Ieri, il 1° febbraio, si è verificata un’esplosione di un filamento magnetico solare nell’emisfero settentrionale del Sole, generando un’espulsione di massa coronale (CME) nello spazio. Secondo un modello della NASA, una parte di questa espulsione potrebbe impattare la Terra domenica 4 febbraio, potenzialmente scatenando una tempesta geomagnetica di classe G1 con aurore ad alta latitudine.
Un filamento magnetico solare è una struttura di gas e materiale magneticamente carico che si estende attraverso l’atmosfera solare. Le esplosioni di questi filamenti possono causare brillamenti solari, rilasciando enormi quantità di energia sotto forma di radiazioni e particelle cariche, con possibili impatti sul meteo spaziale e sulle tecnologie terrestri.
Un’espulsione di massa coronale (CME) è un evento solare in cui grandi quantità di plasma magnetizzato vengono espulse dalla corona solare nel sistema solare. Questi eventi possono causare tempeste geomagnetiche sulla Terra, con possibili impatti sulle reti elettriche, satelliti e comunicazioni.

Le tempeste geomagnetiche sono disturbi causati dall’interazione tra il vento solare e il campo magnetico terrestre. Le tempeste di classe G1, di intensità minore, possono causare lievi variazioni nei sistemi di alimentazione elettrica, aumentare le correnti nelle reti di trasmissione e provocare piccoli errori di navigazione satellitare, oltre ad amplificare le aurore polari. La sorveglianza di tali tempeste è essenziale per prevenire danni ai sistemi tecnologici e alle reti energetiche.
In sintesi, la recente esplosione solare e l’espulsione di massa coronale potrebbero portare a una tempesta geomagnetica di classe G1, con la possibilità di impatti sulle tecnologie terrestri e sulle reti energetiche. La NASA e altre agenzie spaziali monitoreranno da vicino l’evoluzione di questa situazione, preparandosi a gestire eventuali effetti sulla Terra.