L’attico che per vent’anni ha accolto Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, coppia simbolo della televisione italiana, è passato nelle mani di Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di MFE-Mediaset. L’operazione immobiliare, completata in gran segreto, ha visto il manager versare complessivamente 1,45 milioni di euro ai coniugi Pedro Edgardo Magsino e Rosalie Escarez, ex domestici filippini che nel 2010 ereditarono l’intero patrimonio della celebre coppia televisiva.
La transazione è avvenuta con modalità inusuali per operazioni di tale portata: un acconto da 100 mila euro versato tramite bonifico bancario nel 2024, seguito dal saldo di 1,35 milioni di euro corrisposto interamente in assegni circolari nel corso di quest’anno. L’acquisto è stato effettuato senza ricorso al credito bancario e senza intermediari immobiliari, a testimonianza della natura particolare dell’operazione.
L’immobile si trova nel complesso residenziale di Milano 2, a Segrate, la cittadella satellite costruita dal padre di Pier Silvio, Silvio Berlusconi, tra il 1970 e il 1979. L’attico si sviluppa su due livelli per complessivi 285 metri quadrati, ai quali si aggiunge un box auto di 51 metri quadrati. La configurazione interna comprende cinque camere da letto, cinque bagni, un ampio soggiorno, sala da pranzo, uno studio privato, diversi terrazzi attrezzati con barbecue e balconi. Il prezzo pagato da Berlusconi corrisponde a circa 5.000 euro al metro quadrato, cifra che si posiziona leggermente al di sopra dei valori medi di mercato della zona, dove nel settembre 2025 gli immobili residenziali sono stati quotati mediamente a 3.985 euro al metro quadrato.
Secondo quanto emerso, la decisione di acquistare l’appartamento sarebbe stata motivata da ragioni che intrecciano sentimento e praticità. Pier Silvio Berlusconi possiede già un appartamento confinante destinato all’uso familiare, e l’acquisizione della proprietà adiacente permetterebbe di ampliare gli spazi abitativi senza frammentare il patrimonio immobiliare di famiglia. Sul piano affettivo, la coppia Vianello-Mondaini era legatissima a Silvio Berlusconi, tanto che nel corridoio della loro casa campeggiava una fotografia dei figli dei Magsino insieme all’ex premier.
L’appartamento rappresenta un tassello importante nella storia della televisione italiana. Sandra Mondaini e Raimondo Vianello lo acquistarono nel 1991 e vi abitarono fino alla loro morte, avvenuta nel 2010 a pochi mesi di distanza l’uno dall’altra. La coppia aveva vissuto quegli spazi parallelamente alla realizzazione di Casa Vianello, la sitcom più longeva della televisione italiana, trasmessa sulle reti Mediaset dal 1988 al 2007 per un totale di sedici stagioni e 338 episodi. La serie televisiva, ambientata in un immaginario appartamento dove la coppia metteva in scena i propri battibecchi quotidiani, raggiunse punte di sei milioni di spettatori e divenne un fenomeno culturale che ha segnato intere generazioni di italiani.
Raimondo Vianello, nato a Roma nel 1922, e Sandra Mondaini, milanese del 1931, formarono una delle coppie più amate dello spettacolo italiano. Il loro sodalizio artistico iniziò nel 1958 e si consolidò con il matrimonio nel 1962, dando vita a un’intesa professionale che durò quasi cinquant’anni. Vianello, considerato uno dei padri della televisione italiana insieme a Corrado e Mike Bongiorno, aveva esordito nel 1954 con il programma Un due tre al fianco di Ugo Tognazzi, per poi costruire con la moglie Sandra una carriera costellata di varietà televisivi, quiz e la celebre sitcom che li ha resi immortali. Prima con Tognazzi formò una coppia comica dai tempi perfetti, fino al celebre caso del 1959 quando uno sketch sul presidente della Repubblica Gronchi provocò la chiusura immediata della trasmissione per vilipendio. Dopo alcuni anni di purgatorio, Vianello tornò in televisione al fianco della moglie Sandra, conquistando definitivamente il pubblico italiano.
Non avendo figli naturali, i coniugi Vianello decisero di lasciare l’intera eredità alla famiglia Magsino, composta dai coniugi Pedro Edgardo e Rosalie Escarez e dai loro due figli John Mark e Raimond. I domestici filippini erano entrati al servizio della coppia all’inizio degli anni Novanta, quando il loro primo figlio aveva pochi mesi, e nel tempo avevano stabilito un legame così profondo che il secondo figlio venne battezzato con il nome Raimond, in onore dell’attore. Il rapporto di lavoro si trasformò progressivamente in un vincolo familiare, con Sandra e Raimondo che trattarono i Magsino come veri e propri figli adottivi, sebbene l’adozione non sia mai stata formalizzata legalmente.
