La legge di bilancio 2026, attualmente in discussione al Senato dopo essere stata approvata dal Consiglio dei Ministri e bollata dalla Ragioneria dello Stato, introduce una serie di misure destinate a incidere profondamente su più fronti della vita pubblica e privata. Dall’articolo 129 del testo emerge un insieme di disposizioni che spaziano dai salvataggi in mare effettuati dalla Guardia di Finanza ai controlli sui permessi previsti dalla legge 104, fino agli obblighi imposti ai professionisti che collaborano con la pubblica amministrazione.
A partire dal primo gennaio 2026, la Guardia di Finanza potrà addebitare i costi delle operazioni di ricerca, soccorso e salvataggio a chi ha causato l’emergenza per dolo o colpa grave, oppure a chi ha richiesto un intervento in modo immotivato o ingiustificato. La norma conferma il dovere inderogabile del Corpo di prestare assistenza secondo quanto previsto dal Codice della Navigazione e dal diritto internazionale, ma introduce il principio della responsabilità economica per chi abusa del sistema. Il corrispettivo dovuto sarà determinato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze tramite decreto attuativo, sulla base dei costi orari o forfettari relativi all’impiego di personale, mezzi, carburante e attrezzature, con aggiornamento annuale secondo gli indici ISTAT rilevati al 31 dicembre dell’anno precedente.
Nel mirino della disposizione rientrano diverse fattispecie: chi provoca naufragi per negligenza, manovre azzardate o errori di condotta, chi lancia segnali di soccorso senza motivo, e probabilmente anche chi organizza traversate illegali via mare utilizzando la richiesta di soccorso come mezzo per avvicinarsi alle acque territoriali italiane. La misura è pensata per scoraggiare comportamenti imprudenti e utilizzi impropri delle risorse pubbliche destinate alla sicurezza. Secondo i dati ufficiali, nel 2024 il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza ha effettuato 2517 interventi, salvando 2857 persone e recuperando 228 salme, mentre nei primi cinque mesi del 2025 sono state registrate 1241 operazioni con 1284 persone portate in sicurezza. Un intervento di ricerca in condizioni impervie, con impiego di elicotteri, droni e unità cinofile, può arrivare a costare fino a oltre cinquemila euro l’ora.
La novità riguarda esclusivamente le operazioni della Guardia di Finanza e non si estende ai soccorsi effettuati da altri corpi, che rimarranno senza costi per chi ne usufruisce. Inoltre, la norma non si applica nei casi in cui l’intervento sia dovuto secondo gli articoli 489 e 490 del Codice della Navigazione, che tutelano l’obbligo di assistenza e salvataggio quando ci sia pericolo di perdita di navi o aeromobili o pericolo di vita per le persone. In sostanza, il salvataggio viene sempre garantito, ma il conto potrà essere addebitato a chi ha provocato l’emergenza con comportamenti irresponsabili o dolosi.
Parallelamente, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti introduce una stretta significativa nei confronti di chi fruisce dei permessi e dei congedi previsti dalla legge 104 del 1992. Dall’entrata in vigore della legge di bilancio, l’INPS avrà la facoltà di accertare, su richiesta del datore di lavoro pubblico, la permanenza dei requisiti sanitari per i quali sono riconosciuti i permessi destinati all’assistenza di familiari disabili in situazione di gravità. Le verifiche saranno affidate a medici della sanità militare e di altre strutture pubbliche, in collaborazione con l’INPS, secondo modalità operative che saranno definite da un apposito decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Le pubbliche amministrazioni saranno obbligate a inserire nel flusso mensile di trasmissione dei dati retributivi e contributivi dei dipendenti tutte le informazioni relative ai permessi previsti dall’articolo 33 della legge 104 del 1992 fruiti dai lavoratori per assistere familiari disabili in situazione di gravità, nonché ai congedi straordinari e ai congedi parentali. In particolare, i datori di lavoro pubblici dovranno comunicare anche l’identità del dante causa, ovvero la persona con disabilità grave o il bambino che si assiste. Questo sistema di tracciabilità è stato introdotto per permettere il controllo del limite massimo complessivo di utilizzo e di spesa per i permessi previsti dalla legge 104, oltre che per verificare che non si eludano previsioni che vietano la contemporanea fruizione nello stesso periodo da parte di entrambi i familiari della medesima prestazione, come ad esempio il congedo straordinario per lo stesso disabile.
