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Ravenna, un lupo passeggia nel parcheggio dell’ospedale -VIDEO-

Un lupo solitario viene filmato nel parcheggio dell’ospedale di Ravenna, scatenando allerta e riunioni istituzionali per gestire l’emergente presenza urbana della specie.

Lunedì 7 luglio ha destato particolare clamore l’avvistamento di un lupo solitario che si aggirava tranquillamente nel parcheggio dell’ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna, lungo viale Randi. L’episodio, documentato attraverso un video che è rapidamente diventato virale sui social network, rappresenta un fenomeno sempre più frequente nelle città italiane, dove la fauna selvatica si avvicina ai centri urbani in cerca di opportunità alimentari.

L’esemplare, identificato dalle autorità come un giovane lupo maschio probabilmente in fase di esplorazione territoriale, è stato avvistato intorno alle 7 del mattino da alcuni operatori sanitari presenti nella struttura ospedaliera. La segnalazione ha immediatamente attivato l’intervento della polizia provinciale di Ravenna, che ha dispiegato due pattuglie nella zona per monitorare la situazione ed evitare possibili incidenti stradali dovuti al disorientamento dell’animale.

Lorenza Mazzotti, comandante della polizia provinciale, ha precisato che si tratta di un giovane esemplare che ha mostrato di non aver effettuato predazioni nell’area circostante. Nel vicino bosco Baronio, caratterizzato dalla presenza di un laghetto popolato da anatre, non sono stati rilevati segni di attacchi da parte del predatore, confermando che l’animale si trovava probabilmente in transito alla ricerca di nuove zone di insediamento.

La presenza dell’animale ha richiesto un immediato coordinamento istituzionale. Nel pomeriggio dello stesso giorno si è tenuta in Prefettura una riunione che ha coinvolto l’Ispra, la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl Romagna, il Comune di Ravenna, le forze dell’ordine e le polizie locali. Dall’incontro è emersa la valutazione che si tratti probabilmente di un animale di passaggio che si è trovato casualmente fuori dal suo contesto naturale e che cercherà di allontanarsi quanto prima possibile dal centro abitato.

Il fenomeno dell’avvicinamento dei lupi alle aree urbane non rappresenta un’anomalia isolata ma riflette dinamiche ecologiche più ampie legate all’espansione della specie sul territorio nazionale. In base all’ultimo monitoraggio nazionale condotto dall’Ispra tra il 2020 e il 2021, in Italia sono presenti circa 3.300 lupi, distribuiti tra la popolazione alpina di circa 950 esemplari e quella peninsulare di circa 2.400 individui.

Nel territorio ravennate la presenza del lupo è documentata da diversi anni attraverso la localizzazione di tre branchi stabili: due famiglie nella pineta di Classe e una nelle aree naturali a nord della città. Secondo gli esperti del settore, l’animale avvistato all’ospedale era verosimilmente un giovane in dispersione, fenomeno naturale che si verifica quando i lupi raggiungono la maturità e lasciano il branco d’origine per cercare un proprio territorio.

L’analisi del comportamento del lupo in ambiente urbano evidenzia come questi animali possano essere attratti da diverse fonti alimentari presenti nelle aree antropizzate. I rifiuti organici mal gestiti, i cassonetti dell’immondizia e gli avanzi di cibo rappresentano risorse facilmente accessibili che possono spingere i predatori ad avvicinarsi agli insediamenti umani, specialmente quando le prede naturali scarseggiano nell’ambiente circostante.

La ricerca scientifica ha documentato che il sovraffollamento degli habitat naturali costituisce un fattore determinante nell’avvicinamento dei lupi alle zone urbanizzate. In molte aree montane e collinari, la presenza di branchi stabili impedisce ai giovani esemplari di trovare spazio proprio, costringendoli a spostarsi verso territori marginali che possono includere le periferie urbane.

Dal punto di vista comportamentale, le istituzioni hanno fornito precise indicazioni alla popolazione su come gestire eventuali incontri con la fauna selvatica. Il protocollo elaborato dall’Ispra raccomanda di mantenere una debita distanza dall’animale, evitando assolutamente di fornirgli cibo o avanzi che potrebbero risultare attrattivi e modificare il suo comportamento naturale.

