La Conferenza Ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea, conclusasi il 27 novembre a Brema, in Germania, ha ufficializzato una decisione storica per l’Italia e per l’Europa intera: un astronauta italiano farà parte dei tre astronauti europei destinati a raggiungere la Luna nel quadro del programma Artemis della NASA. L’annuncio, pronunciato dal direttore generale dell’ESA Josef Aschbacher, rappresenta un riconoscimento significativo del ruolo crescente dell’Italia nel panorama dell’esplorazione spaziale internazionale e delle capacità tecniche e scientifiche del nostro corpo astronauti.
Accanto all’italiano, due altri astronauti europei, rispettivamente di nazionalità tedesca e francese, prenderanno parte alle successive missioni lunari con equipaggio nell’ambito del programma Artemis. Questa distribuzione riflette i principali contributi dei singoli paesi europei all’architettura complessiva dell’esplorazione lunare coordinata dalla NASA, consolidando il ruolo dell’Europa come partner strategico nella nuova era della conquista dello spazio. Il cronoprogramma prevede che l’astronauta tedesco avrà la priorità durante la missione Artemis III, fissata tendenzialmente entro il 2027 o il 2028, seguirà l’astronauta francese con la missione Artemis IV, mentre l’astronauta italiano dovrebbe volare verso il nostro satellite con la missione Artemis V.
Sebbene il nome specifico dell’astronauta italiano non sia stato ancora ufficializzato, la cerchia dei candidati risulta ristretta a due profili di eccellenza internazionale: Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano. Entrambi rappresentano l’eccellenza del corpo astronauti europeo e hanno già maturato un’esperienza significativa nei programmi di esplorazione legati a Artemis e al Lunar Gateway. Luca Parmitano, in particolare, si è distinto come primo italiano a comandare la Stazione Spaziale Internazionale, completando missioni di lunga durata nello spazio e dimostrando capacità di leadership eccezionali in ambienti estremamente complessi. Samantha Cristoforetti, dal canto suo, è stata la prima donna europea a guidare l’ISS ed è annoverata tra gli astronauti più esperti del continente, con una reputazione consolidata sia in ambito tecnico che scientifico.
La selezione definitiva dell’astronauta italiano avverrà in base a considerazioni di natura tecnica, strategica e operativa, oltre che alle tempistiche effettive delle missioni lunari con equipaggio previste nel corso del prossimo decennio. Il ministro Adolfo Urso, titolare del dicastero delle Imprese e del made in Italy, ha sottolineato come questa designazione rappresenti una conferma del valore riconosciuto a livello internazionale dei nostri astronauti e un ulteriore consolidamento del ruolo sempre più importante dell’Italia nel settore spaziale. «Siamo tornati ad essere protagonisti insieme alla Francia e alla Germania e segniamo il rilancio dell’Europa che finalmente può guardare al futuro con maggiore certezza, coesione e determinazione», ha dichiarato Urso.
L’Italia assume una rilevanza particolare anche per quanto concerne il contributo tecnico-industriale al programma Artemis. Attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana e l’ESA, il nostro paese realizza l’International Habitation Module (I-HAB), componente essenziale del Lunar Gateway, la stazione orbitale lunare che fungerà da avamposto per le operazioni sulla superficie lunare. Questo modulo, sviluppato dalla società italiana Thales Alenia Space, rappresenta l’eredità della ventennale esperienza italiana nella costruzione dei moduli abitativi della Stazione Spaziale Internazionale e conferma la centralità dell’industria italiana nel settore aerospaziale.
Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha sottolineato il significato storico della comunicazione ufficiale ricevuta dal direttore generale dell’ESA: «Finalmente sappiamo ufficialmente che uno dei prossimi astronauti che andrà sulla Luna sarà un italiano. C’è una terna di astronauti che verrà selezionata al momento opportuno e che coinvolge la Germania, la Francia e l’Italia. Questo è un ulteriore riconoscimento per il nostro Paese, per l’impegno che abbiamo nel settore spazio e per le capacità e le competenze dei nostri astronauti che fanno parte del corpo europeo degli astronauti».
No nel contesto più ampio del programma Artemis, la prima missione con equipaggio, denominata Artemis II, è prevista per il periodo compreso tra febbraio e aprile 2026 e avrà l’obiettivo di portare quattro astronauti in orbita intorno alla Luna senza effettuare l’allunaggio. Questa missione sarà comandata da Reid Wiseman della NASA, affiancato dal collega Victor Glover, da Christina Koch e dall’astronauta canadese Jeremy Hansen. La durata del volo sarà di circa dieci giorni e rappresenterà un test cruciale dei sistemi di supporto vitale e delle prestazioni della capsula Orion prima della missione decisiva Artemis III.
L’allunaggio effettivo sulla Luna, previsto inizialmente per il 2026, ha subito significativi ritardi causati anche dai problemi nella tabella di marcia di SpaceX, società incaricata di sviluppare il sistema di atterraggio Starship-HLS (Human Landing System). Secondo i piani aggiornati della NASA, l’equipaggio di Artemis III raggiungerà la superficie lunare nel 2028, utilizzando un trasbordo in orbita lunare dalla capsula Orion verso la navicella Starship-HLS appositamente modificata per l’allunaggio.
La strategia complessiva di Artemis si configura come un’operazione di respiro internazionale senza precedenti, con il coinvolgimento della NASA, dell’Agenzia Spaziale Europea, dell’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), dell’Agenzia Spaziale Canadese (CSA) e di partner commerciali quali SpaceX. L’ESA contribuisce al programma fornendo il Modulo di Servizio (ESM) della navicella Orion, realizzato da Airbus, e i moduli abitativi del Lunar Gateway. Questo schema collaborativo riflette l’intenzione di stabilire una presenza umana sostenibile sulla Luna, in particolare nella regione del polo sud, con l’obiettivo di condurre ricerche scientifiche avanzate e di gettare le basi per future missioni di esplorazione a lungo termine.
L’Italia contribuisce al programma con un investimento di 3,5 miliardi di euro per i prossimi tre anni, parte del budget totale di 22,1 miliardi di euro assegnato all’ESA dalla Conferenza Ministeriale di Brema. Questa dotazione finanziaria sottolinea l’impegno rinnovato dell’Italia verso i programmi di ricerca e sviluppo nel settore spaziale, coerentemente con la crescente importanza che l’esplorazione dello spazio assume nel contesto delle strategie di innovazione e competitività globale europee. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
