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Artemis 2, entro otto mesi l’uomo di nuovo in orbita attorno alla Luna: la conferma della NASA

La NASA conferma il lancio di Artemis 2 entro aprile 2026, con prima finestra il 5 febbraio, riportando l’uomo in orbita lunare dopo 53 anni dall’Apollo 17.

La NASA ha ufficialmente confermato durante una serie di conferenze stampa tenutesi tra il 23 e il 24 settembre 2025 che la missione Artemis 2 sarà lanciata entro aprile 2026, con la prima finestra di lancio utile programmata per il 5 febbraio 2026. Questo annuncio segna il ritorno dell’umanità verso la Luna dopo oltre cinquant’anni dall’ultima missione Apollo 17 del dicembre 1972, quando Eugene Cernan e Harrison Schmitt furono gli ultimi esseri umani a lasciare la superficie del nostro satellite naturale.

La missione Artemis 2 rappresenta un momento cruciale nel programma di esplorazione spaziale americano, configurandosi come la prima spedizione con equipaggio a bordo del potente sistema di lancio Space Launch System (SLS) e della navicella Orion dal completamento del programma Apollo. Durante il briefing del 23 settembre, Lakiesha Hawkins, vice amministratore associato a interim dell’Exploration Systems Development Mission Directorate della NASA, ha sottolineato come questa missione costituisca essenzialmente un volo di test fondamentale per raccogliere dati operativi cruciali per le future esplorazioni dello spazio profondo.

L’equipaggio di Artemis 2 è composto da quattro astronauti selezionati per questa storica impresa: Reid Wiseman della NASA nel ruolo di comandante, Victor Glover della NASA come pilota, Christina Koch della NASA e Jeremy Hansen dell’Agenzia Spaziale Canadese come specialisti di missione. Questa composizione dell’equipaggio include per la prima volta una donna e una persona di colore destinate a viaggiare oltre l’orbita terrestre bassa, rendendo la missione un importante traguardo per l’inclusività nell’esplorazione spaziale.

L’equipaggio della missione Artemis 2: Reid Wiseman, Victor Glover, Jeremy Hansen e Christina Koch. Credit: NASA

Il profilo di missione prevede un viaggio di circa dieci giorni che porterà i quattro astronauti a compiere un sorvolo della Luna senza effettuare alcun allunaggio. La navicella Orion, lanciata dal Kennedy Space Center in Florida, eseguirà inizialmente due orbite complete attorno alla Terra per testare tutti i sistemi mentre si trova ancora relativamente vicino al nostro pianeta. Durante questa fase, l’equipaggio condurrà una particolare manovra di test volando manualmente attorno allo stadio superiore criogenico provvisorio (ICPS) dopo la separazione, per valutare la manovrabilità della navicella e preparare le future operazioni di attracco previste per Artemis 3.

Successivamente alle orbite terrestri, Orion utilizzerà lo stadio ICPS per eseguire la manovra di inserzione translunare che la spingerà verso la Luna. Durante il viaggio, l’equipaggio raggiungerà una distanza massima di circa 9.200 chilometri oltre i quasi 400.000 chilometri che separano la Terra dalla Luna, sperimentando così le condizioni del volo nello spazio profondo con un’esposizione alle radiazioni cosmiche mai raggiunta prima dall’uomo. Questa estensione della traiettoria permetterà di testare i sistemi di supporto vitale e le prestazioni della navicella Orion in condizioni reali prima del ritorno sulla Terra.

Il sistema di lancio Space Launch System, sviluppato dalla NASA come il razzo più potente mai costruito dall’agenzia spaziale americana, ha già dimostrato le sue capacità durante la missione Artemis 1 del novembre 2022, quando trasportò con successo una capsula Orion senza equipaggio in orbita lunare. Per Artemis 2, gli ingegneri hanno apportato significativi miglioramenti al sistema, includendo bersagli ottici sull’ICPS per facilitare le manovre manuali degli astronauti, sistemi di navigazione potenziati e antenne riposizionate per garantire comunicazioni continue con le stazioni terrestri.

La navicella Orion, costruita dalla Lockheed Martin in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea per il modulo di servizio, incorpora tecnologie all’avanguardia rispetto alle capsule Apollo. Tra le innovazioni principali figurano un sistema di controllo digitale derivato dal Boeing 787, capacità di aggancio automatico con possibilità di controllo manuale di emergenza, un’atmosfera mista azoto-ossigeno a pressione normale e computer di bordo di ultima generazione. La capsula può trasportare da quattro a sei astronauti, superando così la capacità delle tre persone delle missioni Apollo.

Durante le conferenze stampa di settembre, la NASA ha anche presentato i dettagli scientifici e tecnologici della missione, inclusi i cubesat e gli esperimenti che saranno trasportati a bordo. Matt Ramsey, Manager della missione Artemis 2, ha confermato che tre cubesat sono già stati integrati nel razzo SLS, con un quarto in programma per l’integrazione nella settimana successiva alla conferenza. Questi piccoli satelliti e gli esperimenti a bordo della capsula Orion forniranno dati preziosi per le future missioni del programma Artemis.

Le finestre di lancio di Artemis 2 sono determinate dalla meccanica orbitale e dalla posizione reciproca di Terra e Luna, con periodi disponibili di quattro-otto giorni ogni mese. La maggior parte delle opportunità di lancio per il periodo di febbraio sarà concentrata in orario serale, mentre la data ufficiale verrà confermata nei prossimi mesi in base alle condizioni operative e logistiche.

Questa missione rappresenta il culmine di anni di sviluppo e preparazione iniziati dopo la cancellazione del programma Constellation nel 2010. Il programma Artemis, il cui nome deriva dalla dea greca della caccia e della Luna, gemella di Apollo, si pone l’obiettivo ambizioso di stabilire una presenza umana sostenibile sulla Luna come trampolino di lancio per future missioni verso Marte. L’amministratore della NASA Bill Nelson ha definito l’equipaggio di Artemis 2 come rappresentante di “migliaia di persone che lavorano instancabilmente per portarci alle stelle”, sottolineando come questa missione porti con sé “la speranza di milioni di persone di tutto il mondo”.

Il successo di Artemis 2 aprirà la strada alla missione Artemis 3, attualmente programmata per il 2027, che dovrebbe finalmente riportare esseri umani sulla superficie lunare per la prima volta dall’Apollo 17. A differenza del programma Apollo degli anni Sessanta e Settanta, il nuovo programma Artemis si caratterizza per la cooperazione internazionale, coinvolgendo l’Agenzia Spaziale Europea, l’Agenzia Spaziale Giapponese e l’Agenzia Spaziale Canadese, oltre a rappresentare un importante contributo dell’industria aerospaziale italiana attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana e le sue aziende di punta.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!