Particolare attenzione deve essere rivolta alla gestione degli animali domestici nelle aree di possibile presenza del lupo. I cani devono essere tenuti al guinzaglio durante le ore diurne e custoditi in ricoveri adeguati durante le ore crepuscolari e notturne, quando l’attività predatoria è più intensa. Le femmine in calore dovrebbero essere mantenute in casa anche durante il giorno per evitare di attirare l’attenzione dei predatori.

In caso di incontro ravvicinato con un lupo, gli esperti consigliano di mantenere la calma e valutare la situazione, lasciando sempre all’animale una via di fuga. Se il lupo non si allontana spontaneamente, è opportuno fargli notare la propria presenza parlando con tono di voce fermo e deciso, evitando movimenti bruschi o comportamenti che potrebbero essere interpretati come minacciosi.

Nel caso in cui l’animale si avvicini ulteriormente, è consigliabile alzare le braccia sopra la testa per apparire più grandi e produrre rumore battendo le mani. Non bisogna mai correre o voltare le spalle al lupo, ma allontanarsi lentamente camminando all’indietro fino a scomparire dalla sua vista.

Il lupo rappresenta una specie particolarmente protetta dalla normativa italiana ed europea. In Italia la protezione legale risale al 1971 con il Decreto Ministeriale Natali, che ne vietò la caccia e l’uso di bocconi avvelenati. Dal 1976 la specie gode di protezione integrale, mentre a livello comunitario è tutelata dalla Convenzione di Berna e dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea.

Recentemente il quadro normativo ha subito modifiche significative. Il 3 dicembre 2024 il Comitato Permanente della Convenzione di Berna ha declassato lo status di protezione del lupo da “specie strettamente protetta” a “specie protetta”, mentre nel marzo 2025 la Camera dei Deputati italiana ha approvato un emendamento che prevede il declassamento da “specie particolarmente protetta” a “specie protetta”.

Queste modifiche normative potrebbero consentire in futuro piani di controllo più flessibili della popolazione, pur mantenendo il principio della conservazione della specie. L’Ispra ha già comunicato alle Regioni le possibili quote di abbattimento per il 2025, prevedendo la rimozione del 3-5% della popolazione italiana, corrispondente a circa 98-163 esemplari su un totale stimato di 3.253 individui.

Per l’Emilia-Romagna, le proiezioni indicano la possibilità di interventi su un numero compreso tra 9 e 15 esemplari, sempre nel rispetto dei criteri scientifici che garantiscano il mantenimento di uno stato di conservazione favorevole per la specie. Tali interventi sarebbero comunque subordinati al fallimento delle misure di prevenzione e alla dimostrazione della necessità legata alla sicurezza pubblica.

La convivenza tra lupo e attività umane richiede strategie integrate di gestione che coinvolgano diversi livelli istituzionali e settori della società. Il piano di monitoraggio del territorio avviato dalle autorità locali mira a verificare l’eventuale permanenza dell’animale nella zona urbana e a implementare misure appropriate per garantire sia la sicurezza della popolazione che il benessere dell’animale.

L’educazione della popolazione riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione dei conflitti. La corretta gestione dei rifiuti organici, l’eliminazione di fonti alimentari attrattive e l’adozione di comportamenti appropriati in caso di avvistamento rappresentano elementi chiave per una coesistenza sostenibile tra uomo e fauna selvatica.

Il caso ravennate si inserisce in un contesto più ampio di espansione del lupo sul territorio nazionale, fenomeno che riflette il successo delle politiche di conservazione attuate negli ultimi decenni. L’incremento demografico della specie, pur rappresentando un successo dal punto di vista conservazionistico, pone nuove sfide gestionali che richiedono approcci scientifici rigorosi e una comunicazione efficace con le comunità locali.

La presenza del lupo negli ecosistemi svolge funzioni ecologiche importanti, contribuendo al controllo delle popolazioni di ungulati selvatici e al mantenimento dell’equilibrio ambientale. Tuttavia, la gestione della specie in contesti antropizzati richiede un bilanciamento attento tra esigenze conservazionistiche e necessità socio-economiche delle comunità locali.

L’episodio di Ravenna evidenzia l’importanza di mantenere un approccio basato su conoscenze scientifiche aggiornate e su protocolli operativi chiari per la gestione di situazioni potenzialmente problematiche. La collaborazione tra istituzioni, esperti e cittadini rappresenta l’elemento fondamentale per garantire una convivenza pacifica e sostenibile con questa importante specie della fauna italiana. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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