Sabato mattina, 22 novembre 2025, il Canal Grande di Venezia si è risvegliato tingendosi di un’insolita tonalità verde fluorescente, richiamando l’attenzione di residenti e turisti all’altezza del Ponte di Rialto. A firmare l’azione l’attivista svedese Greta Thunberg insieme agli ambientalisti di Extinction Rebellion, in una protesta simultanea che ha interessato dieci città italiane. L’iniziativa si è inserita negli ultimi giorni della COP30 di Belém, in Brasile, con lo slogan “Fermare l’ecocidio” per denunciare quelle che il movimento definisce le “politiche ecocide” del Governo italiano.
Gli attivisti hanno utilizzato fluoresceina, un sale sodico totalmente innocuo regolarmente impiegato per monitorare i flussi idrici nei fiumi dagli speleologi o dai subacquei in mare. La sostanza, che non presenta rischi per la salute della popolazione né per la fauna e la flora acquatica, viene comunemente utilizzata come tracciante dagli idraulici per individuare perdite nelle condutture. Gli esperti dell’ARPAV avevano già confermato in occasione di un episodio analogo nel maggio 2023 che la fluoresceina non contiene componenti persistenti, bioaccumulabili e tossiche. I vigili del fuoco sono intervenuti per identificare la sostanza responsabile della colorazione, mentre le autorità competenti per la vigilanza lagunare e le forze dell’ordine hanno presidiato l’area. La navigazione non è stata interrotta e prosegue sotto costante monitoraggio, mentre sono stati effettuati campionamenti per verificare la natura del colorante.
La manifestazione ha avuto carattere nazionale, coinvolgendo simultaneamente numerose città della Penisola. Le acque sono state tinte di verde sul Po in secca ai Murazzi di Torino, sul Reno nel Canale delle Moline a Bologna, alla Darsena dei Navigli a Milano, sul torrente a Parma e lungo il fiume Tara a Taranto, pesantemente contaminato dall’ex ILVA. In città come Padova e Genova sono state colorate le acque della fontana in Prato della Valle e di Piazza De Ferrari, mentre a Trieste, Palermo e Venezia sono state coinvolte aree di mare. A Venezia le forze dell’ordine sono intervenute identificando diverse persone presenti e sequestrando strumenti musicali e lo striscione che era stato esposto.
La protesta si è concentrata sulle ultime ore della COP30 di Belém, dove nei giorni precedenti era stata presentata una prima bozza di accordo che includeva l’uscita dai combustibili fossili, sostenuta da ottantadue delegazioni ma osteggiata da Italia e Polonia. Secondo quanto comunicato dagli attivisti, l’Italia insieme alla Polonia è risultata l’unico stato europeo ad essersi opposto all’inclusione dell’abbandono delle fonti fossili nella bozza di accordo presentata in Amazzonia. Il compromesso finale è stato giudicato dal movimento insufficiente e decisamente tardivo rispetto a quanto la comunità scientifica considera indispensabile per contenere il riscaldamento globale e proteggere miliardi di persone dagli impatti più gravi della crisi climatica. Le proiezioni internazionali confermano che le attuali politiche dei governi porterebbero a un aumento medio delle temperature globali di 2,6 gradi Celsius entro fine secolo, un livello che aumenterebbe drasticamente il rischio di superare diversi punti di non ritorno climatici e renderebbe intere zone inabitabili, costringendo miliardi di persone a migrare.
La reazione del presidente del Veneto, Luca Zaia, non si è fatta attendere, condannando con fermezza l’iniziativa e definendola “ancora un gesto che ferisce la nostra città”. Zaia ha dichiarato che si consuma un altro attacco al cuore del patrimonio veneto, aggiungendo che non è con azioni vandaliche che si difende l’ambiente e che sono gesti che danneggiano Venezia, costringono a interventi di ripristino e paradossalmente generano inquinamento.
L’azione di sabato rappresenta il ritorno di Extinction Rebellion nella città lagunare dopo episodi analoghi verificatisi negli anni precedenti. Il Canal Grande si era già colorato di verde nel maggio 2023, quando venne sversata fluoresceina senza che l’azione fosse rivendicata, e successivamente nel dicembre dello stesso anno, quando gli attivisti tingevano le acque in contemporanea con altre quattro città italiane per denunciare il fallimento della COP28. In quell’occasione ventotto persone furono portate in questura e denunciate per manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio e sversamento di sostanze pericolose, mentre a cinque di loro venne rilasciato un foglio di via obbligatorio di quattro anni da Venezia, nonostante alcune fossero studentesse alla Ca’ Foscari.
La partecipazione di Greta Thunberg alla manifestazione veneziana giunge dopo la sua presenza il giorno precedente all’Università di Verona, dove aveva partecipato a un’assemblea sulla Palestina promossa dal collettivo studentesco Tamr. L’evento si era tenuto nonostante l’Università avesse negato l’aula al collettivo, portando gli attivisti a occupare l’aula T2 del Polo Zanotto. L’attivista svedese, fondatrice nel 2018 del movimento ambientalista globale dei Fridays For Future, aveva preso parte recentemente anche alla missione della Global Sumud Flotilla verso Gaza.
Gli attivisti hanno sottolineato come il movimento abbia raddoppiato il numero delle città coinvolte rispetto all’azione del dicembre 2023, passando da cinque a dieci città. La colorazione verde delle acque rappresenta simbolicamente il cambiamento in corso negli oceani, fenomeno che riflette un’alterazione degli ecosistemi acquatici destinata ad aumentare a causa dell’incremento delle temperature. Il movimento ha evidenziato come due anni fa, alla fine della COP28 a Dubai, avessero colorato di verde i fiumi e i mari di cinque città italiane per dire al mondo che mentre i governi continuavano a parlare, il pianeta stava andando incontro al collasso climatico. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
