Una cena di Capodanno del 2022 si trasforma in battaglia legale per la tiktoker napoletana Rita De Crescenzo, accusata di diffamazione da Alessandro Coscia, ex gestore del ristorante Antica Neviera di Castel di Sangro. La prima udienza dibattimentale presso il Tribunale di Sulmona dello scorso 2 ottobre ha visto il ristoratore richiedere un risarcimento di ventimila euro per danni all’immagine e alla reputazione, causati dai video pubblicati dall’influencer sui propri profili social.
La controversia origina dalla serata del 31 dicembre 2022, quando De Crescenzo aveva cenato presso l’Antica Neviera insieme alla famiglia. Nei giorni immediatamente successivi, la tiktoker aveva pubblicato diversi contenuti sui social in cui criticava aspramente l’esperienza vissuta, alludendo a un presunto digiuno durante la cena e lamentando di aver dovuto pagare il conto nonostante sostenesse di essere stata invitata come ospite d’onore.
Le posizioni delle parti risultano diametralmente opposte nella ricostruzione dei fatti. L’avvocato Alfonso Quarto, rappresentante legale di Rita De Crescenzo, ha dichiarato che la sua assistita ritiene di non aver offeso nessuno, sostenendo di aver semplicemente espresso una recensione come per qualunque altro locale. La tiktoker si era opposta al decreto penale di condanna che prevedeva una multa di 258 euro, determinando così l’apertura del procedimento dibattimentale.
La ricostruzione fornita dal ristoratore attraverso la sua legale, l’avvocato Gaetana Di Ianni, dipinge uno scenario completamente diverso. Secondo Coscia, De Crescenzo non era mai stata invitata come ospite, ma era stata accolta nel locale solo grazie alla raccomandazione di un amico, considerato che il ristorante risultava già al completo per la serata di San Silvestro. L’avvocato ha inoltre smentito categoricamente l’accusa di presunto digiuno, precisando che la famiglia aveva richiesto specificamente mezze porzioni per bambini.
Le conseguenze dei video pubblicati dall’influencer sarebbero state devastanti per l’attività commerciale. Il ristoratore ha riferito di essere stato letteralmente travolto da messaggi offensivi e non veritieri da parte dei follower della tiktoker. L’attività ha successivamente subito un significativo calo di clientela, tanto da costringere il titolare alla chiusura definitiva del locale e al trasferimento. Questa situazione ha spinto Coscia a sporgere denuncia per tutelare la propria reputazione professionale e personale.
Il caso assume particolare rilevanza nel contesto della crescente influenza dei social media e della responsabilità degli influencer. Rita De Crescenzo, con i suoi oltre 1,7 milioni di follower su TikTok e 400mila su Instagram, rappresenta una delle figure più influenti nel panorama napoletano dei content creator. La tiktoker aveva già conquistato le cronache nazionali nel gennaio 2025 con il cosiddetto “caso Roccaraso”, quando i suoi video avevano scatenato un’invasione di turisti napoletani nella località abruzzese, causando disagi e polemiche.
Il procedimento giudiziario prevede una fase testimoniale articolata. Alla prossima udienza, fissata per il 23 aprile 2026, saranno ascoltati quattro testimoni dell’accusa, tutti dipendenti del ristorante presenti durante la serata del veglione. La difesa di De Crescenzo potrà contare sulla testimonianza di sei membri della famiglia, inclusi il marito Salvatore Bianco e il figlio Rosario. L’imputata, assente durante la prima udienza, ha annunciato attraverso il proprio legale che sarà presente per rendere dichiarazioni spontanee.
La vicenda solleva interrogativi significativi sui limiti della libertà di espressione nell’era digitale e sulla responsabilità degli influencer nel valutare l’impatto delle proprie affermazioni pubbliche. Il Tribunale di Sulmona sarà chiamato a stabilire se le critiche espresse da De Crescenzo configurino una legittima recensione di un servizio ricevuto o costituiscano invece il reato di diffamazione, con conseguenti danni economici e reputazionali per l’attività commerciale. La decisione potrebbe costituire un precedente importante per casi analoghi che coinvolgono figure pubbliche dei social media e attività commerciali.
Il caso evidenzia inoltre le trasformazioni del settore della ristorazione nell’epoca dei social network, dove una singola recensione negativa di un influencer con milioni di follower può determinare conseguenze economiche devastanti per le piccole attività commerciali locali. La richiesta di risarcimento da ventimila euro testimonia l’entità dei danni che il ristoratore attribuisce alla campagna mediatica scatenata dai video della tiktoker, culminata con la chiusura definitiva dell’attività. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!