La scelta testamentaria suscitò nel 2010 accese polemiche, alimentate dalle dichiarazioni della nipote di Raimondo, Virginia Vianello, che lamentò di essere stata tenuta lontana dagli zii negli ultimi tempi di vita e di non essere stata neppure informata del ricovero ospedaliero della zia Sandra. Nonostante le tensioni iniziali, la nipote dichiarò successivamente di aver rispettato le volontà della zia Sandra, precisando che non si trattava di questioni di interesse economico ma di rispetto per gli affetti familiari. Virginia Vianello sottolineò inoltre che non era mai stata formalizzata alcuna adozione nei confronti dei domestici filippini, pur riconoscendo che si erano occupati degli zii con amore e dedizione.
Oggi i membri della famiglia Magsino hanno intrapreso percorsi differenti, costruendo il proprio futuro grazie all’eredità ricevuta. Rosalie Escarez ha fondato una onlus dedicata alla memoria di Sandra e Raimondo per aiutare bambini in difficoltà nelle Filippine, suo paese d’origine, mentre il marito Pedro, oggi cinquantanovenne, si dedica al bowling agonistico a livello nazionale e si divide tra Milano e le Filippine. John Mark, noto come Gianmarco, dopo aver abbandonato gli studi in Economia e Commercio per seguire corsi di memoria e lettura veloce, si occupa di network marketing e gestisce negozi di prodotti macrobiotici e dietetici in provincia di Como. Il fratello Raimond, ventitreenne, ha invece aperto una società attiva nel settore immobiliare, occupandosi di compravendite e affitti di immobili, dimostrando particolare attitudine per gli affari.
Prima di cedere l’attico di Segrate, i Magsino avevano già venduto un’altra proprietà ereditata dalla coppia televisiva: la residenza di montagna a Crans-Montana in Svizzera, dismessa alcuni anni fa. Con la vendita dell’appartamento milanese a Pier Silvio Berlusconi si chiude definitivamente un capitolo della storia del patrimonio immobiliare di Vianello e Mondaini, che torna simbolicamente nelle mani della famiglia che costruì il quartiere dove la coppia visse gli ultimi decenni di vita. I coniugi Magsino possiedono ancora diversi immobili a Milano, tra cui un appartamento in via Durini e uno a Gorgonzola, testimonianza del sostanzioso patrimonio ereditato.
Milano 2, il complesso residenziale dove sorge l’attico, rappresenta una pagina fondamentale nella biografia imprenditoriale di Silvio Berlusconi. Progettato dagli architetti Giancarlo Ragazzi, Giuseppe Marvelli e Enrico Hoffer, il quartiere fu concepito come una città satellite autosufficiente, immersa nel verde, con servizi di fascia alta come piscine, campi da tennis, scuole internazionali e centri commerciali. L’area residenziale, sviluppata tra il 1969 e il 1979 su oltre 712.000 metri quadrati nel comune di Segrate, si rivolgeva a una clientela privilegiata in cerca di tranquillità e sicurezza lontano dal caos del centro cittadino, in un’epoca segnata da manifestazioni politiche e dalla minaccia di attentati terroristici come quello di Piazza Fontana.
La formula urbanistica rivoluzionaria prevedeva 28 condomini disposti su livelli differenziati, con le strade per le auto collocate a un livello inferiore rispetto all’area urbana per limitare l’impatto del traffico, mentre sentieri pedonali e piste ciclabili permettevano di muoversi in totale sicurezza senza attraversare direttamente le vie carrabili. Gli appartamenti erano di qualità elevata, con negozi integrati nei porticati delle residenze, asili, parrucchieri, boutique e centri direzionali che garantivano completa autonomia ai residenti. Il progetto si rivelò vincente e la vendita degli appartamenti lievitò rapidamente, trasformando Milano 2 in un modello di riferimento per lo sviluppo edilizio italiano.
Il quartiere è anche intimamente legato agli albori dell’impero televisivo berlusconiano: nel 1974, dal Palazzo dei Cigni, edificio simbolo di Milano 2 affacciato sull’omonimo laghetto, iniziarono le prime trasmissioni via cavo di Telemilanocavo. Per evitare di compromettere l’estetica del quartiere con antiestetiche antenne televisive, tutti gli appartamenti furono dotati di un impianto televisivo via cavo. L’emittente, di proprietà dell’editore Giacomo Properzi, trasmetteva ai residenti film, notiziari e attività che si svolgevano nel quartiere. Qualche anno più tardi l’emittente cominciò a trasmettere via etere e fu ceduta a Berlusconi con il nome di Telemilano, poi diventata Canale 5, prima televisione privata a diffusione nazionale.
