Una serie di potenti espulsioni di massa coronale (CME) è in rotta verso la Terra e potrebbe scatenare una tempesta geomagnetica di classe G3 nei prossimi giorni. Lo segnalano i dati raccolti dal sito specializzato spaceweather.com e da diversi osservatori solari, che monitorano con attenzione l’attività del Sole. Secondo le previsioni, tra il 6 e l’8 novembre, la Terra sarà investita o sfiorata da almeno tre CME, con potenziali ripercussioni sulle comunicazioni radio, sulla rete elettrica e sulla navigazione satellitare.
Le CME sono tra i fenomeni più violenti del nostro sistema solare: si tratta di colossali eruzioni di plasma e campi magnetici provenienti dalla corona solare, la regione più esterna dell’atmosfera del Sole. Quando una di queste espulsioni colpisce il campo magnetico terrestre, può generare una tempesta geomagnetica, cioè una perturbazione globale del nostro sistema magnetico. L’intensità delle tempeste viene classificata da G1 (minima) a G5 (estrema), e una G3, come quella attesa in questi giorni, è considerata moderatamente forte, con potenziali effetti sui sistemi tecnologici a latitudini medie e alte.
L’evento che preoccupa maggiormente è una CME legata a un brillamento solare di classe M7.5, avvenuto il 5 novembre nella macchia solare attiva 4274. Questa esplosione solare ha chiaramente una componente diretta verso la Terra, come confermato dalle immagini del Solar Dynamics Observatory della NASA. L’attività solare è in forte aumento: nelle ultime 24 ore sono stati registrati anche due brillamenti di classe X, i più energetici in assoluto. Il primo, un X1.8, è stato emesso dalla stessa regione attiva 4274; il secondo, un X1.1, proviene da una macchia solare ancora nascosta dietro il bordo solare, il che lascia supporre che possa essere stato anche più potente della sua classificazione apparente.
La persistenza di queste macchie solari – visibili già da settimane sul lato nascosto del Sole – indica che l’attività non è un evento isolato, ma parte di una fase particolarmente turbolenta del ciclo solare in corso. Secondo gli esperti, non c’è motivo di aspettarsi un rapido declino: altre CME potrebbero essere emesse nei prossimi giorni, con la possibilità di ulteriori impatti geomagnetici.
Le tempeste geomagnetiche possono generare spettacolari aurore boreali anche a latitudini insolitamente basse, ma rappresentano anche un rischio concreto per le infrastrutture tecnologiche. I gestori delle reti elettriche, dei satelliti e dei sistemi di comunicazione restano in allerta, in attesa dell’arrivo del fronte solare. Gli effetti più significativi sono attesi tra il 6 e l’8 novembre, ma l’evoluzione dell’attività solare sarà determinante per valutare l’impatto reale dell’evento. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