Secondo quanto dichiarato dal ministro Giorgetti, la misura è stata concepita per contrastare gli abusi e garantire che i permessi e i congedi vengano fruiti esclusivamente da chi ne ha reale necessità e possiede tutti i requisiti necessari. Non sono rari i casi in cui alcuni lavoratori usufruiscono dei permessi previsti dalla legge 104 per assistere persone decedute da tempo, oppure ottengono periodi di congedo parentale o straordinario da datori di lavoro diversi per assistere la medesima persona. Il fenomeno ha attirato negli ultimi anni l’attenzione della Corte dei Conti e destato l’allarme dell’INPS, che sostiene il costo economico di queste spese dovendo garantire la retribuzione ai lavoratori assenti. Obiettivo della norma è quindi rendere il sistema più trasparente e garantire un monitoraggio più efficace da parte dell’Istituto previdenziale, senza tuttavia incidere sul diritto fondamentale all’assistenza familiare per chi ne ha effettivamente bisogno.
Tra le altre novità contenute nell’articolo 129 della manovra, spicca una disposizione che riguarda i liberi professionisti che rendono prestazioni nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Il comma 10 stabilisce che il regolare adempimento degli obblighi fiscali e contributivi da parte di questi soggetti costituisce condizione per il pagamento dei compensi per le attività svolte. In termini operativi, ciò significa che nessun pagamento potrà essere disposto in favore del professionista incaricato in assenza di idonea documentazione che attesti il corretto adempimento degli obblighi tributari e previdenziali. Il libero professionista dovrà produrre tale documentazione comprovante la regolarità fiscale e contributiva unitamente alla presentazione della fattura per le prestazioni rese.
La disposizione introduce un meccanismo di controllo preventivo che impone all’amministrazione committente di acquisire e verificare i certificati di regolarità, quali ad esempio il DURC per la posizione contributiva e le certificazioni fiscali rilasciate dall’Agenzia delle Entrate, che devono essere allegati obbligatoriamente alla fattura elettronica. La norma rappresenta un cambiamento strutturale nel rapporto tra professionisti e pubblica amministrazione, introducendo un vincolo documentale che condiziona direttamente la liquidazione dei compensi. Per i liberi professionisti, ciò comporta la necessità di monitorare costantemente la propria posizione fiscale e contributiva, assicurandosi che la documentazione sia sempre aggiornata e disponibile al momento dell’emissione della fattura.
Si tratta di una misura che ricomprende un universo molto vasto di professionisti, compresi gli avvocati, i medici, gli ingegneri e tutti coloro che prestano consulenza o servizi alle amministrazioni pubbliche. La norma, pur perseguendo finalità condivisibili come la lotta all’evasione fiscale e contributiva, pone interrogativi sulla proporzionalità della misura in relazione al principio di equità e al diritto alla retribuzione per il lavoro svolto. Il rischio è quello di congelare i compensi dovuti ai liberi professionisti anche in caso di lievi irregolarità, creando un onere burocratico aggiuntivo per entrambe le parti coinvolte.
Le tre misure introdotte dall’articolo 129 della legge di bilancio 2026 si inseriscono in un più ampio quadro di razionalizzazione della spesa pubblica voluto dal governo Meloni. La manovra, composta da 154 articoli e 8 allegati, prevede un intervento complessivo di circa 18,7 miliardi di euro, la cifra più contenuta degli ultimi dieci anni in rapporto al prodotto interno lordo, con un impatto stimato allo 0,8 per cento sul PIL. L’indebitamento necessario per coprire le spese previste resterà sotto la soglia del miliardo di euro, a fronte dei 15,7 miliardi del 2024 e degli 8,4 miliardi del 2025.
Il disegno di legge, trasmesso al Senato per la prima lettura, dovrà essere approvato entro la fine dell’anno. Sono previsti tagli alla spesa di diversi ministeri, tra cui quello delle Infrastrutture e dei Trasporti con una riduzione di 524 milioni, il Ministero dell’Economia con 465 milioni in meno e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con 377 milioni. Parallelamente, la manovra destina 4,9 miliardi all’alleggerimento del carico fiscale per i lavoratori, 3 miliardi ai sostegni alle imprese, 1,6 miliardi alle famiglie e circa 4 miliardi complessivi agli interventi su sanità, pensioni e sicurezza.
Le nuove disposizioni sui salvataggi in mare della Guardia di Finanza, sui permessi previsti dalla legge 104 e sulla regolarità fiscale dei professionisti rappresentano un tentativo del governo di responsabilizzare i cittadini nell’utilizzo delle risorse pubbliche, di contrastare gli abusi e di garantire una maggiore trasparenza nel rapporto tra privati e pubblica amministrazione. Resta da vedere quale sarà l’impatto concreto di queste misure una volta entrate in vigore, e se il Parlamento, nel corso dell’esame della manovra, deciderà di introdurre modifiche per attenuare eventuali effetti distorsivi o per garantire un migliore equilibrio tra legalità, efficienza e giustizia retributiva. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
