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Terrore nei cieli sul volo Catania-Madrid: Airbus Iberia sfiora collisione a 11mila metri di quota

Un Airbus A320 Iberia con 126 passeggeri ha sfiorato una collisione a 11.000 metri sopra Palma di Maiorca durante il volo Catania-Madrid.
Credit © Iberia

Un volo di routine tra Catania e Madrid si è trasformato in un episodio che ha tenuto con il fiato sospeso passeggeri ed equipaggio, riaccendendo i riflettori sulla complessa convivenza tra aviazione civile e strumenti di rilevamento meteorologico negli spazi aerei ad alta quota. L’Airbus A320-200 della compagnia spagnola Iberia, con registrazione EC-MDK e identificativo volo IB-694, ha sfiorato un pallone meteorologico mentre sorvolava la zona di Palma di Maiorca alla quota di crociera di FL350, equivalente a circa undicimila metri.

L’episodio, reso noto soltanto il 4 novembre 2025 dalla Comisión de Investigación de Accidentes e Incidentes de Aviación Civil spagnola, l’autorità preposta alla sicurezza aerea in Spagna, ha rivelato particolari inquietanti sulla pericolosità dell’incontro ravvicinato. Secondo le ricostruzioni ufficiali, il pallone sonda è passato a circa duecento metri di distanza laterale dall’aeromobile e una trentina di metri al di sopra del velivolo. Una distanza che in termini aeronautici rappresenta un margine pericolosamente ridotto, considerando le velocità in gioco e l’impossibilità di effettuare manovre evasive repentine a quella quota.

A bordo dell’Airbus si trovavano centoventisei passeggeri e sei membri dell’equipaggio, tra cui due piloti e quattro assistenti di volo. Il comandante ha immediatamente avvistato il pallone meteorologico, descritto come un incontro inaspettato e a distanza ridottissima, procedendo senza indugio a segnalare l’anomalia alle autorità competenti attraverso i canali di comunicazione aeronautica. L’equipaggio, dimostrando professionalità e sangue freddo, ha mantenuto il controllo del velivolo senza necessità di deviazioni di rotta, permettendo al volo di proseguire regolarmente verso la destinazione madrilena.

La CIAIAC ha immediatamente avviato un’indagine approfondita sull’accaduto, con l’obiettivo di chiarire diversi aspetti cruciali della vicenda. Gli investigatori stanno esaminando la traiettoria esatta del pallone meteorologico, le autorizzazioni di lancio eventualmente rilasciate, e soprattutto la comunicazione tra gli enti meteorologici responsabili del lancio e il controllo del traffico aereo. L’episodio ha sollevato interrogativi fondamentali sulla coordinazione tra meteorologia e aviazione civile, evidenziando lacune potenzialmente pericolose nei protocolli di sicurezza attualmente in vigore.

I palloni meteorologici, strumenti scientifici di vitale importanza per le previsioni atmosferiche e la raccolta di dati climatici, vengono lanciati quotidianamente in tutto il mondo per effettuare rilevazioni di pressione atmosferica, temperatura e umidità dell’aria attraverso radiosonde che trasmettono i dati a terra. Questi aerostati possono raggiungere quote stratosferiche ben superiori ai quarantamila metri, ma nella fase di ascesa attraversano inevitabilmente le altitudini operative degli aeromobili commerciali, che volano tipicamente tra i settemila e i quattordicimila metri. Sebbene i lanci debbano essere notificati attraverso il sistema NOTAM, che informa i naviganti aeronautici di attività potenzialmente pericolose, episodi come quello del volo Iberia dimostrano che il sistema non è infallibile.

La pericolosità di questi incontri ravvicinati non è da sottovalutare. Come emerso da un caso analogo verificatosi negli Stati Uniti nell’ottobre 2025, quando un pallone meteorologico della società WindBorne ha colpito il parabrezza di un Boeing 737 MAX della United Airlines in volo da Denver a Los Angeles, provocando la frantumazione del vetro della cabina di pilotaggio e ferite lievi a uno dei piloti, costringendo l’aereo a un atterraggio di emergenza. L’impatto ha danneggiato significativamente il parabrezza nonostante il pallone pesasse soltanto un chilogrammo e mezzo al momento del lancio, un peso inferiore a quello di un’oca canadese. Nel caso del volo Iberia, l’assenza di contatto fisico ha evitato conseguenze potenzialmente catastrofiche, ma la vicinanza dell’oggetto ha comunque rappresentato una minaccia concreta alla sicurezza dei passeggeri.

La problematica degli aerostati meteorologici rappresenta una sfida crescente per la sicurezza aerea. A differenza dei volatili, che costituiscono un rischio noto e ampiamente studiato nelle fasi di decollo e atterraggio, i palloni meteorologici operano a quote di crociera dove gli aeromobili viaggiano ad altissima velocità, rendendo difficoltosa sia l’individuazione visiva che il rilevamento radar. La loro struttura ridotta e la velocità di spostamento lenta confondono i sistemi radar progettati per tracciare oggetti più grandi e veloci come caccia militari o missili, costringendo gli ingegneri aeronautici ad aggiornare costantemente i software di rilevamento per includere questi oggetti tra gli elementi da monitorare.

