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Arriva la Superluna di Ottobre, ecco quando e come osservare la “Luna del Cacciatore”

Il plenilunio del 7 ottobre 2025 sarà una Superluna visibile già dalla sera del 6 ottobre: disco circa 7% più grande e luminosità fino al 15% in più grazie al perigeo a circa 357.000 km.

La prossima Luna piena, attesa per martedì 7 ottobre 2025 alle 05:48 ora italiana, offrirà uno spettacolo celeste di rara intensità: si tratterà infatti di una Superluna, con il disco lunare che apparirà sensibilmente più imponente e luminoso rispetto alla media stagionale. Il fenomeno sarà già percepibile nella notte tra il 6 e il 7 ottobre, quando il nostro satellite naturale sorgerà pieno all’orizzonte orientale, e rimarrà protagonista anche nelle sere successive grazie a un’illuminazione particolarmente vigorosa e a condizioni osservative favorevoli in gran parte del Paese.

L’aggettivo “Super” si applica quando il plenilunio si verifica in prossimità del perigeo, il punto dell’orbita ellittica lunare più vicino alla Terra. In questa occasione, la distanza scenderà a circa 357.000 chilometri, un valore che rientra nella fascia dei perigei significativi e che determina una variazione apparente delle dimensioni e della brillantezza: il disco risulterà circa il 7% più grande rispetto a una Luna piena tipica e la luminosità fino al 15% superiore, generando un bagliore freddo e incisivo, ben percepibile soprattutto nelle aree con limitato inquinamento luminoso.

L’evento di ottobre è storicamente associato a una ricca tradizione di nomi popolari, riflesso di consuetudini agricole e ritualità stagionali: Luna del Cacciatore, Luna del Raccolto, Luna Rossa, Luna del Sangue e Luna delle Foglie Cadenti sono appellativi che affondano le radici nelle culture native nordamericane e nelle società rurali europee, a sottolineare il legame tra il calendario lunare e le attività del periodo autunnale. In particolare, la denominazione “Luna del Cacciatore” rimanda ai giorni successivi alla mietitura, quando i campi spogli e la maggiore luminosità notturna aumentavano la visibilità della selvaggina, facilitando gli spostamenti e le attività di approvvigionamento alimentare prima dell’arrivo dell’inverno.

Dal punto di vista astronomico, il concetto di Superluna non implica variazioni fisiche della Luna, bensì un allineamento di fattori geometrici e orbitali che ne esaltano la presenza nel cielo. L’orbita lunare è leggermente ellittica e l’eccentricità fa sì che la distanza dalla Terra oscilli tra perigeo e apogeo; quando il plenilunio coincide con le fasi più prossime al perigeo, l’effetto combinato rende il disco appena più esteso e brillante, una differenza misurabile dagli strumenti e percepibile dall’occhio allenato soprattutto in confronto con lune piene lontane dall’apogeo. Questa amplificazione è sufficiente per conferire al paesaggio notturno un carattere insolito, con ombre più nette, riflessi marcati su superfici d’acqua e un aumento della luminanza del cielo nelle ore centrali della notte.

L’osservazione non richiede attrezzatura specialistica, ma beneficia di alcune accortezze metodologiche. Il sorgere della Luna rappresenta uno dei momenti più suggestivi, poiché l’interazione con l’orizzonte e gli elementi del paesaggio produce un effetto prospettico che spesso amplifica la percezione delle dimensioni apparenti. Tale illusione è di natura psicovisiva e non dipende da reali variazioni dell’ampiezza angolare, che invece resta definita dall’effettiva distanza Terra–Luna. Nelle notti immediatamente successive al plenilunio, la forma del disco resterà sostanzialmente piena all’occhio non esperto, offrendo ulteriori finestre osservative con la Luna più alta nel cielo e, talvolta, con condizioni atmosferiche più stabili.

Nei centri urbani, dove l’inquinamento luminoso riduce il contrasto del cielo, la Superluna mantiene comunque un impatto visivo rilevante grazie alla sua elevata magnitudine apparente. In contesti extraurbani o costieri, lontani da fonti di luce artificiale, l’effetto risulta notevolmente più marcato, con la Via Lattea tendenzialmente sopraffatta dal chiarore lunare e il paesaggio notturno che assume tonalità metalliche. Una copertura nuvolosa sottile può generare aloni e iridescenze dovuti alla diffrazione, fenomeni ottici che arricchiscono l’esperienza visiva senza precludere l’osservazione del bordo e dei principali albedo features, come i mari lunari più scuri e i raggi brillanti di crateri quali Tycho e Copernicus.

