I ricercatori del British Antarctic Survey hanno presentato Bedmap3, la mappa più dettagliata mai realizzata dell’Antartide nascosta sotto la sua immensa calotta di ghiaccio, rivelando un paesaggio sotterraneo che potrebbe cambiare per sempre la comprensione dei rischi climatici del nostro pianeta. La nuova mappatura, pubblicata a marzo 2025 sulla rivista Scientific Data di Nature, integra oltre sessant’anni di dati raccolti attraverso campagne di rilevamento aereo, satellitare e terrestre, offrendo una visione senza precedenti del continente antartico “nudo” e delle catastrofiche conseguenze che il suo scioglimento comporterebbe.
La ricerca, coordinata dal dottor Hamish Pritchard del British Antarctic Survey e condotta in collaborazione con numerosi istituti internazionali incluso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia italiano, rappresenta un salto qualitativo nella mappatura antartica attraverso l’integrazione di 82 milioni di punti dati e 1,9 milioni di chilometri lineari di misurazioni. Il progetto ha permesso di colmare significative lacune nella conoscenza del continente, particolarmente nell’Antartide orientale, attorno al Polo Sud, lungo la Penisola Antartica e le coste occidentali, oltre che nella catena dei Monti Transantartici.
Una delle scoperte più rilevanti riguarda la revisione della localizzazione del punto con lo spessore massimo di ghiaccio del continente. Contrariamente a quanto indicato dalle precedenti rilevazioni che collocavano il record nel Bacino di Astrolabe nella Terra Adelia, la nuova mappatura ha identificato la zona con il ghiaccio più spesso in un canyon senza nome nella Terra di Wilkes, alle coordinate 76.052°S, 118.378°E, dove lo spessore raggiunge i 4.757 metri, equivalente a più di quindici volte l’altezza del grattacielo The Shard di Londra.
I dati elaborati nel corso del progetto hanno inoltre permesso di calcolare con maggiore precisione le dimensioni complessive del sistema glaciale antartico. La superficie totale dei ghiacci antartici ammonta a 13,63 milioni di chilometri quadrati, con uno spessore medio di 1.948 metri e un volume complessivo di 27 milioni di chilometri cubi di ghiaccio, che rappresentano circa il 90% delle riserve di ghiaccio del pianeta e il 70% delle riserve di acqua dolce mondiali.
Le implicazioni di questi dati assumono contorni drammatici quando si considera lo scenario di un eventuale scioglimento completo della calotta antartica. Secondo le stime elaborate dagli scienziati, un tale evento porterebbe a un innalzamento del livello globale del mare di circa 58 metri, una catastrofe di proporzioni inimmaginabili che ridisegnerebbe completamente la geografia mondiale e cancellerebbe dalla mappa intere nazioni e città costiere.

Per l’Italia, le conseguenze sarebbero particolarmente devastanti. Secondo le proiezioni elaborate dalla piattaforma Climate Central e basate su studi pubblicati sulla rivista PNAS, un innalzamento del livello del mare anche di soli tre metri comporterebbe la sommersione di vaste aree costiere della penisola. Tra le città più esposte figurano Venezia e l’intero sistema lagunare veneto, Ravenna e ampie porzioni della costa romagnola, Pisa e il litorale toscano, Napoli e il litorale domizio, oltre a significative aree costiere di Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia, includendo zone metropolitane come Cagliari, Oristano e Catania.
La creazione di Bedmap3 rappresenta il terzo tentativo di mappatura completa del substrato roccioso antartico, dopo Bedmap del 2001 e Bedmap2 del 2013, ma supera nettamente i suoi predecessori per volume e dettaglio dei dati. Il progetto ha integrato 84 nuove campagne aerogeofisiche condotte da 15 fornitori di dati internazionali, aggiungendo 52 milioni di nuovi punti dati rispetto alle versioni precedenti e raggiungendo una risoluzione spaziale di 500 metri sulla griglia di mappatura.
