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Giallo in Veneto, due maratoneti dello stesso team morti nel sonno a giorni di distanza

La procura di Vicenza ha aperto un fascicolo sui decessi ravvicinati di Alberto Zordan e Anna Zilio, due maratoneti del Team Km Sport trovati morti nel sonno a tre settimane di distanza.
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Due morti improvvise nel sonno, a distanza di poche settimane, hanno scosso profondamente il mondo dell’atletica veneta e sollevato interrogativi che ora spetta alla magistratura chiarire. Alberto Zordan, quarantottenne di Sovizzo, e Anna Zilio, trentanovenne originaria di Marano Vicentino, sono stati trovati senza vita nelle rispettive abitazioni con modalità analoghe, entrambi tesserati per il Team Km Sport, società sportiva veronese che riunisce podisti, ciclisti e triatleti.

La procura di Vicenza ha aperto un fascicolo sulla morte di Zordan, al momento senza indagati né ipotesi di reato, disponendo l’autopsia per accertare le cause del decesso. Analoghi accertamenti erano già stati disposti dalla procura di Verona sul corpo di Anna Zilio, i cui esiti però non sono ancora stati resi noti a distanza di tre settimane dalla tragedia.

La morte di Alberto Zordan: un guerriero stroncato nel sonno

Alberto Zordan è stato rinvenuto privo di vita nella notte tra sabato primo novembre e domenica due novembre nella sua abitazione di Sovizzo. Grafico per professione, negli ultimi anni ricopriva il ruolo di responsabile logistica e facility presso Agrolab Group Italia di Altavilla Vicentina. Ma la sua vera passione era la corsa, iniziata circa dieci anni prima con l’Atletica Vicentina, proseguita con Vicenza Marathon e dal duemilanove con il Team Km Sport.

Gli amici lo descrivono come una persona meticolosa, attenta all’alimentazione, che non fumava né beveva alcolici e si allenava con regolarità. Non aveva mai manifestato problemi cardiologici e nelle ultime settimane era seguito scrupolosamente dal punto di vista medico in preparazione alla maratona di Valencia del sette dicembre, alla quale avrebbe dovuto partecipare. Sognava di correre la maratona di New York nel duemilaventsei per festeggiare i suoi cinquant’anni.

Paolo Fongaro, amico e compagno di squadra, lo ha ricordato con parole toccanti: “Alberto era una persona che non si lamentava mai, vedeva le sconfitte come un punto di partenza. Lo chiamavo il samurai perché era come un guerriero che non smetteva mai di combattere. Dava il cento per cento in tutto ciò che faceva, nel lavoro, nella famiglia e nello sport”. Lascia la moglie Valentina e una figlia di undici anni. I funerali si sono svolti il sei novembre alle quindici nella chiesa di Santa Maria Assunta a Sovizzo al Piano.

Il caso di Anna Zilio: dalla giurisprudenza alla passione per la corsa

Il primo decesso che ha colpito il Team Km Sport è quello di Anna Zilio, trovata senza vita dai genitori nel pomeriggio del tredici ottobre nella sua abitazione di Verona. Laureata in giurisprudenza, aveva esercitato per un periodo la professione di avvocata prima di dedicarsi completamente alla sua passione per la corsa. Da qualche anno lavorava nel negozio Km Sport di San Martino Buon Albergo, dove si occupava della segreteria.

Il titolare Emanuele Marchi la ricordava come un pilastro della squadra, una persona che teneva su tutto e trasmetteva passione. Maratoneta di ottimo livello, praticava la corsa da oltre dieci anni con risultati di rilievo: record personale di due ore cinquantadue minuti e quarantatré secondi ottenuto alla maratona di Verona nel duemilaventuno, ottavo posto alla Venezia Marathon duemilasedici e secondo posto a Verona nel duemilaventidue. Aveva partecipato anche a ultramaratone, tra cui i cento chilometri di Winschoten dove si era piazzata quinta donna in otto ore trentasei minuti e otto secondi.

La sua ultima gara risaliva al cinque ottobre, quando aveva chiuso settima alla StrArzignano, una dieci chilometri. Il Team Km Sport, società per la quale era tesserata dal duemiladiciotto, l’ha ricordata con un messaggio carico di dolore: “Anna eri una colonna portante della nostra squadra, in questo momento non troviamo le parole per esprimere il vuoto che lasci”.

