L’Italia si prepara ad affrontare una Settimana Santa caratterizzata da un’ondata di maltempo di proporzioni eccezionali. Gli ultimi aggiornamenti modellistici hanno definitivamente confermato l’arrivo di una serie di perturbazioni atlantiche che colpiranno con particolare intensità il Centro-Nord della penisola, causando precipitazioni abbondanti e un elevato rischio idrogeologico. Le condizioni meteo sono già peggiorate nella seconda parte del weekend appena trascorso, ma si tratta solamente dell’esordio di un lungo periodo perturbato che potrebbe accompagnarci fino alle festività pasquali.
Piemonte, Liguria, Lombardia ed Emilia occidentale si trovano in una situazione di massima allerta, con il rischio concreto di eventi meteorologici estremi nei prossimi giorni. Secondo i principali centri di previsione, le precipitazioni cumulative potrebbero raggiungere valori straordinari, con picchi locali superiori ai 300 millimetri nelle aree maggiormente esposte, equivalenti a quanto normalmente registrato nell’arco di un intero trimestre primaverile.
La prima fase: depressione atlantica in intensificazione
Il maltempo che caratterizzerà questa Settimana Santa si svilupperà sostanzialmente in due fasi distinte, ciascuna con caratteristiche peculiari. La prima fase è in corso proprio in queste ore di lunedì 14 aprile e proseguirà fino a martedì 15, quando una profonda saccatura atlantica convoglierà masse d’aria umida di origine oceanica verso l’Italia.
Le regioni settentrionali sono già interessate da precipitazioni diffuse, con fenomeni che risultano particolarmente abbondanti sulle zone prealpine e sull’alta pianura. L’intensa perturbazione sta progressivamente estendendo i suoi effetti anche alle regioni centrali tirreniche, con la Toscana che risulta particolarmente esposta agli effetti di questo primo impulso perturbato.

Le precipitazioni di queste prime 48 ore, seppur consistenti, rappresentano solo un’anticipazione di quanto atteso nella parte centrale della settimana. I modelli prevedono accumuli già significativi, con piogge diffuse che potrebbero superare localmente i 100 millimetri tra Liguria di Levante e alta Toscana. Il rischio di nubifragi è concreto, con temporali localmente intensi che potrebbero svilupparsi lungo le coste tirreniche, alimentati dal forte contrasto termico tra le masse d’aria in gioco.
Il picco del maltempo: ciclone mediterraneo in formazione
La seconda fase di questa perturbata Settimana Santa risulterà ancora più critica della prima. Tra mercoledì 16 e giovedì 17 aprile, le masse d’aria fredda provenienti dal Nord Atlantico favoriranno la formazione di un insidioso ciclone sul Mar Tirreno centro-settentrionale. Le ultime analisi modellistiche indicano che questo vortice depressionario potrebbe approfondirsi fino a valori di pressione estremamente bassi, attorno ai 999 hPa, configurazione tipica delle perturbazioni autunnali più intense.

Il minimo depressionario, posizionandosi sul Tirreno settentrionale, attiverà intensi flussi di correnti sciroccali cariche di umidità, che impatteranno contro le Alpi e gli Appennini. Il risultato sarà la formazione di celle temporalesche particolarmente organizzate e persistenti, che potrebbero stazionare per diverse ore sulle medesime aree, scaricando quantitativi d’acqua eccezionali.
I temporali che si genereranno a causa del contrasto tra l’aria fredda in arrivo e quella calda preesistente potrebbero rilasciare al suolo, nella sola giornata di mercoledì 16 aprile, dai 100 ai 200 millimetri di pioggia in diverse zone del Nordovest. Particolarmente critica appare la situazione per il Levante Ligure, l’Alta Toscana e i settori occidentali di Lombardia ed Emilia, dove il rischio di fenomeni alluvionali risulta concreto.