La normativa italiana ed europea prevede procedure rigorose per il lancio di palloni meteorologici, richiedendo l’emissione di un NOTAM con almeno quarantacinque giorni di anticipo rispetto all’attività prevista. Il processo richiede la vidimazione di numerosi enti, tra cui l’ENAV per il controllo del traffico aereo, l’ENAC per la direzione della circoscrizione aeroportuale competente, e i comandi dell’Aeronautica Militare qualora vi sia attività operativa nella zona interessata. Tuttavia, le imprevedibilità dinamiche del volo del pallone, legate ai fenomeni meteorologici, rendono difficoltosa una valutazione esatta della traiettoria, soprattutto quando i venti in quota possono spingere l’aerostato attraverso i confini nazionali o lungo corridoi aerei particolarmente trafficati.

Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, organizzazione per la tutela dei consumatori con sede a Lecce, ha commentato l’episodio sottolineando come i palloni meteorologici possano avere scopi multipli, non limitati alla sola raccolta di dati atmosferici. La dichiarazione richiama l’attenzione sulla necessità di trasparenza e coordinamento tra gli enti che autorizzano i lanci e quelli che gestiscono il traffico aereo, per garantire la massima sicurezza a passeggeri e equipaggi.

Episodi simili si sono verificati in passato in diverse parti del mondo, confermando che il fenomeno non è isolato. Nel 2022 un volo Delta ha evitato un pallone sonda sopra il Colorado, mentre nel 2023 in Cina un pallone meteorologico ha causato la deviazione di rotta di un volo commerciale, e nel 2024 in Francia un pallone militare ha interferito con un volo civile. Questi precedenti dimostrano come la questione dei palloni stratosferici richieda un approccio internazionale coordinato, che vada oltre le singole normative nazionali per garantire standard di sicurezza uniformi negli spazi aerei di tutto il mondo.

La vicenda del volo Iberia ha riportato al centro del dibattito la necessità di implementare tecnologie avanzate per il tracciamento in tempo reale dei palloni meteorologici, permettendo ai sistemi di gestione del traffico aereo di conoscere con precisione la posizione di questi oggetti e di guidare gli aeromobili lungo rotte alternative quando necessario. Alcune società come WindBorne hanno già annunciato modifiche operative per ridurre il tempo trascorso dai propri palloni nelle altitudini comprese tra trentamila e quarantamila piedi, accelerando inoltre i piani per dotare gli aerostati di sistemi di navigazione autonoma capaci di evitare gli aeroplani utilizzando dati di volo in tempo reale.

L’inchiesta della CIAIAC proseguirà nei prossimi mesi per determinare le responsabilità dell’accaduto e per raccomandare eventuali misure correttive da implementare nei protocolli di sicurezza aerea. Mentre l’aviazione civile continua a rappresentare uno dei mezzi di trasporto più sicuri al mondo, con tassi di incidentalità in costante diminuzione negli ultimi decenni, episodi come quello del volo Catania-Madrid ricordano che la vigilanza costante e il miglioramento continuo delle procedure di sicurezza rimangono imperativi categorici per proteggere milioni di passeggeri che ogni giorno solcano i cieli del pianeta.

La rotta Catania-Madrid, operata regolarmente da Iberia con il numero di volo IB-694, rappresenta un collegamento importante tra la Sicilia e la capitale spagnola, servendo sia viaggiatori d’affari che turisti. L’Airbus A320-200 utilizzato su questa tratta può ospitare fino a centottanta passeggeri in configurazione massima, sebbene le configurazioni tipiche a due classi prevedano circa centocinquanta posti. Il velivolo EC-MDK continua a operare regolarmente nella flotta Iberia, testimonianza del fatto che l’incidente non ha causato danni strutturali all’aeromobile.

L’episodio si inserisce in un contesto più ampio di crescente congestione degli spazi aerei, dove aeromobili commerciali, militari, droni, palloni meteorologici e satelliti devono convivere in uno spazio tridimensionale sempre più affollato. La sfida per il futuro consisterà nel trovare un equilibrio tra le esigenze scientifiche della meteorologia, fondamentali per previsioni accurate che salvano vite umane attraverso allerte tempestive su fenomeni atmosferici pericolosi, e la sicurezza dell’aviazione civile, che trasporta miliardi di passeggeri ogni anno attraverso rotte sempre più frequentate.

Mentre passeggeri ed equipaggio del volo IB-694 hanno potuto raggiungere Madrid senza conseguenze, l’episodio del 24 agosto 2025 rimarrà negli annali dell’aviazione come un monito sulla necessità di perfezionare costantemente i sistemi di coordinamento tra enti meteorologici e controllo del traffico aereo, affinché scienza e trasporti possano continuare a coesistere in sicurezza nei cieli sempre più trafficati del ventunesimo secolo. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!