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Come sta Jannik Sinner dopo il ritiro a Shanghai, cosa farà adesso

Dopo il ritiro per crampi a Shanghai, Sinner torna a Montecarlo per riposo e valutazioni. Potrebbe saltare il torneo di Riad, per puntare su Vienna, Parigi, ATP Finals di Torino e Coppa Davis.

Il ritiro di Jannik Sinner dal Masters 1000 di Shanghai ha acceso nuovamente i riflettori sulle condizioni fisiche del giovane talento azzurro, proprio mentre la corsa al vertice della classifica mondiale ATP entra nella fase decisiva. Dopo il successo agli US Open, Sinner è incappato in una serie di problemi di salute che ne hanno messo a dura prova la continuità, culminati con l’abbandono forzato nella sfida contro l’olandese Tallon Griekspoor, valevole per l’accesso agli ottavi del prestigioso torneo cinese. L’azzurro, numero due del mondo, era già reduce da un problema gastrointestinale accusato a fine settembre, e le condizioni climatiche di Shanghai – con punte di umidità oltre il 90% e temperature costantemente sopra i 30 gradi – hanno ulteriormente minato la sua tenuta fisica, costringendolo a gettare la spugna nel terzo set a causa di violenti crampi muscolari, dopo aver lottato per oltre due ore e mezza.

Il racconto della partita lascia spazio a pochissimi dubbi sulla gravità del momento vissuto dall’altoatesino. Sinner ha tentato di restare in piedi, ma i crampi lo hanno immobilizzato e, nonostante un rapido soccorso da parte del fisioterapista, ogni sforzo per riprendere il gioco si è rivelato vano. Il regolamento ATP, infatti, non consente medical time out prolungati in caso di crampi, ma solo un minuto di intervento nei cambi campo, troppo poco in condizioni così estreme. Sostenuto fuori dal campo dal suo staff, Sinner si è immediatamente sottoposto alle cure del caso negli spogliatoi, mentre gli organizzatori del torneo ridefinivano la programmazione a causa dell’ennesimo forfait di una stagione segnata dalle polemiche per le condizioni ambientali proibitive. Bastano le parole di Novak Djokovic, che aveva definito lo scenario climatico cinese «brutale», a restituire la misura delle difficoltà: lo stesso serbo è stato colto da malessere in campo, mentre altri giocatori come Rune hanno dichiarato apertamente che «giocare a Shanghai sta diventando una prova di sopravvivenza».

Nonostante la delusione per il ritiro, le condizioni di salute di Sinner non destano al momento allarme. Dopo aver lasciato la Cina, il tennista si è trasferito a Montecarlo per ricominciare gradualmente la preparazione: secondo il suo entourage, sarà sufficiente almeno una settimana di riposo affinché l’organismo si ristabilisca pienamente, sciogliendo così i postumi dei crampi e consentendo di effettuare gli accertamenti necessari. Un periodo che si preannuncia fondamentale per valutare con attenzione la sua effettiva ripresa, considerando che la stagione entra adesso nella fase più intensa e importante. Tuttavia, resta viva la possibilità che Sinner possa scegliere la via della massima prudenza, anche dietro suggerimento dello staff medico guidato da Alejandro Resnicoff. Più che la rincorsa ad Alcaraz – che nel frattempo ha consolidato la propria posizione in classifica grazie al trionfo di Tokyo contro Taylor Fritz, allungando il proprio vantaggio a 1340 punti – la priorità per il campione italiano resta quella della salute e della preparazione agli appuntamenti che davvero contano, come le ATP Finals di Torino e la Coppa Davis di Bologna.

Proprio il calendario delle prossime settimane rappresenta il nodo centrale delle strategie del team Sinner. In bilico rimane la partecipazione al Six Kings Slam in programma a Riad dal 15 al 18 ottobre, un evento esibizione che, pur offrendo incassi milionari – tra cachet di ingresso e premi, il vincitore può incassare fino a sei milioni di dollari – non attribuisce alcun punto ATP e rischia di sottrarre energie preziose in vista del tour de force europeo. Tutto dipenderà dall’esito del recupero: se il fisico non dovesse dare garanzie, la scelta più logica sarebbe sacrificare la trasferta saudita per concentrarsi sulla preparazione di Vienna (20-26 ottobre) e Parigi (27 ottobre-2 novembre), i due tornei che, insieme alle Finals di Torino (9-16 novembre) e, forse, alla fase finale della Coppa Davis a Bologna (18-23 novembre), definiranno la volata conclusiva della stagione e l’ultimo tentativo di riacciuffare Alcaraz in vetta al mondo. Va sottolineato che già altri big hanno optato per l’assenza dai tornei extra-ATP in situazioni simili, proprio per evitare rischi inutili.

Al di là della narrazione del singolo episodio, il ritiro di Shanghai si inserisce in una stagione di grande pressione per Sinner, tra record, impegni ravvicinati e attese crescenti. Dopo un 2024 da protagonista, il 2025 si sta dimostrando altrettanto impegnativo, anche alla luce di un tour sempre più frenetico, in cui calore, umidità e smog si trasformano in variabili decisive al pari del valore tecnico degli avversari. Il caso di Sinner richiama l’attenzione non solo sulla gestione dei carichi di lavoro e sulle scelte di programmazione, ma anche sulle condizioni di gioco imposte dai grandi eventi asiatici, che, come dimostrano i numerosi ritiri complessivi nel torneo cinese, rappresentano una sfida estrema per tutti i professionisti della racchetta. Le polemiche aperte dalle dichiarazioni degli stessi atleti – con Rune che ha tuonato «volete che un tennista muoia in campo?» e Panatta che ha parlato di ambiente «malsano e insostenibile» – testimoniano l’urgenza di ripensare i criteri di organizzazione internazionale di questi tornei.

L’attesa adesso si sposta tutta sulle condizioni fisiche del numero due del ranking e sulle sue scelte per le prossime settimane: la marcia verso Torino e Bologna richiede certezze sullo stato di forma, mentre il sogno della riconquista del primato mondiale passa per una rincorsa resa più complicata dallo stop di Shanghai ma tutt’altro che compromessa. Nelle ore successive al rientro, lo staff medico ha rassicurato circa l’assenza di complicazioni di lungo corso, ma resteranno decisive la capacità di recupero e il supporto di uno staff che negli ultimi mesi ha saputo costruire, attorno al talento di Sinner, una macchina organizzativa efficiente e attenta a tutti i dettagli. Ogni scelta sarà commisurata anche agli interessi federali e di sistema, considerando il peso mediatico e tecnico che il nome di Sinner riveste per il movimento tennistico nazionale nel momento più florido della sua storia.

Se, come appare probabile, Sinner dovesse rinunciare alla vetrina di Riad per tutelare la propria integrità fisica, la seconda parte di ottobre potrebbe vedere il suo rientro direttamente nel circuito ATP a Vienna, con l’obiettivo dichiarato di arrivare nelle migliori condizioni possibili all’appuntamento di Torino. Una finale stagionale in cui, da campione in carica, l’altoatesino potrà misurare il proprio percorso contro la concorrenza più qualificata e, forse, tentare l’aggancio in extremis al rivale Alcaraz. In attesa di una comunicazione ufficiale sulle prossime tappe, la stagione di Sinner resta appesa a un filo, sospesa tra necessità di prudenza e ambizione di gloria, nello scenario di un tennis internazionale sempre più logorante. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!