Per anni il Palazzo dei Cigni, con una superficie di 21.000 metri quadrati, ha ospitato cinque studi televisivi di Mediaset, dove sono stati realizzati programmi storici come Striscia la notizia, Bim Bum Bam, Pressing, Calciomania, Popcorn, Paperissima Sprint, Lucignolo, Mai dire Gol e telegiornali delle reti del gruppo come Studio Aperto, TG4 e la redazione milanese del TG5. Dopo il trasferimento completo delle attività negli studi di Cologno Monzese, il palazzo è rimasto vuoto per quasi cinque anni, per poi essere occupato nel 2021 dalla società Multi Media Net, specializzata in produzioni con realtà virtuale, che ha preso in affitto i due piani sotterranei adibiti agli studi e parte dei piani superiori per gli uffici.
Pier Silvio Berlusconi, nato a Milano il 28 aprile 1969, secondogenito di Silvio Berlusconi e della sua prima moglie Carla Lucia Elvira Dall’Oglio, ha costruito la propria carriera all’interno del gruppo Mediaset partendo dal 1992 nell’area marketing di Publitalia, la concessionaria pubblicitaria del gruppo Fininvest. La sua ascesa ai vertici dell’azienda di famiglia è stata graduale ma costante: responsabile del coordinamento palinsesti e programmi delle reti Mediaset nel novembre 1996, vicedirettore generale contenuti di RTI nel 1999, vicepresidente di Mediaset dall’aprile 2000 e presidente e amministratore delegato di RTI dalla stessa data, fino ad assumere la carica di amministratore delegato di Mediaset nell’aprile 2015.
Durante la sua gestione, Pier Silvio ha apportato numerose innovazioni strategiche al gruppo. Nel 2016 ha fondato RadioMediaset, conglomerato che raccoglie Radio 105, R101, Virgin Radio, Radio Monte Carlo e Radio Subasio, diventato il primo editore in Italia per numero di ascoltatori. Nello stesso anno ha firmato un accordo con Vivendi, società francese attiva nel campo dei media e delle comunicazioni, per dare una svolta internazionale a Mediaset e portare i programmi italiani in Francia e Spagna, dando vita alla piattaforma di streaming on demand Mediaset Premium. Dopo un lungo contenzioso con Vivendi, conclusosi nel 2021, nel novembre dello stesso anno è nata MFE-MediaForEurope, realtà concepita per creare un grande polo televisivo paneuropeo che riunisce le attività italiane, spagnole tramite la controllata Mediaset España e la partecipazione del 28,87 per cento nella tedesca ProsiebenSat.1.
L’acquisto dell’attico dei Vianello conferma i legami profondi tra la famiglia Berlusconi e il territorio di Segrate, dove tutto ebbe inizio: dalle prime speculazioni edilizie degli anni Sessanta, quando il giovane Silvio Berlusconi fondò la Edilnord Sas con i soci Carlo Rasini e Carlo Rezzonico aprendo un cantiere a Brugherio, fino all’impero mediatico che ha cambiato per sempre il volto dell’Italia. L’operazione immobiliare si inserisce in un contesto più ampio di movimenti patrimoniali della famiglia: nel settembre 2024, Marta Fascina, ultima compagna di Silvio Berlusconi, acquistò dai figli dell’ex premier un appartamento di 250 metri quadrati sempre a Milano 2 per 1,2 milioni di euro, destinato al fratello Claudio, da poco assunto in Publitalia, compagnia del gruppo Mediaset.
Con questa transazione, l’attico che ha ospitato una delle coppie più iconiche della televisione italiana rimane nel perimetro della geografia affettiva e imprenditoriale della famiglia Berlusconi, a poche centinaia di metri dal Palazzo dei Cigni e dal luogo che fu culla dell’impero mediatico del Cavaliere. Un passaggio di proprietà che intreccia memoria televisiva, sentimento familiare e logica immobiliare, confermando come Milano 2 continui a rappresentare il cuore simbolico dell’epopea berlusconiana. L’amministratore delegato di MFE-Mediaset ha voluto preservare questo pezzo di storia della televisione italiana, evitando speculazioni e mantenendo l’immobile all’interno del patrimonio di famiglia, in un gesto che unisce pragmatismo imprenditoriale e rispetto per la memoria di due giganti dello spettacolo che contribuirono in modo determinante al successo delle reti Mediaset. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
