Un nuovo episodio di tensione si è consumato nei cieli dell’Europa orientale, dove un velivolo senza pilota di fabbricazione russa ha violato lo spazio aereo della Romania, in un’area prossima al confine con l’Ucraina. L’incidente, confermato dal ministero della Difesa di Bucarest, si inserisce in un contesto di crescente pressione militare sul fianco orientale della NATO, aggravato dai continui attacchi russi alle infrastrutture ucraine lungo il Danubio.
Secondo quanto reso noto dalle autorità militari romene, l’incursione si è verificata nella giornata di ieri. Due caccia F-16 dell’86esima base aerea di Fetești sono decollati per una missione di pattugliamento a seguito di intensi raid russi contro obiettivi civili e logistici ucraini situati in prossimità della frontiera. I radar e i piloti hanno intercettato un UAV – acronimo di Unmanned Aerial Vehicle – all’interno dello spazio aereo nazionale, tracciandolo fino a circa 20 chilometri a sud-ovest di Chilia Veche, un’area remota situata nel delta del Danubio, prima che il segnale scomparisse dai radar.
Il ministero della Difesa ha precisato che il drone non ha sorvolato aree densamente popolate e non ha rappresentato una minaccia diretta per la popolazione civile. Nonostante ciò, l’intrusione è stata presa con estrema serietà: la sorveglianza aerea è stata rafforzata e squadre specializzate sono in stato di allerta per localizzare eventuali detriti o altri indizi dell’incidente.
In risposta all’episodio, il ministero degli Esteri ha convocato con urgenza l’ambasciatore russo a Bucarest. Come dichiarato alla televisione Digi 24 dal ministro Oana Toiu, l’obiettivo della convocazione è stato quello di “comunicare in modo chiaro la protesta della Romania” e di esigere spiegazioni da Mosca. La scelta diplomatica riflette la linea della fermezza già adottata da altri membri dell’Alleanza Atlantica in seguito a precedenti episodi simili, come l’intrusione di droni russi nello spazio aereo polacco.
L’evento rilancia l’allarme sulla sicurezza dei Paesi NATO confinanti con l’Ucraina, sempre più esposti agli effetti collaterali della guerra, e riaccende il dibattito sull’efficacia delle misure di dissuasione e difesa collettiva dell’Alleanza. In un momento in cui i confini tra guerra convenzionale e guerra ibrida si fanno sempre più sfumati, la penetrazione di un drone nello spazio aereo di un Paese membro della NATO rappresenta un chiaro messaggio strategico da parte di Mosca: testare i limiti della reazione occidentale senza sfociare apertamente nel conflitto diretto.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!