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Yellowstone, bisonti in fuga. Scienziati temono una possibile eruzione

Scienziati preoccupanti per la fuga di massa dei bisonti dal parco nazionale di Yellowstone. Si teme una possibile eruzione del vulcano.

Sono ormai settimane che intere mandrie di bisonti del Parco Nazionale di Yellowstone stanno scappando e i Rangers sono preoccupati da questa misteriosa fuga. Cosa sta succedendo? I Bisonti sentono avvicinarsi un grosso pericolo? Forse si tratta di una imminente eruzione del Vulcano?

Come è ormai ben noto Yellowstone si trova su un immenso vulcano, il più grande al mondo e secondo nuovi studi il vulcano è 2,5 volte più grande di quanto stimato sino ad ora e questo significherebbe definitivamente che una possibile eruzione avrà effetti devastanti per l’intera America e con conseguenze gravissime per tutto il pianeta.

Secondo lo studio condotto da Jamie Farrell e Bob Smith del Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università dello Utah, si tratterebbe della più grande eruzione degli ultimi due milioni di anni. I due studiosi hanno eseguito una proiezione del magma presente sotto il parco nazionale che si estende fra Wyoming, Montana e Idaho: 88 km di lunghezza, 29 km di larghezza e un massimo di 14 km di profondità.
I calcoli fatti hanno portato alla conclusione che l’eruzione del vulcano di Yellowstone sarà pari a 2000 volte quella di Mount St. Helens che ebbe luogo nel 1980 nello Stato di Washington. «Le misurazioni suggeriscono che un’eruzione del vulcano gigante sotto lo Yellowstone sarebbe un evento globale con distruzioni e impatti in tutto il Pianeta, a cominciare dal fatto che le nubi fuoriuscite avvolgerebbero il globo» e metà del Nordamerica verrebbe coperto da un metro di cenere.

L’ultima eruzione avvenuta a Yellowstore risale a circa 640 mila anni fa, secondo una stima del «Geological Survey» degli Stati Uniti, e da tempo i sismologi affermano che la «caldera» determinatasi in quell’occasione – un bacino di 64 km per 40 – potrebbe essere in procinto di esplodere. Farrell tratta il delicato argomento con le dovute cautele: «Non abbiamo dati a sufficienza per prevedere il momento della prossima eruzione ma riteniamo che vi sarà». «Il problema con i vulcani giganti dormienti – aggiunge John Stix, vulcanologo della McGill University in Canada – è che la carenza di dati sulle eruzioni passate rende difficile fare previsioni e dunque l’unica maniera per operare è un monitoraggio costante, il più minuzioso e sofisticato possibile al fine di conoscere il comportamento del vulcano e verificare in tempo reale se siamo in presenza di eventi anomali».
In particolare gli geologi studiosi del caso hanno accertato che il magma avrebbe spinto rapidamente degli ammassi di rocce da 8-10 km di profondità fino alla superficie. «Ciò significa che la possibilità di future eruzioni sta aumentando» osserva il vulcanologo John Stix.

yellowstone-615

 

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Yellowstone, bisonti in fuga. Scienziati temono una possibile eruzione

Scienziati preoccupanti per la fuga di massa dei bisonti dal parco nazionale di Yellowstone. Si teme una possibile eruzione del vulcano.

Sono ormai settimane che intere mandrie di bisonti del Parco Nazionale di Yellowstone stanno scappando e i Rangers sono preoccupati da questa misteriosa fuga. Cosa sta succedendo? I Bisonti sentono avvicinarsi un grosso pericolo? Forse si tratta di una imminente eruzione del Vulcano?

Come è ormai ben noto Yellowstone si trova su un immenso vulcano, il più grande al mondo e secondo nuovi studi il vulcano è 2,5 volte più grande di quanto stimato sino ad ora e questo significherebbe definitivamente che una possibile eruzione avrà effetti devastanti per l’intera America e con conseguenze gravissime per tutto il pianeta.

Secondo lo studio condotto da Jamie Farrell e Bob Smith del Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università dello Utah, si tratterebbe della più grande eruzione degli ultimi due milioni di anni. I due studiosi hanno eseguito una proiezione del magma presente sotto il parco nazionale che si estende fra Wyoming, Montana e Idaho: 88 km di lunghezza, 29 km di larghezza e un massimo di 14 km di profondità.
I calcoli fatti hanno portato alla conclusione che l’eruzione del vulcano di Yellowstone sarà pari a 2000 volte quella di Mount St. Helens che ebbe luogo nel 1980 nello Stato di Washington. «Le misurazioni suggeriscono che un’eruzione del vulcano gigante sotto lo Yellowstone sarebbe un evento globale con distruzioni e impatti in tutto il Pianeta, a cominciare dal fatto che le nubi fuoriuscite avvolgerebbero il globo» e metà del Nordamerica verrebbe coperto da un metro di cenere.

L’ultima eruzione avvenuta a Yellowstore risale a circa 640 mila anni fa, secondo una stima del «Geological Survey» degli Stati Uniti, e da tempo i sismologi affermano che la «caldera» determinatasi in quell’occasione – un bacino di 64 km per 40 – potrebbe essere in procinto di esplodere. Farrell tratta il delicato argomento con le dovute cautele: «Non abbiamo dati a sufficienza per prevedere il momento della prossima eruzione ma riteniamo che vi sarà». «Il problema con i vulcani giganti dormienti – aggiunge John Stix, vulcanologo della McGill University in Canada – è che la carenza di dati sulle eruzioni passate rende difficile fare previsioni e dunque l’unica maniera per operare è un monitoraggio costante, il più minuzioso e sofisticato possibile al fine di conoscere il comportamento del vulcano e verificare in tempo reale se siamo in presenza di eventi anomali».
In particolare gli geologi studiosi del caso hanno accertato che il magma avrebbe spinto rapidamente degli ammassi di rocce da 8-10 km di profondità fino alla superficie. «Ciò significa che la possibilità di future eruzioni sta aumentando» osserva il vulcanologo John Stix.

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