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Emilia-Romagna, la Fabbrica dei Clandestini che vende finti permessi di lavoro -VIDEO-

L’inchiesta di Fuori dal Coro svela il business dell’immigrazione attraverso il decreto flussi: aziende compiacenti, intermediari senza scrupoli e migranti costretti a pagare migliaia di euro per visti che spesso si rivelano inutili.

Il meccanismo del decreto flussi, pensato per regolare l’ingresso di lavoratori extracomunitari in Italia attraverso canali legali, si è trasformato in un lucroso business che frutta migliaia di euro a pratica. L’inchiesta realizzata dal programma di Rete 4 condotto da Mario Giordano ha portato alla luce un sistema che coinvolge aziende compiacenti, intermediari senza scrupoli e cittadini stranieri disposti a pagare cifre considerevoli pur di ottenere un visto regolare per il nostro Paese.

Secondo quanto emerso dal servizio mandato in onda nella puntata del 9 novembre 2025, basterebbe avere qualche migliaia di euro e individuare un’azienda disponibile a prestare il proprio nome per aggirare le normative. Nel caso documentato dalla trasmissione, un’impresa di Modena avrebbe sfruttato il decreto flussi per far entrare cittadini pakistani in Italia. Ufficialmente l’operazione viene presentata come assunzione di manodopera necessaria al fabbisogno produttivo. Ufficiosamente si tratterebbe di un meccanismo per generare profitti attraverso l’importazione di persone che pagano per ottenere la possibilità di raggiungere il territorio nazionale.

Il fenomeno non costituisce un caso isolato. Le indagini della magistratura hanno fatto emergere negli ultimi anni un quadro preoccupante che ha spinto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a presentare un esposto formale alla Procura Nazionale Antimafia nel giugno 2024. Secondo la ricostruzione fornita dalla premier durante un’informativa al Consiglio dei Ministri, la criminalità organizzata si sarebbe infiltrata nella gestione delle domande per i flussi regolari, utilizzando i decreti come meccanismo per consentire l’accesso in Italia a persone che non ne avrebbero avuto diritto, dietro il pagamento di somme che secondo alcune fonti arriverebbero fino a 15.000 euro per ogni pratica.

I dati monitorati dagli uffici governativi hanno evidenziato anomalie statistiche significative. Nel 2023, su un totale di 282.000 domande per permessi di lavoro stagionale, ben 157.000 provenivano dalla Campania, regione che rappresenta solo il 6 per cento delle imprese agricole italiane, contro le 20.000 domande della Puglia che ne conta il 12 per cento. Un divario inspiegabile se non ipotizzando l’esistenza di un sistema organizzato. Ancora più eloquente risulta il fatto che soltanto il 3 per cento dei cittadini stranieri che hanno ottenuto il visto attraverso questo canale abbia effettivamente sottoscritto un contratto di lavoro regolare una volta giunto in Italia.

Le inchieste giudiziarie avviate dalle procure di diverse città italiane hanno confermato l’esistenza di reti criminali ramificate. A febbraio 2025, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, sono state eseguite 36 misure cautelari tra Napoli, Salerno e Caserta nei confronti di persone accusate di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio. Tra gli arrestati figurava anche il tesoriere regionale del Partito Democratico in Campania, coinvolto nella vicenda in relazione alla sua attività professionale di commercialista.

Il sistema funziona attraverso una filiera articolata su più livelli. Nei Paesi di origine operano intermediari che contattano potenziali candidati alla migrazione, promettendo loro un ingresso regolare in Italia attraverso un contratto di lavoro. Secondo le testimonianze raccolte dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni che si occupano di immigrazione, i lavoratori arrivano a pagare tra i 6.000 e i 13.000 euro, somme che spesso raccolgono attraverso prestiti e vendite di beni familiari. Una volta versato il denaro, gli intermediari si occupano di compilare la domanda, reperire il datore di lavoro fittizio, ottenere il nullaosta e il visto necessario.