I dubbi dei familiari e l’intervento della magistratura

La coincidenza temporale e sportiva dei due decessi ha inevitabilmente fatto sorgere interrogativi tra familiari e amici. Due atleti della stessa squadra, entrambi in ottima forma fisica e apparentemente sani, morti nel sonno a distanza di meno di tre settimane. I parenti di Zordan hanno chiesto accertamenti approfonditi per capire se possa esserci un legame o una causa comune. Le procure di Vicenza e Verona hanno quindi disposto autopsie su entrambi i corpi per chiarire le cause che hanno portato alla morte a distanza di così poco tempo l’uno dall’altra.

Al momento non sono state formulate ipotesi di reato e non risultano indagati. Gli esiti degli esami medico legali, attesi nelle prossime settimane, dovranno stabilire se si sia trattato di tragiche coincidenze o se esistano elementi comuni tra i due casi.

Il Team Km Sport: una realtà consolidata nel panorama veneto

Il Team Km Sport è una associazione sportiva dilettantistica con sede a Verona, attiva nel podismo, ciclismo e triathlon. Secondo i dati della Federazione Italiana di Atletica Leggera, la società conta quattrocentottantatré tesserati nel settore running, risultando la terza società del Veneto per numero di atleti e tra le più numerose in Italia. L’associazione organizza anche attività di formazione attraverso la Km School e promuove il cicloturismo con il progetto Km Travel.

Morti improvvise negli atleti: un fenomeno studiato ma non sempre prevedibile

Le morti cardiache improvvise negli atleti rappresentano un fenomeno drammatico che, sebbene relativamente raro, colpisce ogni anno sportivi apparentemente sani. Si stima che uno o tre giovani atleti su centomila muoiano improvvisamente durante l’attività fisica, con un’incidenza dieci volte superiore nei maschi rispetto alle femmine.

Nei giovani atleti sotto i trentacinque anni, le cause più frequenti di morte improvvisa sono le cardiopatie genetiche con rischio aritmico, in particolare la cardiomiopatia ipertrofica, le anomalie congenite delle coronarie, la sindrome del QT lungo e la sindrome di Brugada. In Italia, la prima causa di morte improvvisa in questa fascia di età è la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro. Negli atleti sopra i trentacinque anni prevale invece la patologia aterosclerotica delle arterie coronarie.

Dal millenovecentottantadue l’Italia ha adottato un programma nazionale unico nel panorama internazionale per lo screening della morte improvvisa cardiaca nei giovani atleti competitivi, che prevede una valutazione cardiologica all’inizio dell’attività agonistica e rivalutazioni annuali con anamnesi, esame obiettivo, elettrocardiogramma e test da sforzo. Uno studio pubblicato su Jama nel duemilasei ha dimostrato che in Veneto l’incidenza di morte improvvisa negli atleti è calata di quasi il novanta per cento dopo l’introduzione di questo programma di screening.

Tuttavia, nonostante i controlli medici obbligatori, alcune cardiopatie genetiche possono rimanere silenti e sfuggire agli screening, soprattutto nelle fasi iniziali. Le visite medico sportive, pur rappresentando uno strumento efficace di prevenzione, non garantiscono l’identificazione di tutte le patologie a rischio.

Un lutto che interroga la comunità sportiva

Le morti di Alberto Zordan e Anna Zilio hanno lasciato un vuoto profondo nella comunità sportiva veneta e sollevato domande sulla prevenzione e sui controlli medici anche per gli atleti amatoriali che praticano sport con regolarità e impegno costante. Entrambi erano seguiti dal punto di vista sanitario, conducevano stili di vita sani e non presentavano apparentemente fattori di rischio.

Riccardo Solfo, presidente di Vicenza Marathon, ha espresso il cordoglio per la scomparsa di Anna Zilio con parole commosse: “Siamo distrutti, era una ragazza solare, sportiva, sana, è una notizia che ci ha colto veramente di sorpresa. I due anni in cui ha corso con noi sono andati benissimo, ricordo una ragazza espansiva che amava la natura”.

Le autopsie disposte dalle procure di Vicenza e Verona dovranno ora fare chiarezza su quanto accaduto, fornendo risposte alle famiglie e alla comunità sportiva che attende con ansia di comprendere le cause di queste due tragedie così ravvicinate. Solo gli esami medico legali potranno stabilire se si sia trattato di drammatiche coincidenze o se esistano elementi comuni che possano spiegare i due decessi. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!