Un’estesa e organizzata struttura nuvolosa, visibile dalle immagini satellitari delle ore 9:30 italiane, si è sviluppata sul Golfo del Leone e lungo la costa orientale della Catalogna, segno inequivocabile dell’approssimarsi di un sistema perturbato di matrice atlantica. Questa massa nuvolosa si sta muovendo rapidamente verso la Francia sud-orientale e le regioni dell’Italia nord-occidentale, in particolare Liguria, Piemonte e Lombardia, alimentata da un’interazione marcata tra aria fredda in quota proveniente da ovest e le acque ancora calde del Mar Mediterraneo occidentale. Questo contrasto termico ha già attivato una fase di instabilità diffusa, con temporali di forte intensità, che durante la notte hanno colpito in particolare la Lombardia centro-settentrionale, con picchi pluviometrici localizzati fino a 60 mm tra la pedemontana e la Brianza.
L’evoluzione sinottica odierna mostra una configurazione barica favorevole alla genesi di temporali rigeneranti, innescati da un flusso sud-occidentale umido nei bassi strati e da un nocciolo di aria fredda in quota che tende a destabilizzare ulteriormente la colonna atmosferica. Il risultato è la formazione di imponenti celle temporalesche a sviluppo verticale, caratterizzate da precipitazioni torrenziali, grandinate localizzate e forti raffiche di vento. I modelli previsionali evidenziano, per la giornata di sabato 13 settembre, un’area di precipitazioni particolarmente attive sulla Liguria di Levante e sull’Alta Toscana, dove gli accumuli potranno superare i 50-70 mm nelle zone orograficamente più esposte, soprattutto a ridosso dell’Appennino ligure e tosco-emiliano.
Sulla Lombardia occidentale e sul Piemonte centro-occidentale si prevede una persistenza dei fenomeni, con rovesci multipli che potranno determinare accumuli significativi e potenziali criticità idrogeologiche. I suoli, già saturi per effetto delle piogge recenti, rispondono in modo più rapido all’arrivo di nuove precipitazioni intense, aumentando il rischio di allagamenti, smottamenti e colate detritiche soprattutto nei bacini montani e pedemontani.

Nel dettaglio, le zone maggiormente vulnerabili nella giornata odierna risultano essere: la Riviera di Levante, in particolare il Golfo di Genova, per il rischio di temporali autorigeneranti e precipitazioni persistenti; la fascia prealpina lombarda (Comasco, Brianza, Bergamasca), dove i torrenti minori potrebbero superare i livelli di guardia in tempi ridotti; il Piemonte occidentale, inclusa l’area torinese e la bassa Valle d’Aosta, dove la combinazione tra piogge intense e morfologia del territorio favorisce lo sviluppo di fenomeni franosi localizzati.
Domenica 14 settembre l’asse instabile della perturbazione traslerà verso est, portando con sé rovesci diffusi sull’Emilia-Romagna e sul Triveneto. Particolarmente esposte le zone pedemontane e alpine del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, dove sono attese precipitazioni localmente forti, con accumuli stimati tra i 30 e i 50 mm, associati a temporali isolati ma potenzialmente severi. Anche in queste aree non si esclude la possibilità di grandine e colpi di vento, in un contesto termico che manterrà un gradiente verticale molto instabile.
La criticità del quadro meteorologico non risiede soltanto nell’intensità dei fenomeni attesi, quanto nella loro persistenza e nella capacità di rigenerarsi lungo gli stessi settori, una dinamica tipica degli eventi pluviometrici estremi in ambiente mediterraneo. In Liguria, la particolare configurazione idrografica, con bacini a rapido tempo di risposta e versanti impervi, rappresenta un fattore aggravante: piogge concentrate in pochi chilometri quadrati possono determinare in breve tempo il superamento delle soglie critiche e la successiva esondazione di rii e torrenti, come già documentato da analoghi eventi negli anni passati.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!