Secondo il dottor Pritchard, la nuova mappa fornisce “l’informazione fondamentale che sostiene i modelli informatici utilizzati per investigare come il ghiaccio scorrerà attraverso il continente con l’aumento delle temperature”. Il glaciologo ha utilizzato una metafora efficace per spiegare l’importanza di questa mappatura: “Immaginate di versare sciroppo su una torta rocciosa: tutti i dossi, tutte le protuberanze, determineranno dove va lo sciroppo e quanto velocemente. E così è con l’Antartide: alcune creste tratterranno il ghiaccio che scorre, le cavità e le parti lisce sono dove quel ghiaccio potrebbe accelerare”.
La mappatura ha rivelato in dettaglio senza precedenti il paesaggio nascosto sotto la calotta glaciale, delineando con maggiore chiarezza e precisione il profilo di valli profonde e canyon, così come le caratteristiche delle catene montuose sepolte. Particolare attenzione è stata dedicata alla rappresentazione delle valli profonde, dei luoghi dove le montagne rocciose emergono attraverso il ghiaccio e delle piattaforme glaciali galleggianti che si estendono sull’oceano ai margini del continente.
I dati satellitari più recenti hanno inoltre registrato con maggiore accuratezza l’altezza e la forma della calotta glaciale e lo spessore delle piattaforme glaciali galleggianti, elementi cruciali per comprendere le dinamiche di interazione tra il ghiaccio e il substrato roccioso sottostante. Queste informazioni risultano fondamentali per prevedere come l’Antartide potrebbe rispondere al riscaldamento climatico, poiché consentono agli scienziati di studiare le interazioni tra la calotta glaciale e il letto roccioso.
La rilevanza scientifica di Bedmap3 si estende oltre la pura mappatura geografica, fornendo strumenti preziosi per la modellazione climatica e la previsione dell’evoluzione futura delle calotte glaciali antartiche. I ricercatori potranno ora sviluppare modelli più accurati per simulare il comportamento del ghiaccio antartico sotto differenti scenari di riscaldamento globale, identificando con maggiore precisione i punti critici dove il processo di scioglimento potrebbe accelerare e le aree dove il ghiaccio potrebbe “scivolare” più rapidamente verso il mare.
Il timing della pubblicazione di questi risultati assume particolare significato nel contesto dell’attuale crisi climatica. Studi recenti hanno documentato un’accelerazione preoccupante del tasso di perdita di ghiaccio antartico, passato da circa 49 miliardi di tonnellate annue nel periodo 1992-1997 a 219 miliardi di tonnellate tra il 2012 e il 2017. Complessivamente, nei 25 anni compresi tra il 1992 e il 2017, l’Antartide ha perso 2.700 miliardi di tonnellate di ghiaccio, contribuendo a un innalzamento del livello medio del mare di circa 8 millimetri.
La collaborazione internazionale che ha reso possibile Bedmap3 coinvolge ricercatori di numerose istituzioni, tra cui il dipartimento di Fisica del clima e dell’ambiente dell’Università di Berna, il Centro per il telerilevamento e i sistemi integrati dell’Università del Kansas, l’Osservatorio terrestre Lamont-Doherty dell’Università Columbia e molti altri centri di ricerca mondiali. Questa ampia cooperazione scientifica sottolinea l’importanza globale della ricerca antartica e la necessità di uno sforzo coordinato per comprendere e monitorare i cambiamenti in corso nel continente più remoto del pianeta.
I risultati di Bedmap3 confermano che l’Antartide rappresenta il più grande rischio e la maggiore incertezza per l’innalzamento del livello del mare a livello mondiale. La nuova mappatura fornisce agli scienziati gli strumenti necessari per sviluppare previsioni più accurate sull’evoluzione futura del sistema climatico terrestre, mentre agli organismi di pianificazione costiera offre dati fondamentali per elaborare strategie di adattamento e protezione delle comunità costiere di tutto il mondo, sempre più minacciate dall’avanzata inarrestabile delle acque oceaniche.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!