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Meteo, arriva la Niña: scenari sorprendenti per l’Autunno e l’Inverno anche in Italia

La Niña è pronta a influenzare il clima globale: l’Italia potrebbe vivere un inverno più instabile e freddo, con rischio aumentato di eventi estremi e nevicate a bassa quota.

Il ritorno di La Niña è ormai confermato: secondo gli ultimi dati elaborati dalla NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), le acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale e orientale stanno subendo un raffreddamento marcato e persistente, segnale inequivocabile dell’avvio della fase fredda del ciclo ENSO (El Niño–Southern Oscillation). Questa dinamica oceanica, pur sviluppandosi lontano migliaia di chilometri dall’Europa, è nota per la sua capacità di modulare in maniera significativa la circolazione atmosferica globale, influenzando anche le condizioni meteorologiche sul bacino del Mediterraneo e sull’Italia.

La Niña si manifesta attraverso un’anomalia negativa delle temperature superficiali marine (SST) nel Pacifico equatoriale centro-orientale, con scarti termici che, nei casi più intensi, possono superare i -1.5/-2 °C rispetto alla media climatica trentennale. Questo raffreddamento oceanico è generalmente accompagnato da un rafforzamento degli alisei orientali e da una configurazione più marcata della Walker Circulation. A livello planetario, tali cambiamenti si ripercuotono sul posizionamento e sull’intensità delle correnti a getto, le quali determinano i principali pattern di circolazione atmosferica nelle medie latitudini.

Per quanto riguarda l’Europa, e in particolare l’Italia, gli effetti di La Niña non sono diretti né uniformemente prevedibili, ma analisi climatologiche e studi statistici suggeriscono alcune ricorrenze che meritano attenzione. Durante le fasi mature di La Niña, si è osservata una tendenza ad avere una maggiore ondulazione del getto polare, con blocchi anticiclonici più frequenti in area nord-atlantica e conseguente discesa di masse d’aria fredde verso l’Europa centro-meridionale. Questo scenario favorisce episodi di instabilità, ondate di freddo e nevicate anche a quote medio-basse, in particolare tra la fine dell’autunno e il cuore dell’inverno.

In termini probabilistici, l’autunno 2025 potrebbe caratterizzarsi per un’elevata variabilità, con fasi miti alternate a repentini ingressi perturbati, spesso accompagnati da forti precipitazioni. Il rischio idrogeologico, soprattutto in presenza di un Mediterraneo ancora termicamente molto attivo a causa dei recenti riscaldamenti estivi, è da considerarsi elevato. Le dinamiche cicloniche sul Mare Nostrum, già osservate negli ultimi anni in contesti simili (si pensi agli eventi estremi in Toscana, Emilia-Romagna e Marche), potrebbero replicarsi o addirittura intensificarsi, con la possibilità di “medicane” (cicloni simil-tropicali mediterranei) nei mesi di ottobre e novembre.

Nel prosieguo stagionale, l’inverno 2025/2026 potrebbe essere contraddistinto da frequenti irruzioni fredde, in particolare se si attiverà una NAO (North Atlantic Oscillation) negativa, configurazione che spesso si associa alla fase fredda dell’ENSO. Questo aumenterebbe la probabilità di episodi nevosi anche a quote collinari, specie lungo il versante adriatico e nelle regioni centrali interne. Le aree alpine e prealpine, sotto determinate configurazioni bariche (ad esempio con correnti umide da sud-ovest), potrebbero ricevere precipitazioni nevose abbondanti, a tratti anche intense.

Va sottolineato, tuttavia, che La Niña agisce come un forzante tra i tanti all’interno del sistema climatico. Le sue influenze, pur rilevanti, interagiscono con altri driver atmosferici e oceanici — tra cui l’Oscillazione Artica (AO), l’attività solare e la distribuzione delle SST anche in Atlantico e nel Mediterraneo. Pertanto, una previsione stagionale affidabile non può basarsi unicamente sulla presenza o meno di La Niña, ma deve integrare l’insieme dei segnali climatici su scala emisferica.

Rimane quindi fondamentale il monitoraggio continuo delle anomalie oceaniche e dell’evoluzione dei pattern di circolazione a grande scala, al fine di migliorare l’accuratezza delle proiezioni meteo-climatiche per i prossimi mesi. Se confermate le attuali tendenze, l’Italia si troverà ad affrontare una stagione fredda più dinamica e potenzialmente critica, soprattutto sotto il profilo dell’instabilità atmosferica e degli eventi estremi.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!