Quando il lavoratore straniero giunge in Italia, nella maggior parte dei casi scopre che il posto di lavoro promesso non esiste. Le aziende che hanno presentato la richiesta risultano spesso inesistenti, oppure i titolari dichiarano di non aver mai inoltrato alcuna domanda di assunzione. I migranti si trovano così senza contratto e senza la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno, finendo inevitabilmente nell’economia sommersa, nel lavoro nero e in condizioni di sfruttamento. Il paradosso denunciato dalla Procura di Salerno evidenzia come questo meccanismo produca un doppio danno: da una parte le vittime sono i lavoratori stranieri truffati, dall’altra le imprese oneste che hanno reale necessità di manodopera si ritrovano senza personale, non potendo impiegare chi è entrato attraverso il raggiro.

La stragrande maggioranza degli ingressi irregolari attraverso il decreto flussi coinvolge cittadini provenienti da Bangladesh, Pakistan e Sri Lanka. Per questi Paesi il governo ha dovuto introdurre misure speciali, eliminando il meccanismo del silenzio-assenso e richiedendo verifiche più approfondite da parte dell’Ispettorato del Lavoro e della Questura. Le autorità diplomatiche italiane in Bangladesh hanno segnalato l’esistenza di veri e propri fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro, con società di consulenza come VFS Global finite al centro di polemiche per la gestione opaca degli appuntamenti necessari alla presentazione delle domande. Secondo le denunce raccolte, senza il pagamento di somme aggiuntive agli intermediari locali risulterebbe impossibile fissare un appuntamento per la richiesta del visto.

Il Ministero dell’Interno ha risposto alle pressioni introducendo una serie di modifiche normative attraverso il decreto legge 145 del 2024. Le nuove disposizioni prevedono l’obbligo di precompilazione delle domande con interoperabilità tra le banche dati di diversi enti pubblici, l’introduzione del domicilio digitale per i datori di lavoro, limiti al numero di domande presentabili in proporzione a fatturato e numero di dipendenti, e l’inibizione triennale per chi non procede alla stipula del contratto dopo l’ingresso del lavoratore. Le strette hanno prodotto un effetto immediato: per il decreto flussi 2025 sono state presentate 180.000 domande, il 73 per cento in meno rispetto alle 690.000 del 2024. Il ministro Matteo Piantedosi ha rivendicato il risultato come prova dell’efficacia dei controlli introdotti per contrastare truffe e abusi.

Le associazioni e i sindacati che operano nel campo dell’integrazione hanno però sollevato dubbi sulla lettura trionfale fornita dal Viminale. Secondo la campagna Ero Straniero, che riunisce otto organizzazioni impegnate nelle politiche migratorie, il crollo delle domande non sarebbe dovuto all’eliminazione delle frodi quanto piuttosto all’eccessiva complessità burocratica introdotta dalle nuove procedure. Molti datori di lavoro che avrebbero avuto necessità legittime di assumere personale straniero non sarebbero riusciti a completare l’iter nei tempi ristretti concessi, scoraggiati dall’onerosità degli adempimenti. Il rischio denunciato è che la stretta, pur colpendo alcuni fenomeni illegali, abbia paralizzato anche i canali di ingresso regolare, lasciando inevase le necessità del sistema produttivo italiano.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, in audizione alla commissione Antimafia, ha assicurato che il governo è pronto a modificare il testo unico sull’immigrazione per chiudere definitivamente le porte alle frodi favorite dal meccanismo attuale. Il fenomeno, ha dichiarato, deve essere fermato e corretto, come già fatto con il superbonus edilizio e il reddito di cittadinanza. L’obiettivo dichiarato consiste nel consentire l’ingresso soltanto a chi ha la concreta e certificata prospettiva di lavorare, eliminando gli spazi di manovra sfruttati dalle organizzazioni criminali. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!