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Delitto di Garlasco, bufera sulle dichiarazioni shock dell’avvocato Lovati

L’avvocato Massimo Lovati scatena una bufera mediatica con dichiarazioni shock su Yara Gambirasio durante l’intervista a Falsissimo di Corona, provocando l’ira del legale di Bossetti e nuove polemiche sul caso Garlasco.

Una tempesta mediatica senza precedenti si è abbattuta sull’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio nel caso Garlasco, dopo le dichiarazioni rilasciate durante il sedicesimo episodio del format web Falsissimo di Fabrizio Corona. Le parole del legale pavese, pronunciate davanti alle telecamere dell’ex re dei paparazzi, hanno scatenato un’ondata di indignazione che ha travalicato i confini del mondo giudiziario per investire l’intera opinione pubblica italiana.

Al centro della polemica si trovano le considerazioni di Lovati sulla strategia difensiva adottata dall’avvocato Claudio Salvagni nel processo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra uccisa nel novembre 2010. Il legale di Sempio, infatti, ha sostenuto che la difesa di Massimo Bossetti – condannato all’ergastolo per il delitto – avrebbe dovuto puntare su una strategia completamente diversa per evitare la condanna definitiva.

«Ho detto a Salvagni: non mi sei piaciuto, perché hai puntato tutto sul DNA», ha dichiarato Lovati durante l’intervista con Corona, aggiungendo che secondo la sua visione strategica il legale bergamasco avrebbe dovuto far sostenere al proprio assistito di essere «l’amante di Yara Gambirasio» per giustificare la presenza del suo materiale genetico sui reperti. Una dichiarazione che ha provocato lo sdegno immediato di Salvagni, il quale ha definito le parole del collega «uno spettacolo orribile dal punto di vista professionale e umano».

La reazione dell’avvocato di Bossetti non si è fatta attendere, con una risposta durissima rilasciata all’AdnKronos: «Massimo Lovati ha buttato fango su Yara Gambirasio, una ragazzina che non si può difendere da parole ignobili». Salvagni ha inoltre sottolineato come il collega abbia «parlato senza conoscere nessun atto del processo sull’omicidio di Brembate e non ha mostrato rispetto né per l’essere umano Massimo Bossetti, né per la giustizia pensando che sia uno show dove sparare sempre più alto, o meglio più in basso».

L’episodio di Falsissimo, pubblicato su YouTube e divenuto virale nel giro di poche ore, ha generato un’ondata di commenti indignati sui social network, con migliaia di utenti che hanno espresso il proprio dissenso per l’approccio adottato dal legale pavese. La vicenda ha assunto proporzioni tali da coinvolgere anche figure del giornalismo televisivo, come Milo Infante, conduttore di Ore 14 su Rai2, che ha scelto di non mandare in onda le dichiarazioni di Lovati definendole «orribili» e sostenendo che il rispetto per le famiglie delle vittime deve sempre avere la precedenza.

Nel corso della stessa trasmissione, Monica Leofreddi ha espresso la propria indignazione, dichiarando di non riuscire «a immaginare quello che hanno provato i familiari di Yara sentendo queste parole». La giornalista ha inoltre sottolineato come Lovati abbia ammesso di sapere di essere ripreso, sollevando interrogativi sulla professionalità dimostrata dal legale in quella circostanza.

Le dichiarazioni controverse si inseriscono in un momento particolarmente delicato per il caso Garlasco, con Andrea Sempio attualmente indagato dalla Procura di Pavia per concorso nell’omicidio di Chiara Poggi, la studentessa ventunenne uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione. L’inchiesta bis, riaperta nel 2024, si basa su nuovi elementi probatori emersi dalle analisi del DNA rinvenuto sotto le unghie della vittima, che secondo gli inquirenti potrebbero ricondurre proprio a Sempio.

