumenti salariali precedenti.
Atm ha invitato ufficialmente i cittadini a verificare in tempo reale lo stato dei servizi attraverso i propri canali ufficiali e le applicazioni dedicate, al fine di pianificare anticipatamente gli spostamenti e adottare strategie alternative di mobilità per le fasce orarie interessate dall’interruzione. La giornata del 7 novembre si configura pertanto come un momento critico per la mobilità nazionale italiana, con effetti che si irradiano su pendolari, lavoratori e utenti della rete viaria complessiva, rendendo necessaria una pianificazione preventiva degli spostamenti e una continua consultazione delle informazioni ufficiali fornite dalle aziende di trasporto interessate. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
