Il primo giorno di scuola si trasforma sempre più spesso in un set fotografico improvvisato, dove genitori immortalano i propri figli davanti agli istituti scolastici per condividere immediatamente le immagini sui social network. Una pratica che Telefono Azzurro ha deciso di mettere sotto la lente d’ingrandimento, lanciando un allarme sui rischi concreti che questa abitudine apparentemente innocua può comportare per la sicurezza dei minori.
Ernesto Caffo, presidente della fondazione, ha espresso preoccupazioni specifiche riguardo al fenomeno dello sharenting applicato al contesto scolastico. “Non è difficile da credere che quegli stessi scatti faranno il giro del mondo e che potranno essere a disposizione di miliardi di persone e, inesorabilmente, anche di mostri”, ha dichiarato il presidente dell’organizzazione che da decenni si occupa della tutela dei diritti dei minori.
La terminologia “sharenting”, derivata dalla fusione delle parole inglesi “share” e “parenting”, identifica la pratica diffusa di condividere contenuti relativi ai propri figli sui social media. Le ricerche europee evidenziano dimensioni preoccupanti del fenomeno: ogni genitore pubblica mediamente trecento fotografie dei propri bambini all’anno, raggiungendo quota mille immagini prima del quinto compleanno del minore. Facebook rappresenta la piattaforma più utilizzata con il 54% delle condivisioni, seguito da Instagram al 16% e Twitter al 12%.
Il rischio principale individuato da Telefono Azzurro riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per trasformare fotografie innocenti in materiale pedopornografico. Caffo ha spiegato come malintenzionati possano sfrPer restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!