Durante il colloquio con Corona, Lovati ha affrontato anche altri aspetti controversi del caso, inclusi i rapporti con l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, attualmente indagato dalla Procura di Brescia per corruzione in atti giudiziari in relazione alla prima archiviazione della posizione di Sempio nel 2017. Le dichiarazioni del legale pavese su questo fronte hanno provocato una replica ufficiale della Procura di Pavia, che ha contestato come «oggettivamente destituito di ogni fondamento» quanto affermato dall’avvocato riguardo alla cronologia delle indagini.

Il procuratore Fabio Napoleone ha infatti precisato che «il procedimento penale relativo alla vicenda dell’omicidio di Chiara Poggi ha avuto impulso con il deposito da parte della difesa della persona condannata, Alberto Stasi, di una relazione in materia di genetica forense» già nel 2023, mentre la co-assegnazione del caso al procuratore aggiunto Stefano Civardi è avvenuta successivamente, nel febbraio 2024.

La situazione di Lovati si è ulteriormente complicata con l’emergere di un’indagine per diffamazione aggravata a Milano, scaturita da una querela dello studio Giarda per dichiarazioni rese dal legale lo scorso marzo. Gli avvocati Enrico e Fabio Giarda, che hanno difeso Alberto Stasi per otto anni durante tutti i processi, accusano Lovati di aver reso «dichiarazioni diffamatorie e calunniose» nei loro confronti, sostenendo che l’inchiesta del 2017 fosse «frutto di una macchinazione della difesa Giarda».

Un’ulteriore fonte di tensione è emersa con la querela presentata dall’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, nei confronti della madre di Sempio, Daniela Ferrari. La donna, infatti, aveva rilasciato dichiarazioni televisive in cui metteva in dubbio la gratuità della cessione di atti processuali da parte di Tizzoni alla difesa del figlio, alimentando sospetti sui rapporti tra le parti in causa.

Il caso Garlasco torna così prepotentemente alla ribalta mediatica dopo anni di relativa quiete seguiti alla condanna definitiva di Alberto Stasi. L’ex studente di informatica, fidanzato di Chiara Poggi, sconta attualmente l’ergastolo per un omicidio che ha sempre negato di aver commesso. Le nuove indagini su Andrea Sempio, basate su elementi tecnico-scientifici emersi dalle recenti analisi del DNA, potrebbero però riscrivere completamente la narrativa di uno dei casi di cronaca nera più seguiti degli ultimi decenni.

La difesa di Sempio, rappresentata oltre che da Lovati anche dall’avvocato Angela Taccia, ha recentemente sostituito il consulente Luciano Garofano, ex comandante del RIS di Parma, con il “superpoliziotto” Armando Palmegiani, nella speranza di contrastare efficacemente l’impianto accusatorio della Procura pavese. Tuttavia, le recenti dichiarazioni di Lovati rischiano di compromettere la credibilità della strategia difensiva, sollevando interrogativi sulla professionalità e sull’opportunità di mantenere un approccio così mediatico in una vicenda di tale delicatezza.

L’eco delle parole pronunciate davanti alle telecamere di Corona continua a propagarsi nel mondo legale e mediatico, con numerosi colleghi di Lovati che hanno espresso disappunto per l’approccio adottato dal legale pavese. La vicenda solleva interrogativi più ampi sul ruolo degli avvocati nei processi mediatici e sui limiti etici che dovrebbero guidare la comunicazione pubblica quando si tratta di casi che hanno segnato profondamente l’opinione pubblica e le famiglie coinvolte.

Nel frattempo, la famiglia Gambirasio ha mantenuto un silenzio rigoroso, mentre la macchina giudiziaria continua il proprio corso con le indagini su Sempio che potrebbero portare a sviluppi significativi nei prossimi mesi. L’intera vicenda conferma come il caso Garlasco continui a rappresentare uno spartiacque nella giustizia italiana, capace di generare polemiche e divisioni anche a distanza di quasi due decenni dall’omicidio che ha sconvolto la tranquilla cittadina pavese. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!