La componente culturale resta centrale nella ricezione pubblica del plenilunio di ottobre. I nomi tradizionali, tramandati in relazione ai cicli agricoli e venatori, riflettono un rapporto pragmatico con il cielo, dove la luce lunare costituiva un alleato operativo più che un oggetto di contemplazione. È solo con la diffusione di una sensibilità più propriamente scientifica e divulgativa che la comunità ha iniziato a reinterpretare tali ricorrenze come opportunità di osservazione del firmamento e di alfabetizzazione astronomica, valorizzando la conoscenza dei meccanismi orbitali e dei fenomeni ottici connessi. Questa stratificazione di significati contribuisce a spiegare la persistenza del lessico tradizionale nel linguaggio mediatico contemporaneo, dove termini come “Luna del Sangue” vengono talvolta usati impropriamente per indicare eclissi o colorazioni eccezionali non presenti in un semplice plenilunio perigeico.

Sotto il profilo fotometrico, l’incremento di luminosità stimato per questa Superluna, fino al 15% rispetto a un plenilunio medio, non altera in modo significativo i cicli naturali della fauna notturna, ma può influire sulla percezione del cielo profondo, schermando oggetti a bassa brillanza superficiale. Per gli astrofotografi, il plenilunio di ottobre rappresenta un contesto utile per lo studio delle texture superficiali della Luna, in particolare nelle regioni intorno al terminatore dove, sebbene ridotto, il contrasto dei rilievi permette di evidenziare catene montuose e pianure basaltiche; filtri a contrasto leggero e tempi di esposizione accuratamente calibrati consentono di ottenere dettagli fini nonostante l’intensa riflettanza globale.

Il calendario osservativo suggerisce di seguire l’arco temporale compreso tra il tramonto del 6 ottobre e le prime ore del 7, con picco di pienezza alle 05:48 italiane. In assenza di nubi dense, sarà agevole seguire l’evoluzione della colorazione del disco, che durante il sorgere e il tramonto può assumere tonalità calde per effetto della dispersione atmosferica, mentre alle altezze maggiori il bianco lunare tende a una cromia più neutra. La visibilità proseguirà anche nelle sere successive, con un calo molto graduale dell’illuminazione apparente che non pregiudicherà la qualità dell’osservazione a occhio nudo.

In termini di dinamica orbitale, il perigeo di questa sessione rientra in una serie di avvicinamenti che scandiscono l’anno sinodico, con leggere variazioni dovute alle perturbazioni gravitazionali del sistema Terra–Sole. La combinazione tra distanza minima, fase piena e condizioni meteo locali determina la percezione collettiva del fenomeno, che tende a essere più accentuata quando coincide con temperature miti e cieli sereni, tipici delle ottobrate. Sebbene il termine “Superluna” non appartenga alla nomenclatura astronomica formale, il suo uso divulgativo è ormai consolidato e aiuta a convogliare l’attenzione verso i cicli celesti, favorendo un dialogo più stretto tra comunità scientifica, istituzioni culturali e pubblico.

Per gli osservatori interessati a contestualizzare storicamente i nomi associati al plenilunio autunnale, è utile ricordare che “Luna del Raccolto”, in alcune tradizioni, può riferirsi alla prima Luna piena prossima all’equinozio d’autunno e non necessariamente a quella di ottobre; l’attribuzione varia in funzione del calendario agricolo locale e dell’andamento stagionale. “Luna Rossa” e “Luna del Sangue”, invece, hanno talora indicato colorazioni percepite durante bassi passaggi all’orizzonte o in presenza di aerosol atmosferici, senza implicare il verificarsi di un’eclissi. La “Luna delle Foglie Cadenti” sintetizza infine l’immagine di un paesaggio in transizione, con la vegetazione che abbandona il verde estivo e i campi che si presentano già ripuliti dopo la mietitura.

Il quadro generale conduce a considerare la Superluna del 7 ottobre 2025 come un appuntamento di rilievo per gli appassionati e per chi, anche senza strumenti, desideri osservare un cielo autunnale esaltato dalla luce lunare. In contesti urbani o rurali, l’esperienza restituisce con immediatezza la scala del moto celeste e la regolarità dei cicli sinodici, mentre l’apparente maggiorazione delle dimensioni del disco, unita all’incremento di luminosità, offre un riferimento concreto per comprendere come la geometria orbitale influenzi la percezione del firmamento. Nella sua essenzialità, il fenomeno rappresenta un invito all’osservazione consapevole, capace di coniugare la precisione del dato astronomico con la memoria delle antiche tradizioni che hanno accompagnato, per secoli, la lettura del cielo. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!