Accumuli pluviometrici eccezionali: zone a massimo rischio
Le proiezioni dei principali modelli matematici evidenziano scenari preoccupanti per quanto riguarda gli accumuli pluviometrici totali attesi durante questa fase perturbata. Considerando l’intero periodo, da lunedì 14 a venerdì 18 aprile, diverse località del Nord Italia potrebbero registrare quantitativi di pioggia straordinari, con picchi che in alcuni casi sfiorerebbero i 400 millimetri.
I valori più elevati sono previsti nelle aree pedemontane e alpine, con accumuli che potrebbero raggiungere i 377 millimetri a Pordenone, 346 millimetri a Belluno, 334 millimetri a Biella e 333 millimetri a Udine. Anche altre città del Nord risultano a forte rischio, con Verbania (290 mm), Gorizia (275 mm), La Spezia (263 mm) e Massa (256 mm) che potrebbero registrare valori superiori ai 250 millimetri. Precipitazioni abbondanti, seppur meno estreme, interesseranno anche Cuneo, Pistoia, Treviso (234 mm), Vicenza (227 mm), Prato (226 mm), Lucca (225 mm), Genova (211 mm), Torino (207 mm) e Varese (206 mm).
Quantitativi di questa portata, concentrati in meno di una settimana, rappresentano un evento meteorologico di carattere eccezionale, paragonabile alle più intense ondate di maltempo autunnali. Il fatto che questo avvenga in primavera, quando molti bacini idrografici sono già relativamente carichi per le piogge dei mesi precedenti, amplifica notevolmente il rischio idrogeologico.
Rischio idrogeologico elevato: attivato il sistema di Protezione Civile
La combinazione di piogge intense e persistenti su terreni già parzialmente saturi rappresenta una condizione ideale per l’innesco di fenomeni franosi e esondazioni. Il rischio idrogeologico appare particolarmente elevato lungo i versanti alpini e prealpini, nonché nell’entroterra ligure e nell’Appennino tosco-emiliano, dove i pendii più ripidi potrebbero non essere in grado di assorbire quantitativi d’acqua così consistenti in tempi brevi.
La Protezione Civile ha già diramato un’allerta gialla per diverse regioni del Centro-Nord, ma è probabile che nei prossimi giorni il livello di allerta venga innalzato a arancione o rosso per le aree più esposte. Le autorità locali stanno predisponendo le misure necessarie per fronteggiare eventuali criticità, con particolare attenzione al monitoraggio di corsi d’acqua, canali e aree già interessate in passato da fenomeni di dissesto.
Pasqua e Pasquetta: incertezza nelle previsioni
Mentre per i giorni centrali della Settimana Santa le previsioni appaiono ormai consolidate, maggiore incertezza persiste riguardo all’evoluzione meteo per il weekend pasquale. Dopo una possibile attenuazione dei fenomeni nella giornata di venerdì 18 e un parziale miglioramento per sabato 19, i principali modelli previsionali divergono significativamente per quanto riguarda Pasqua e Pasquetta.
Secondo il modello europeo ECMWF, un ulteriore fronte freddo in discesa dal Nord Europa potrebbe compromettere la stabilità atmosferica proprio nel giorno di Pasqua, portando nuove piogge e temporali al Centro-Nord. Il modello americano GFS offre invece uno scenario più ottimistico, ipotizzando una maggiore resistenza dell’anticiclone che potrebbe proteggere gran parte dell’Italia, garantendo condizioni più asciutte e soleggiate.
Le temperature, dopo un temporaneo aumento tra martedì e mercoledì al Centro-Sud per effetto delle correnti sciroccali, subiranno un generale calo con l’arrivo del ciclone mediterraneo, riportandosi su valori inferiori alle medie stagionali, soprattutto al Nord. Per il weekend pasquale si prevede un graduale recupero termico, con possibili punte di 25-26°C nelle regioni meridionali e insulari qualora si affermasse un temporaneo rinforzo dell’anticiclone africano.
L’elevata imprevedibilità che caratterizza questa fase meteorologica suggerisce di monitorare costantemente l’evoluzione delle previsioni nei prossimi giorni, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione di attività all’aperto durante il weekend pasquale.